Corsa agli investimenti in Libia, quali opportunità per le aziende italiane? Ne parliamo con Sandro Fratini (ILBDA)
“L’Italia ha un rapporto privilegiato con la Libia e non mi riferisco solo agli interessi commerciali o strategici. I libici hanno una passione innata per il nostro Paese, dallo sport al cinema, dalla cultura alla musica. Noi intendiamo rafforzare tutto ciò. L’Italia è l’unico Paese ad aver mantenuto una sede diplomatica che offre servizi ai cittadini anche nei periodi più bui e nelle circostanze più difficili che i libici hanno attraversato”. A dirci questo è Sandro Fratini, presidente dell’Associazione Italo Libica di Sviluppo Commerciale (ILBDA), rientrato di recente da una missione a Misurata.
“Ad oggi, gli italiani hanno ottimi rapporti con Tripoli, ma anche con Bengasi. Cosa che non si può dire per la Turchia essendosi schierata apertamente durante il conflitto iniziato nell’aprile 2019. Dobbiamo distinguere sempre il piano mediatico da quello reale, credo che la Turchia abbia tratto vantaggio dall’assenza dell’Europa e degli Stati Uniti in una certa fase della crisi libica. Oggi però non è più così. Poi ovviamente ogni Paese ha il diritto di avere rapporti con la Libia, noi facciamo il nostro. Ma è il momento di agire.” Ha aggiunto Fratini, commentando l’aumento del 58% del volume delle esportazioni turche in Libia durante i primi 4 mesi del 2021, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Solo nel mese di aprile, le esportazioni della Turchia verso il Paese nordafricano sono aumentate del 228 percento, rispetto al 2020. La Libia, secondo il Turkish Economic Relations Council, offre opportunità per rapidi investimenti in alcuni settori come l’energia, le industrie della difesa, i prodotti alimentari e il riciclaggio. “Ovviamente l’Italia non può stare a guardare – prosegue Sandro Fratini, a capo dell’ILBDA aggiungendo che durante la sua visita a Misurata ha constatato – come le aziende libiche hanno raggiunto risultati importanti, sia in termini economici, che di qualità e sviluppo della produzione. Come dicevo poco fa, la Turchia non è l’unico Paese straniero ad essere attivo in Libia, ma aziende di tutto il mondo stanno facendo a gara per riprendere i progetti in stallo dal 2011 o aggiudicarsi nuovi importante commesse. La Libia gode di una vasta disponibilità di risorse e di una popolazione relativamente piccola che continua ad importare la maggior parte dei prodotti dai Paesi vicini. A Misurata abbiamo visto importanti complessi industriali in pieno sviluppo e sono stati gli stessi libici ad esprimerci il desiderio di trovare nuove partnership con aziende italiane”.
Quali sono gli obiettivi della vostra associazione nel prossimo futuro?
“La nostra priorità oggi è aiutare le aziende nella costruzione di infrastrutture ed altri progetti prioritari in Libia, allo sviluppo del Paese, nonché favorendo gli incontri tra settori pubblico e privato. Il nostro obiettivo nel breve termine è di aprire un ufficio di rappresentanza a Bengasi, e stiamo rafforzando le relazioni anche con la regione meridionale della Libia, in linea con la politica italiana che ha annunciato la prossima riapertura del consolato a Sabha. Per fare ciò, stiamo organizzando il 1°Forum Economico per la Libia che si terrà il 7 e 8 Giugno all’Hotel Laico a Tunisi e che vedrà la partecipazione di autorità, municipalità ed aziende di eterogenei settori, comprese quelle specializzate in innovazione tecnologica e transizione digitale, che potrebbero ricoprire un ruolo fondamentale nel migliorare la vita dei cittadini, nonché la fornitura di servizi da parte delle municipalità. L’evento sarà preceduto da una serie di missioni in Libia, come abbiamo già fatto a Misurata. Queste visite sul campo ci permettono di comprendere al meglio, non solo la reale situazione del Paese, ma anche le esigenze del popolo libico, attraverso il dialogo con imprenditori, organizzazioni della società civile ed enti pubblici”.
Quali opportunità per le aziende italiane avete riscontrato ad esempio a Misurata?
“Innumerevoli. Dalla richiesta di acquisto di macchinari, forniture, materiali in diversi settori, alla possibilità di importare prodotti irreperibili in altri Paesi. I libici a Misurata puntano all’eccellenza, lo si percepisce dalla voglia di poter acquistare alcuni dei top brand italiani in tutti i settori, dal tessile all’elettronica. Il Porto Franco di Misurata ha auspicato di avviare delle linee dirette commerciali con l’Italia, e l’Europa in generale. Stiamo già lavorando ad alcune opzioni. Ecco il nostro lavoro come associazione è quello di far incontrare domanda ed offerta, facilitando i rapporti tra le due sponde del Mediterraneo”.
Quale sarà il programma del Forum?
