Forze Armate. A Takrouna una targa commemorativa del 66° Reggimento di Fanteria, omaggio ai soldati italiani caduti in Tunisia
In occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, che si celebra ogni anno il 4 novembre, l’Ufficio della Difesa dell’Ambasciata d’Italia a Tunisi, ha organizzato e coordinato a Takrouna, piccolo villaggio della Tunisia, nella regione del Sahel, che domina il Golfo di Hammamet, Hergla e Sousse a est, Djebel Zaghouan a nord e la pianura di Kairouan a sud, la cerimonia di inaugurazione della prima sezione dell’Associazione Paracadutisti Italiani in Tunisia e del Labaro.
L’apposizione della targa commemorativa
La Marina Militare, presente all’interno dell’Addettanza tunisina con il Capitano di vascello Matteo Cusimano e il luogotenente Fortunato Ontario, coadiuvati dai Carabinieri, dagli ufficiali militari di stanza a Tunisi, e dall’ambasciatore Fabrizio Saggio, hanno posato una targa commemorativa del 66° Reggimento di Fanteria in onore ai caduti della battaglia di Takrouna avvenuta ottanta anni fa.
All’iniziativa interforze ed internazionale ha partecipato un nutrito gruppo di militari della Difesa tunisina, nonché rappresentanti militari delle Nazioni presenti ed ex militari italiani residenti nel Paese nordafricano. L’inaugurazione con stile e tradizione marinara è stata celebrata l’alza bandiera, a confermare i solidi rapporti storici di amicizia tra le due sponde del Mediterraneo.
La battaglia
La battaglia di Takrouna (20-22 aprile 1943) fu combattuta nelle fasi finali della ritirata delle forze italiane e tedesche dall’Africa nella seconda guerra mondiale. Il 20 aprile 1943, il Comandante della Divisione “Trieste”, Generale La Ferla, affidò ad alcuni reparti di formazione, tra cui i resti della Divisione Paracadutisti Folgore, il compito di prestare man forte al 66° Reggimento Fanteria che rischiava di perdere il controllo del villaggio di Takrouna situato su un picco roccioso che si erge in mezzo alla piana di Enfidhaville. Nel villaggio infuriava il combattimento tra gli italiani e le truppe anglo-neozelandesi.
Riconquistato il villaggio, oramai decimati dall’incessante fuoco nemico, i fanti del 66° Reggimento, i Paracadutisti ed un’ultima compagnia di Granatieri giunta in rinforzo, riuscirono a resistere fino alla sera del 21 aprile. La mattina del 22 aprile, dovettero tuttavia soccombere per mancanza di rifornimenti. A Takrouna la Folgore dell’Africa cessò veramente di esistere, ma allo stesso tempo si consolidò il mito della Folgore grazie alle gesta e al coraggio dei nostri caduti. Radio Londra, per giustificare il ritardo dell’avanzata verso Tunisi, affermò che l’Italia aveva schierato laggiù i suoi migliori soldati.
Eventi come questi di commemorazione sono occasione per celebrare i volari di pace e democrazia, garantiti dalla Costituzione repubblicana e condivisi anche dalla Repubblica tunisina che, nonostante le sfide rappresentate da un contesto geopolitico tormentato, si conferma un partner affidabile per l’Italia e l’Europa in generale. In un mondo mai così assetato di pace, queste iniziative rappresentano un momento di riflessione, contribuendo a tenere viva la memoria, per evitare che simili tragedie possano ripetersi.

Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.