Germania alle elezioni europee: sondaggi ed esperti parlano di stabilità perduta e di nervosismo sui temi caldi della politica UE

Germania alle elezioni europee: sondaggi ed esperti parlano di stabilità perduta e di nervosismo sui temi caldi della politica UE

19 Maggio 2024 0

Questa tornata elettorale europea sta generando un impatto emotivo maggiore del solito, soprattutto a Berlino. Si notano le aspettative, le paure e un primo riscontro dei possibili orientamenti di voto già per le elezioni nazionali del 2025. L’atmosfera che si respira in Germania riguarda in effetti tutto il Vecchio Continente, perché all’Europarlamento è il Paese col più alto numero di seggi: 96 su 720. Dunque i problemi che affliggono l’elettorato tedesco potrebbero essere determinanti per il futuro di Bruxelles e della UE.

La situazione dell’elettorato tedesco

Alle precedenti europee del 2019 la situazione socio-economica dell’elettorato tedesco era molto più serena e stabile di oggi. Di tutti gli innumerevoli fattori che hanno contribuito al peggioramento, è sufficiente citare l’aumento del costo della vita e delle risorse energetiche, l’immigrazione clandestina, la tensione fra i partiti e i rispettivi attivisti (con relative aggressioni fisiche, manifestazioni di piazza, accuse e scandali), gli scioperi e i blocchi stradali degli agricoltori e dei lavoratori di altri settori. La società tedesca, abituata alla stabilità e alla prosperità, è estremamente arrabbiata per la perdita di questi due elementi, sia a livello nazionale col cancelliere Olaf Scholz e che continentale con la Commissione presieduta dalla tedesca Ursula von der Leyen.

La novità di quest’anno è l’estensione del diritto di voto europeo ai sedicenni e ai diciassettenni. La Germania si affianca così al Belgio, all’Austria, alla Grecia e a Malta. L’obiettivo dei rispettivi governi è aumentare la partecipazione, considerato che alla precedenti elezioni aveva votato solamente il 42% degli aventi diritto sotto i 25 anni. L’abbassamento dell’età avrà delle conseguenze palpabili? Chi oggi ha meno di 18 anni forse non ricorda bene i tempi in cui Berlino trainava l’economia europea ed era vista con ammirazione e invidia per il ruolo preminente nell’arena continentale e in quella mondiale. Certamente è una fetta di popolazione più soggetta di altre alla narrativa mainstream sulle risposte polarizzanti e sulle soluzioni globali alle sfide odierne. Senza la possibilità di fare confronti probanti col recente passato, l’elettorato minorenne (composto da 5 milioni di individui) potrebbe fare scelte innovative e imprevedibili o magari persino scellerate.

Il sondaggio di ARD

A inizio maggio il principale gruppo radiotelevisivo pubblico tedesco ARD ha pubblicato l’esito di un sondaggio svolto dall’istituto demoscopico Infratest dimap. Il primo dato importante che risulta dalle risposte degli intervistati riguarda l’affluenza alle urne, che dovrebbe essere più alta della media. Infatti quasi la metà dei rispondenti si è detta espressamente intenzionata ad andare a votare, mentre l’altra metà ha dichiarato che deciderà più avanti. L’altro dato notevole è l’insoddisfazione verso le politiche dell’Unione Europea. Due terzi degli intervistati giudicano negativamente l’operato di Bruxelles. Un terzo dei tedeschi si dichiara preoccupato per la situazione internazionale, in particolare per i rapporti con Russia e Cina. Circa un quinto teme per l’ambiente e per il cambiamento climatico un altro quinto per aziende tedesche e per l’economia in generale.

Il dibattito politico tedesco non è più circoscritto allo contrapposizione destra/sinistra o europeisti/euroscettici. I problemi sono ampi e trasversali e rispecchiano quelli che coinvolgono pure i cittadini degli altri Paesi membri della UE. Come esposto dallo European Council on Foreign Relations (ECFR), vi sono cinque grandi aree su cui si concentra l’interesse degli elettori: immigrazione, economia, clima, Ucraina e Covid. Sono le crisi emerse all’inizio del decennio e hanno generato gruppi di opinione disomogenei per età, istruzione e nazionalità. Le due istanze più discusse in Europa sono l’immigrazione e il cambiamento climatico, fra cui si inserisce l’Ucraina con implicazioni non solo militari, ma anche sociali ed economiche. Infatti il prossimo anno scadrà la protezione data ai profughi ucraini e la UE dovrà decidere se tenerli o espellerli. Intanto il governo di Kiev preme su Bruxelles per farsi mandare indietro almeno gli uomini in età di leva, necessari a rimpolpare l’esercito.

