Dietro allo stop del negoziato sul nuovo Trattato Pandemico i giochi d’interesse che muovono l’Oms

Dietro allo stop del negoziato sul nuovo Trattato Pandemico i giochi d’interesse che muovono l’Oms

24 Settembre 2024 0

‘Lo dice l’Oms’. Nei lunghi mesi di panico causati dalla diffusione a livello mondiale del virus Sars-Cov 2 , questa frase è diventata a poco a poco un vero e proprio mantra. E ad oggi, nonostante l’organismo internazionale sia stato coinvolto in numerosi contenzioni e scelte discutibili proprio durante i lunghi mesi della pandemia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Wto) continua ad essere proposto dal ‘mainstream‘ come il faro per la salute globale.

Una fiducia ben riposta? Per coloro che credono che sanità significhi mettere al primo posto la salute e poi gli interessi economici, sicuramente no.

Chi decide nell’Oms

Del vero volto dell’Oms non si sente del resto parlare quasi mai, anche perché i suoi veri padroni vantano, come vedremo tra poco, una ricchezza e una capacità di influenza in grado di condizionare qualsiasi tema del dibattito mondiale sul tema salute.

I bilanci dell’Oms non lasciano però spazio a dubbi: un istituto nato nel 1948 dalla nobile volontà di numerosi Stati di contrastare malattie a livello internazionale, oggi è di fatto un organismo nelle mani di (pochi) soggetti privati, con la Fondazione Bill & Melinda Gates in prima linea.

L’Oms è infatti finanziata in minima parte dai contributi fissi in base al Pil dei 194 Paesi membri: la parte del leone spetta ai contributi volontari, perlopiù di soggetti privati o fondazioni pubblico private, che nel 2019 arrivavano ad elargire 4,6 miliardi di dollari su un budget complessivo di 5,6 miliardi.

Chi influenza l’Oms

I primi contribuenti erano gli Stati Uniti con 893 milioni di dollari, seconda la fondazione Bill & Melinda Gates con oltre 600 milioni, terzo il Regno Unito con quasi 400 milioni, quarta la Gavi Alliance (del ‘sempreverde’ di Bill Gates n.d.r. ) con 370 milioni, poi il Rotary Club, il National Philantropic Trust… Solo verso il 14esimo posto con 85,8 milioni c’era la Cina.

I dati del bilancio aggiornato al 2023 non vedono grandi cambiamenti ai vertici, a parte un’avanzata della Germania al terzo posto e dell’Unione Europea al quinto. Il dato importante da sottolineare è che i contributi privati sono quasi esclusivamente legati a progetti specifici. In altre parole, i soggetti privati decidono dove debbano andare le politiche dell’Oms, quando e per fare cosa.

Infografica - I principali venti contribuenti Oms
Infografica – I principali venti contribuenti Oms (fonte Fondazione Roberto Franceschi)

Il nuovo Trattato pandemico e l’ennesimo scippo di sovranità popolare

Non deve quindi stupire l’alzata di scudi da parte di molti Stati, tra cui l’Italia, in occasione della recente discussione sul nuovo Trattato pandemico, uno strumento con cui l’Oms vorrebbe avere mani libere in caso di nuovi eventi pandemici. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato a fine maggio 2024 , intervenendo all’Assemblea mondiale della sanità a Ginevra:

Abbiamo seguito attivamente i negoziati per il nuovo trattato pandemico e lo abbiamo fatto con uno spirito costruttivo, mirando a migliorare la prevenzione, la preparazione e la risposta globale alle minacce sanitarie nel miglior modo possibile ma sempre nei confini e nel rispetto della necessaria sovranità nazionale. Ci aspettiamo la ridefinizione di una chiara tabella di marcia, prevedendo un periodo di tempo adeguato per raggiungere un consenso che l’Italia ritenga ratificabile nonché con i miglioramenti necessari per garantire la salute per tutti.

Viste le polemiche feroci sorte in Italia durante la pandemia, di fronte ai pesanti attacchi alle libertà individuali, di stampa, di informazione e di opinione, suggellati dai ‘lockdown‘ e da un malcelato obbligo vaccinale senza alcuna garanzia da eventuali effetti avversi, è naturale che oggi ci sia una certa ritrosia nell’affidare ad un singolo organismo a livello globale la facoltà di decidere quando sia legittimo parlare di pandemia o meno, e di cosa fare conseguentemente.

Interessi più che filantropia

Oltretutto, come visto, ci si confronta con un’organizzazione guidata da interessi perlopiù privati, mascherati da filantropia globale. Emblematiche furono in tal senso nel febbraio 2020 le parole in libertà pronunciate dal direttore direttore generale Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, con la città di Wuhan già in lockdown totale: il virologo etiope disse che il mondo non aveva nulla da temere, che il virus non si sarebbe diffuso oltre i confini cinesi, benché fosse già evidente la trasmissione da uomo a uomo.

Forse solo nei prossimi anni si capirà meglio cosa accadde realmente in Cina in quei mesi e perché la ‘tigre’ asiatica abbia goduto di così forti coperture e connivenze a livello internazionale. Quello che è certo è che oggi l’Oms, o meglio i suoi reali sostenitori, vogliano ad ogni costo non farsi sfuggire l’affare di un eventuale nuovo disastro globale.

Il peso dei bilanci di Big Pharma

Inutile negarlo, l’istituto con sede a Ginevra non è un’associazione di medici e scienziati dal buon cuore, ma al contrario un’istituzione legata a doppio filo ai grandi produttori a livello globale di medicinali e vaccini. E per l’industria farmaceutica, ovviamente, il fine principale è far quadrare i bilanci, non certo salvare il mondo.

Guarda caso durante la pandemia solo i Paesi industrializzati, che hanno potuto sborsare miliardi di dollari, hanno potuto ottenere vaccini in tempi rapidi e in quantità, anzi, addirittura in eccedenza. Il Mondo povero, invece, nonostante la comprovata filantropia di Bill Gates e soci, non ha ricevuto quasi nulla, a parte alcune partite di vaccini scaduti da parte dei Paesi ricchi o le partite di vaccino Astrazeneca non più somministrato in Italia e in altri Paesi europei per gli effetti indesiderati.

I Paesi poveri alzano la voce

Proprio questo, non a caso, è l’altro punto su cui si è arenata la discussione sul Trattato Pandemico: i Paesi poveri non accettano di essere lasciati ai margini delle trame della grande finanza globale e chiedono che la proprietà intellettuale dei vaccini serva veramente a salvare vite e non a far arricchire i soliti noti.

L’entrata in vigore del Trattato pandemico, prevista per il 2024, è stata ovviamente rinviata di un anno. Sarà molto interessante seguirne gli sviluppi, visto che ci sono in gioco temi cruciali, come la sovranità degli Stati, le libertà civili nei Paesi sviluppati e il diritto alla salute nei Paesi meno fortunati. Il Covid 19 una cosa sicuramente l’ha dimostrata per sempre: ci sono pochi temi più geopolitici della salute.

Fabio Grosso
fgrosso

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