Businesslab: trasformazione digitale apre vaste opportunità commerciali in Tunisia e in Africa
Il 27 settembre, l’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, l’organismo attraverso cui il Governo favorisce il consolidamento e lo sviluppo economico-commerciale delle nostre imprese sui mercati esteri, ha tenuto un webinar nell’ambito del programma Africa Business Lab, un progetto ideato e promosso dalla stessa Agenzia ICE in collaborazione con SACE e Confindustria Assafrica & Mediterraneo.
L’iniziativa, giunta quest’anno alla sua terza edizione, propone un percorso di alfabetizzazione per promuovere un’immagine aggiornata del continente africano focalizzandosi sulle peculiarità dei diversi contesti per metterne a fuoco le opportunità. Sono diversi i testimonials della fase di settembre del progetto, che si sviluppa su tre giornate e prevede anche, tra i vari interventi della Faculty – ICE, la testimonianza della Fiera SMAU 2023.
“Il webinar ci ha offerto l ‘opportunità di presentare ad una vasta platea di oltre 70 aziende italiane del settore ICT, alta tecnologia e servizi il continente africano e in particolare l’Africa nella sua interezza e soprattutto la Tunisia, un paese complesso, con luci e ombre, ma soprattutto grandi opportunità”.
Ha dichiarato a Strumenti Politici, Francesca Tango, direttrice dell’ufficio ICE di Tunisi. “Dobbiamo sempre ricordare – ha aggiunto Tango – che l’Africa e non solo le grandi ricchezze di risorse di materie prime, ampiezza e varietà di spazi e territori, vicinanza geografica, ma anche e soprattutto il fatto che si tratta di un continente giovane e che proprio i giovani sono coloro che sono capaci di innovazione, spinta al cambiamento e soprattutto di speranza”.
Nel 2023-24 l’Africa crescerà come nessuno al mondo
Dal rapporto “Africa’s macroeconomic performance and prospects” presentato ad Abidjan: «nel 2023-24 l’Africa crescerà come nessuno al mondo» Il continente africano sta attraversando una fase di significativa evoluzione economica. La Banca Africana di Sviluppo prevede che la crescita economica dell’Africa supererà quella del resto del mondo nel 2023-2024, con un prodotto interno lordo (PIL) reale in aumento di circa il 4% in media. L’Africa è uno dei più grandi mercati in crescita a livello internazionale, ha una popolazione giovane e una classe media orientata alle nuove tecnologie.
L’Africa dispone di un potenziale economico enorme ma ancora relativamente poco sfruttato: pur essendo il secondo continente per dimensioni geografiche – 30,4 milioni di Km2 – e ospitando il 30% delle riserve minerarie mondiali. Va considerato che ha una dotazione di materie prime critiche e Terre Rare, componenti strategici nelle filiere produttive di vari settori ad alto contenuto tecnologico e innovativo. La classe media africana è in crescita, sempre più costituita da persone inurbate che, con le migliori condizioni economiche, cercano di arricchire e variare la loro dieta.
L’industria africana ICT è cresciuta con costanza negli ultimi cinque anni e si prevede che proseguirà. Secondo le stime della Banca Mondiale, entro il 2025 il settore ICT in Africa avrà un valore superiore ai 160 miliardi di dollari. Questa crescita è favorita da crescenti investimenti in infrastrutture, iniziative governative e un aumento della penetrazione telefonia mobile e Internet. Si sta assistendo ad una trasformazione digitale dell’Africa che genera cambiamenti radicali in tutti i settori economici, e fornisce vantaggi sociali strutturati. Su diversi parametri di crescita del mercato delle telecomunicazioni, il continente ha registrato i tassi di crescita più elevati a livello globale.
Africa, un continente di opportunità
La digitalizzazione ha anche introdotto il tema della sostenibilità: questo elemento è fondamentale per accelerare non solo una crescita ecologica del continente, ma anche la creazione di un mercato unico di beni e servizi per tutto il continente in cui possa beneficiare il commercio intra africano.
La digitalizzazione ha anche introdotto il tema della sostenibilità: questo elemento è fondamentale per accelerare non solo una crescita ecologica del continente, ma anche la creazione di un mercato unico di beni e servizi per tutto il continente in cui possa beneficiare il commercio intra africano.
Tunisia, tra sfide ed opportunità
Durante la sua presentazione, Francesca Tango ha ricordato che l’attuale rating della Tunisia assegnato da Fitch è CCC+. La giovane Repubblica nordafricana ha attraversato dagli anni ’60-’70 un processo di profonda trasformazione, dalla Presidenza Bourguiba, con un intenso intervento nell’economia in materia di Istruzione, Scuola, Sanità, sviluppo e supporto degli IDE e del settore agricolo e turistico ed una crescita economica sorprendente, fino alla fine degli anni 80, 90 e 2.000 con il graduale deterioramento economico, sotto la Presidenza Ben Ali.
