Gravi tensioni tra Somalia e Kenya a rischio incidente diplomatico
E’ altissima la tensione tra Kenya e Somalia. Facciamo un passo indietro però, per fare il quadro della situazione. Correva l’anno 1963, e il Kenya otteneva finalmente l’indipendenza dall’Inghilterra. Dopo la liberazione il Paese ha mantenuto sempre una politica neutrale, mentre i paesi confinanti cercavano protezione sotto le ali delle superpotenze mondiali. L’Etiopia ad esempio si alleava con Cuba e con l’ex Unione Sovietica; la Somalia invece con gli Stati Uniti d’America, la Tanzania – il focolaio intellettuale del terzo mondo – con la Gran Bretagna, la Germania e la Cina. Proprio grazie alla sua posizione terza, in questo scacchiere di alleanze, aveva sempre permesso al Kenya di mantenere una condizione di mediatore nell’area, tanto è vero che in Kenya sono stati firmati diversi trattati da parte di varie fazioni coinvolte nei conflitti della zona.
Le suddivisioni, stabilite dalle Nazioni Unite e dall’Unione Africana, hanno portato a dispute territoriali e né il Kenya e tantomeno la Somalia, hanno mai firmato un memorandum, in particolare sul nodo dell’isola di Lamu, che fa parte dell’arcipelago di Lamu. Durante questi anni, il Kenya è intervenuto militarmente in Somalia per dare la caccia ai membri di Al Shabaab, autori di atroci attività terroristiche, e di rapimenti sia nei confronti di operatori umanitari che si trovano nel nord del Paese sia di turisti lungo la Costa. Basti pensare che in questo momento, per combattere il terrorismo, nel Sud della Somalia a Jubaland, sono presenti più di 3600 soldati kenioti – schierati per contrastare gli atti terroristici -.
Nel 2014, la Somalia ha presentato istanza alla Corte Internazionale di giustizia delle Nazioni Unite (ICJ) per pronunciarsi sulle acque contestate dell’oceano Indiano. Mogadiscio chiede di estendere la sua frontiera marittima lungo la linea del confine terrestre in direzione Sud Est. Il Kenya, d’altro canto, si oppone pretendendo che il confine rimanga, rivolto verso il mare, in linea retta ad Est, assicurandogli più territorio verso la Costa. Precisiamo che questa area interessata è un bene immenso per il Kenya, innanzitutto per via della pesca, ma anche per gli introiti legati al turismo marittimo, che già in questo momento e in grande difficoltà per via del Covid 19. Il triangolo oggetto della disputa, si estende su estende su un’area di circa centomila chilometri quadrati ed è ricco di petrolio grezzo, aggiungendo appetiti nei contendenti. L’isola di Lamu, è diventata nel 2001 Patrimonio dell’UNESCO. E in effetti costituisce un mondo a sé, sia per sotto il profilo botanico, sia per delle particolarità storiche: il tempo lì infatti pare essersi fermato da molti anni. Lamu è circondata dall’oceano indiano, troppo angusta per poter permettere un traffico motoristico, e quindi ha conservato ai giorni nostri uno stile di vita che un tempo doveva essere tipico di molte città della Costa Est Africana.
Alla richiesta presentata dalla Somalia, il Kenya quindi si è rifiutata di partecipare alle udienze, con l’ovvia motivazione, della pandemia del Covid, che ha ostacolato la capacità del Kenya di prepararsi correttamente per l’udienza. Il Presidente della Corte Internazionale di giustizia ICJ , malgrado l’assenza del Kenya, ha deciso di procedere ugualmente con le udienze, con la deposizione, delle autorità somale, utilizzando esclusivamente le prove scritte del Kenya.
Dai documenti e mappe depositate dal Governo Keniota, alla Corte Internazionale di giustizia ICJ, oltre a quelle già depositate, si aggiungono nuove prove che dimostrano che la linea, equidistante richiesta dalla Somalia, oltre a invadere il territorio del Kenya creerebbe un problema gravissimo: limiterebbe le attività di navigazione. Il Kenya, ora vuole che il caso sul confine marittimo con la Somalia sia ritirato dalla Corte Internazionale di giustizia ICJ e risolverlo attraverso negoziati bilaterali.
Considerando che il Kenya ha subito diversi attacchi da Al Shabaab in questi anni, abbia ancorato la sua argomentazione sulle operazioni del gruppo terroristico nel paese, come una delle ragioni, per cui la Corte costituzionale di giustizia, non dovrebbe concedere alla Somalia la rivendicazione sul confine marittimo contestato. Un documento di 720 pagine spiega in modo dettagliato i legami di Al Shabaab con la Somalia, di fatto potenziando l’argomentazione della difesa keniota sulle preoccupazioni per un eventuale allargamento del confine a favore della Somalia.
Se la Corte Internazionale di giustizia ICJ dovesse trovarsi d’accordo con le argomentazioni presentati dalla Somalia i residenti di Mombasa e di Lamu perderebbero tutti i diritti di pesca. In questo momento tra i pescatori e residenti c’è molta tensione, ci sono già state grandi manifestazioni, anche perché per loro è la sopravvivenza. Questo triangolo di mare, è per loro una questione di vita o morte. Kenya e la Somalia sono sull’orlo di un conflitto di un incidente diplomatico gravissimo, che potrebbe creare delle conseguenze destabilizzanti per tutta l’area. Per ora non ci resta che attendere la pronuncia dell’Alta corte per osservare i futuri sviluppi.
Nata l’11 novembre del 1959, opera come Tecnico Sociale ed è impegnata professionalmente da circa 34 anni proprio nell’ambito del sociale. Da dieci anni visita il Kenya per amore e passione di quella terra.