Colombia, buone notizie sulla lotta al crimine organizzato e alla deforestazione
La lotta alla deforestazione in Colombia ha appena registrato uno storico record positivo, mentre la battaglia contro la criminalità organizzata procede anche grazie all’aiuto delle autorità messicane e statunitensi.
La deforestazione diminuisce
La riduzione del disboscamento riguarda quasi tutti i dipartimenti meridionali, situati nella regione della foresta amazzonica. Il ministro dell’Ambiente e dello Sviluppo sostenibile Susana Muhammad ha comunicato che i dati del 2023: un importante 36% in meno rispetto all’anno precedente. È il livello più basso da 23 anni a questa parte. Il ministro ha dichiarato: Abbiamo raggiunto e superato i nostri obiettivi. Abbiamo identificato una diretta associazione fra la pace e la deforestazione. Condizioni pacifiche generano una riduzione di quest’ultima. Si ritiene infatti che il fenomeno sia strettamente collegato alla criminalità organizzata, che lucra sul taglio del legname e sull’attività mineraria illegale, sull’occupazione abusiva dei terreni spogli e sugli allevamenti estensivi di bestiame.
Coinvolti anche i guerriglieri
Nell’Amazzonia colombiana è massicciamente presente una confederazione di ex guerriglieri FARC denominata Estado Mayor Central. Già da qualche anno tale gruppo ha adottato una politica di contenimento della deforestazione nelle aree sotto il suo controllo e l’ha usata come argomento nelle trattative con l’attuale governo del presidente Gustavo Petro. Tuttavia alcune fazioni dissidenti si sono ritirate dai negoziati e oggi rendono impossibile al governo implementare tutti i programmi di conservazione che ha in programma. Il business del legname è troppo lucrativo perché certe organizzazioni paramilitari lo abbandonino facilmente.
Cooperazione col Messico contro la criminalità
Il lavoro congiunto delle polizie di Colombia e Messico, coadiuvate dall’INTERPOL, hanno sgominato un giro internazionale di traffico di donne a scopo di sfruttamento sessuale. Le autorità hanno assicurato protezione ad alcune vittime, ragazze colombiane convinte a uscire dal Paese con la promessa di un lavoro come hostess o cameriere. Una volta giunte in Messico, venivano segregate e private del passaporto, per poi essere costrette a prostituirsi. I due capi della banda sono stati arrestati mentre si trovavano a Medellín in Colombia e nello Yucatan in Messico. Conducevano una vita lussuosa e giravano in veicoli blindati e con la scorta. Ora le indagini stanno cercando di individuare e congelare i patrimoni finanziari connessi alla banda, per poter arrestare altri individui collegati al giro criminale.
La difficile lotta contro Tren de Aragua
Nel frattempo procede anche la lotta all’organizzazione venezuelana Tren de Aragua, che negli ultimi anni ha allargato i suoi tentacoli negli Stati vicini, fra cui la Colombia. In collaborazione con l’Ambasciata americana, le autorità di Bogotà hanno lanciato un programma di ricompense fino a 12 milioni di dollari per l’ottenimento di informazioni che servano ad arrestare o incriminare i tre leader della gang in qualunque Paese si trovino. Nella relativa conferenza stampa Francisco Palmieri, capo delegazione dell’Ambasciata USA, ha dichiarato: Tren de Aragua è diventata un’organizzazione che contribuisce a generare paura e confusione ed è un ostacolo per la popolazione colombiana e per quella americana.
Sui tre ricercati pendono taglie da milioni di dollari. Uno di essi, Héctor Guerrero Flores detto Niño Guerrero, è scappato l’anno scorso dal carcere venezuelano di Tocorón, che era diventato la sua base operativa da cui emanava ordini agli affiliati. Purtroppo in Venezuela sminuiscono il problema sostenendo di aver già sgominato la banda, soprattutto dopo che lo scorso settembre Caracas ha inviato undicimila agenti a presidiare la prigione, ma al tempo stesso lasciando fuggire diversi criminali di alta pericolosità.

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