Dopo anni di corruzione e bassa crescita, il Paese sta affrontando un processo di trasformazione e avvio di riforme strutturali, mirate a ripianare il disavanzo pubblico e riaffermare le potenzialità del Paese, in particolare il tessuto industriale composto da distretti specializzati, posizione geografica strategica e centrale nel Mediterraneo, politiche a favore degli IDE, risorse di gas naturale e petrolio non ancora sfruttate, potenzialità nel settore delle energie rinnovabili.
ISTAT 2022: export dell’Italia verso la Tunisia +38 %.
Secondo i dati ISTAT nel 2022 l’export dell’Italia verso la Tunisia è cresciuto in maniera consistente passando dai 2,85 miliardi di euro del 2021 ai 3,96 miliardi di euro del 2022 con un +38 %.
Tra i principali prodotti esportati dall’Italia verso la Tunisia vi sono: materie prime energetiche (petrolio raffinato) (22,5%), metalli, tessuti, cuoio e pellami, (13,3% tra tessili e cuoio e pellami), apparecchi di cablaggio, materie plastiche e prodotti in plastica, motori generatori e trasformatori, prodotti chimici e farmaceutici, impianti e macchinari.
Tra i principali prodotti importati dalla Tunisia in Italia vi sono: articoli di abbigliamento e calzature (23,4%), parti e accessori per veicoli (7%), oli e grassi (4%), apparecchi di cablaggio, motori generatori e trasformatori, articoli in plastica, prodotti chimici e fertilizzanti, prodotti della siderurgia, petrolio greggio. È evidente un consistente traffico di perfezionamento-trasformazione di materie prime o semilavorati in prodotti dall’Italia alla Tunisia.
Tunisia – Italia: una visione comune
Tunisia e Italia condividono una comune visione strategica in tema di sviluppo tecnologico e ICT, come chiave di sviluppo del Sistema Paese. L’Italia dal 2012 ha raggiunto un numero di oltre 13.480 startup italiane iscritte nella sezione dedicata del Registro delle imprese
La Tunisia dal 2018 in pochi anni ha raggiunto l’obiettivo di circa 900 patent di startup labelissé. Lo Startup Act, varato nel 2018, è un quadro giuridico innovativo volto a promuovere le startup che vengo avviate o si stabiliscono in Tunisia: sono previste una serie di misure di sostegno e agevolazione per imprenditori, startup e investitori.
Il Ministero sostiene iniziative di formazione promosse da Università, Poli tecnologici, Istituzioni estere e internazionali, nonché ogni iniziativa che miri alla promozione dell’accesso delle startup tunisine sui mercati internazionali e alla promozione dei principali cluster regionali e settoriali.
I settori promettenti
In termini di Paesi investitori la Francia si colloca la 1°posto, seguono l’Italia, Germania, Spagna, Giappone e USA. I settori promettenti sono la moda, in particolare il tessile e l’abbigliamento, l’elettronica -ICT, il settore auto, l’aeronautica e la farmaceutica.
Le aziende a partecipazione di capitale italiano parziale o totale (off shore) risultano essere 911, delle quali in prevalenza 765 nell’industria manifatturiera, di cui 300 nel tessile-abbigliamento, 115 nella meccanica, 75 elettronica-elettrotecnica, 73 nel settore concia-calzature-pelletteria, 56 agroindustria e 31 nella agricoltura-piscicoltura-pesca, 42 materie plastiche, oltre a circa 60 nel settore servizi. Gli investimenti si concentrano nelle zone di Nabeul (182), Sousse (105), Gran Tunis (101) Ben Arous (86), Monastir (75).
Moda: Hasna Kourda premiata da Bernard Arnault (LVMH)
Il colosso del lusso LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy), che controlla molti brand made in Italy di alta qualità, ha scelto una startup tunisina attiva nel campo della moda sostenibile come vincitrice della settima edizione del LVMH innovation Prize.
Il premio della edizione 2023 è stato assegnato il 15 giugno da Bernard Arnault, durante la fiera parigina Viva Technology, alla startup “Save your Wardrobe”, fondata da Hasna Kourda una giovane imprenditrice di origine tunisina. Nel 2020 la società premiata ha lanciato una piattaforma che promuove la riparazione e la valorizzazione di indumenti usati La startup Save your Wardrobe è stata scelta tra 1300 candidature da 75 paesi da tutto il mondo per il suo aspetto creativo in ambito economia circolare applicata al mondo del lusso, proponendo un servizio digitale end to end per mantenere, riparare e gestire il guardaroba allo scopo di aumentare la sostenibilità dei vestiti e diminuire l’effetto Fast-Fashion.
Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.