Il Costa Rica cerca il suo equilibrio fra ambientalismo e crescita economica

Il Costa Rica cerca il suo equilibrio fra ambientalismo e crescita economica

4 Maggio 2024 0

Il Costa Rica è il secondo Paese al mondo per produzione di energia da fonti rinnovabili. L’attuale governo ha comunque deciso di tenere una posizione pragmatica sugli idrocarburi. Dunque l’ambiente resta una priorità, ma senza soffocare l’impresa privata né trascurare il ritorno economico dei combustibili fossili.

Caffè ambientalista

A marzo il Costa Rica ha effettuato la sua prima fornitura di caffè non coltivato in aree disboscate. Ne ha spedito 19 tonnellate a Trieste: l’Italia è il primo Paese europeo ad aderire alla proposta nata per adeguarsi in fretta ai nuovi requisiti ambientalisti imposti da Bruxelles. Dal 2025, infatti, vari prodotti alimentari di base tra cui carne, caffè, cacao, olio di palma e di soia dovranno rispettare determinati criteri di agricoltura sostenibile per poter entrare nel mercato UE. Il caffè è un articolo chiave dell’economia costaricana e dà lavoro a più di 27mila gruppi di famiglie, di cui l’85% sono piccoli produttori. L’istituto nazionale del caffè (ICAFE) e la CoopeTarrazú, la principale cooperativa di settore, guidano l’iniziativa dell’esportazione di caffè “non deforestato”: certificano che la prima fornitura deriva da fattorie che da dicembre 2020 ad oggi non hanno esteso i loro appezzamenti tramite disboscamenti.

L’allarme degli ambientalisti

L’iniziativa rientra nel modello di economia rispettosa dell’ecologia che il Costa Rica dichiara di applicare. Il ministro dell’Ambiente e dell’Energia Franz Tattenbach dichiara orgogliosamente che il suo è il Paese che il mondo vorrebbe essere, ma che non è. Per il lavoro di conservazione della superficie forestale, aumentata negli anni fino al 53%, nel 2019 San José ha ricevuto dall’ONU il maggiore riconoscimento del genere, il “Champions of the Earth award”. Oggi però le associazioni ambientaliste suonano l’allarme: con l’insediamento nel 2022 dell’attuale presidente Rodrigo Chaves, per il Costa Rica la sostenibilità non sarebbe più prioritaria. Lo è invece stimolare la crescita economica anche grazie ai combustibili fossili. Ancora nel 2021 si parlava infatti di metterli completamente al bando, mentre oggi si vorrebbe ricominciare a estrarli. Il presidente costaricano dice di prendere come esempio la Norvegia, capace di far coesistere il rispetto per l’ambiente con la produzione di idrocarburi.

Idrocarburi con buonsenso

Secondo il ministro Tattenbach, il governo è oggetto di un’ondata di menzogne, di gelosie e di critiche di stampo ideologico da parte dell’opposizione, della stampa e delle organizzazioni ecologiste. L’ambiente resta ancora prioritario per San José e così è il benessere economico dei cittadini costaricani. La sfida oggi è quella di preservare il primo mentre si aumenta il secondo, dando più spazio all’impresa privata. Il 95% della produzione locale di elettricità deriva da fonti rinnovabili, ma il 75% del fabbisogno energetico costaricano è soddisfatto da fonti fossili. Il ministro sostiene quindi che sia irrealistico pensare nel breve termine a un bando totale degli idrocarburi. Prima di passare definitivamente al green, bisogna riformare e migliorare i settori determinanti, fra cui quello dei trasporti pubblici: Preferisco un autobus diesel pieno di passeggeri che uno elettrico vuoto, perché aiuta di più a ridurre le emissioni.

Redazione Strumenti Politici
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