Ecuador, l’ondata di violenza non si ferma

Ecuador, l’ondata di violenza non si ferma

31 Luglio 2023 0

In Ecuador non si placa la violenza dentro e fuori le carceri. La scorsa settimana il presidente Guillermo Lasso ha imposto il coprifuoco notturno in tre province e ha proclamato lo stato di emergenza. Non è la prima volta che ricorre a tale misura estrema, che stavolta durerà per 60 giorni. Purtroppo, a seguito di questa decisione le gang locali hanno attaccato i mezzi di trasporto, le stazioni di servizio e gli edifici governativi.

Le rivolte carcerarie

Gli scontri delle ultime due settimane hanno causato morti sulle strade delle tre province ora presidiate dall’esercito. Vi è stata anche l’ennesima rivolta carceraria e gli scontri interni fra gang rivali, con decine di detenuti uccisi. Nelle prigioni di cinque città i carcerati sono in sciopero della fame (senza aver chiarito il motivo della protesta) e hanno anche preso in ostaggio 96 guardie.

Lasso, che ha aumentato la presenza delle forze di sicurezza sul territorio, ha dichiarato dopo una seduta ministeriale che è impossibile negare che il crimine organizzato abbia permeato lo Stato, le organizzazioni politiche e la stessa società; è un problema che è andato crescendo per più di un decennio. Il 23 luglio è stato ucciso il sindaco della città di Manta, mentre altri politici e giornalisti sono stati aggrediti o hanno ricevuto minacce di morte.

Soldi dall’Unione Europea

Dal 2021 a oggi sono morte più di 400 persone negli scontri che avvengono periodicamente nelle prigioni. Tra le cause solitamente si citano la poca divisione fra i diversi tipi di criminali e il sovraffollamento. Lo scorso anno l’Unione Europea ha donato al governo di Quito 2,5 milioni di euro, finalizzati al miglioramento del sistema penitenziario, in particolare per addestrare il personale sulla base del modello europeo e per facilitare la classificazione dei detenuti.

La scelta di destinare i fondi a questa problematica è conforme ai suggerimenti della Commissione interamericana dei diritti dell’uomo (IACHR), secondo cui l’Ecuador ha bisogno di più guardie carcerarie e maggiormente qualificate e in maggior numero.

Parla l’Alto commissario ONU

L’Alto commissario ONU per i diritti umani Volker Türk ha espresso la sua preoccupazione e ha riconosciuto le sfide che attanagliano le autorità equadoregne. Al tempo stesso ha sottolineato come lo stato di emergenza debba rispettare i principi di legalità, necessità, proporzionalità e non-discriminazione. Ha anche parlato dei problemi delle popolazioni indigene, le cui terre verrano sfruttate per l’attività estrattiva spesso senza il loro consenso.

Dice Türk: Le persone direttamente toccate dai progetti o dalle attività minerarie devono essere ascoltate, non represse. Soltanto misure basate sul rispetto dei diritti umani che vadano alla radice del problema della violenza genereranno sicurezza pubblica e coesione sociale. Parte degli scontri in Ecuador avvengono infatti fra gli indigeni e le comunità contadine che si oppongono alle compagnie minerarie e alle autorità. La situazione è peggiorata con il decreto 754 del 31 maggio che permette di iniziare a scavare senza dover prima informare e consultare le popolazioni indigene.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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