L’immigrazione

Il problema più sentito in Germania è quasi certamente quello dei migranti. Il loro arrivo in numeri crescenti, la mancata integrazione nel tessuto sociale locale, la criminalità che comporta ne fanno un tema bollente. Il 41% dei rispondenti ritiene che sia la questione principale con cui Bruxelles debba fare i conti in modo pragmatico ed efficace e il più rapidamente possibile. La metà degli intervistati considera positivo l’accordo preso con Egitto, Tunisia, Libano e Turchia affinché trattengano i migranti in cambio di sostegno finanziario. Ma il 38% pensa che i clandestini troveranno un modo per entrare ugualmente nel territorio della UE e che non sia logico o poco umanitario pagare Paesi terzi per tenersi o non mandarci i migranti.

Nell’arena politica interna, l’immigrazione è regolarmente utilizzata dalle opposizioni per contestare il governo Scholz. La coalizione del cancelliere è detta “semaforo” dal colore rappresentativo dei partiti che la compongono e cioè SPD, FDP e Verdi. Così, l’Unione CDU/CSU chiede un inasprimento delle norme che regolano l’arrivo dei migranti e così anche Alternative für Deutschland (AfD), per il quale è proprio uno dei cavalli di battaglia. Per questo e per altri motivi tale partito, che al Bundestag conta 77 seggi su 734 – circa il 10% – viene addirittura definito di “estrema destra”

Le prospettive di AfD e degli altri partiti

A Strasburgo temono una vittoria dei partiti etichettati, spesso in modo non corretto, come “destra” o “estrema destra”. Ci si attende una loro crescita in termini numerici. Sono queste le formazioni che propongono agli elettori continentali soluzioni di maggiore impatto contro l’immigrazione clandestina, l’eccessiva centralizzazione degli euroburocrati e l’atteggiamento da tenere verso la guerra, con una diminuzione dell’appoggio militare a Kiev e una normalizzazione dei rapporti con Mosca. In questo senso AfD avrebbe delle ottime chance, ma una serie di scandali e di uscite inopportune l’hanno danneggiato. L’ultimo colpo è di stampo giudiziario. Il tribunale regionale di Münster ha respinto l’appello contro la decisione di bollare il partito come “sospetto di estremismo di destra”. In questo modo AfD potrà essere soggetto ad approfonditi controlli interni nel caso cui si dubiti che le sue attività siano lecite o fedeli alla Costituzione.

Una notizia del genere ha creato negli elettori diffidenza e antipatia. Dai sondaggi risulta che molti vorrebbero che AfD rivedesse la propria posizione vicina a Russia e Cina. Tuttavia il partito dovrebbe riuscire a ottenere un aumento delle preferenze rispetto alla volta scorsa, anche se meno di quanto potrebbe accaparrarsi senza scandali o attacchi del mainstream. La crescita indicata dai sondaggi è dall’11% del 2019 al 15%. Supererebbe così due partiti della coalizione di governo: per il SPD si prevede il 14% e per FDP appena il 4%. A rimetterci sono anche i Verdi, che dovrebbero scendere dal 20,5% al 15%, mentre l’Unione CDU/CSU acquisirebbe un punto percentuale in più, toccando addirittura il 30%. I cristiano-democratici avrebbero così la prevalenza, con 28 o 29 seggi sui 96 disponibili e ciò andrebbe a favore del Partito Popolare Europeo di cui fanno parte.

Il pessimismo di Fratzscher

Il presidente dell’Istituto tedesco di ricerca economica (Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung, DIW) e docente dell’Università Humboldt di Berlino Marcel Fratzscher è piuttosto pessimista. A suo parere i conflitti sociali e politici potranno solo peggiorare. Ha dichiarato al giornale Handelsblatt: La Germania sta perdendo la sua reputazione di ancora della stabilità in Europa. L’aumento dell’instabilità inquieta le aziende straniere e gli investitori ed è probabile che indebolisca ulteriormente gli investimenti diretti in Germania, già in declino. Questa tornata elettorale europea sta generando un impatto emotivo maggiore del solito. Si notano le aspettative, le paure e un primo riscontro degli orientamenti di voto per le nazionali del 2025. L’atmosfera che si respira in Germania riguarda tutto il Vecchio Continente, perché all’Europarlamento è il Paese col più alto numero di seggi: 96 su 720. Dunque i problemi che affliggono l’elettorato tedesco potrebbero essere determinanti per il futuro di Bruxelles e della UE.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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