“Abbiamo previsto un momento di scambio attraverso conferenze che tratteranno i grandi progetti di riforma economica e strategie di investimento in Libia. Cercheremo di facilitare una riflessione strategica e un dibattito in linea con le nuove necessità della ricostruzione in un quadro geopolitico molto particolare. Gli ospiti presenteranno i grandi progetti di cui la Libia ha urgentemente bisogno. Ci sarà un ampio spazio espositivo con stand delle società partecipanti per tutta la durata dell’evento. Attraverso incontri e presentazioni, il 1° FORUM ECONOMICO PER LA LIBIA si propone come un momento di scambio di idee, opportunità ed esperienze, rafforzando le relazioni tra i partecipanti e creando nuove opportunità tra Italia, Libia e Tunisia. “Together We Go Further” è infatti lo slogan che abbiamo scelto per questa iniziativa. Ogni azienda avrà l’opportunità di incontrare decision makers ed istituzioni, aziende e possibili partner, partecipando a btob meeting nel proprio settore di appartenenza che stiamo preventivamente organizzando”.
Quali aziende parteciperanno?
“Parteciperanno aziende leader nei settori dell’ energia, energia rinnovabile, innovazione tecnologica e transizione digitale, aeronautica, nautica, settore sanitario, formazione, design e progettazione, elettronica, meccatronica, componenti elettrici, biotecnologie, chimica, plasturgia, ambiente, costruzioni e materiali da costruzione, legno, grande distribuzione, tipografie, editori, comunicazione, pubblicità, industria agroalimentare, agricoltura, settore automobilistico, meccanica, metallurgia, prodotti manifatturieri, sport, divertimento, cultura, turismo, tessile e abbigliamento, trasporti e logistica. Certamente, organizzare un forum in questo periodo storico eccezionale è una sfida e una responsabilità. La salvaguardia della salute di tutti, partecipanti e addetti ai lavori, è la nostra priorità. Nonostante il grande interesse che stiamo raccogliendo, la nostra stretta osservanza dei protocolli sanitari ci consente di accettare l’adesione di un limitato numero di partecipanti.”.
Perché Tunisi?
“Per me come presidente di ILBDA, la Libia rappresenta una nuova sfida dopo oltre vent’anni di esperienza di successo a Tunisi. Come ben saprete, i legami tra Libia e Tunisia sono molto forti ed interconnessi. Al momento, Tunisi resta una tappa obbligata in attesa della riapertura dei voli italiani alla Libia. Per questioni logistiche, nelle circostanze attuali che stiamo attraversando, è più semplice organizzare incontri in Tunisia. Sia i libici che gli italiani non hanno bisogno di visto di ingresso. Inoltre, dobbiamo riconoscere che la Tunisia gode di manodopera qualificata a costi inferiori rispetto all’Europa. Tunisi resta ancora oggi il centro logistico di ILBDA per le transizioni finanziarie, le spedizioni, la consulenza. Oltre agli uffici di Tripoli e Roma, ILBDA è presente all’interno del Delta Center, un business center che offre soluzioni a 360° per le aziende. Si tratta di un primo contatto, sicuramente ci sarà l’occasione di ripetere l’evento in Libia o in Italia, anzi stiamo già pensando di partecipare a delle fiere o organizzare degli Italian Days, ma è anche giusto rassicurare quegli imprenditori che ancora guardano con timore alla Libia dopo tanti anni di conflitto. I libici, attraverso questo incontro a Tunisi avranno l’opportunità di mostrare il volto bello del loro Paese, la Libia che in pochi conoscono o che hanno dimenticato in questi dieci anni”.
Crede che questo triangolo Italia – Libia – Tunisia potrà vedere una evoluzione in futuro?
“Credo che Libia, Tunisia e Italia possano avere un futuro di sempre maggiore collaborazione. Il know-how e le eccellenze del made in Italy si sposano perfettamente con l’expertise offerto dalla Tunisia. I prezzi contenuti e le condizioni di mercato vantaggiose offerte dal Paese vicino rappresentano un’opportunità per la Libia, quanto per l’Italia. Negli ultimi anni, molte start up europee si sono stabilite a Tunisi. Molti italiani scelgono di vivere in Tunisia anche in età pensionabile per godere degli sgravi fiscali. La Tunisia deve incentivare e giocare su questi punti di forza, dai quali può ottenere numerosi vantaggi per la crescita dell’economia del Paese. I rapporti commerciali tra Italia e Tunisia sono ottimi così come quelli con la Libia sebbene abbiano subito una battuta d’arresto durante il conflitto civile. L’Italia è primo fornitore di Tunisi con una quota di mercato del 15% circa nel 2020 ed è il suo secondo cliente. La Tunisia è il 5’ mercato di destinazione delle esportazioni italiane nell’area MENA nel 2020, il 2° in Nord Africa. E ‘opportuno ricordare, che secondo i dati ufficiali, le esportazioni in valore dall’Italia verso la Tunisia nel 2020 sono state di 2,4 miliardi di euro, le importazioni 2,1 miliardi. Ci sono settori nei quali la presenza italiana è schiacciante: un capo di abbigliamento su cinque importato dalla Tunisia è italiano, come lo è un macchinario su quattro ed addirittura più di un macchinario su tre per l’agricoltura è italiano, il 39,2% nel 2019, secondo i dati ISTAT. In un’ottica di accorciamento delle catene del valore, la Libia può vedere nei prossimi anni incrementi importanti dei propri flussi con l’Italia e la Tunisia, con conseguenti benefici in termini di opportunità per i giovani dei nostri tre Paesi”.
Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.