Alla scoperta dell’ultima sezione sturziana italiana. Intervista con il suo segretario Giancarlo Chiapello
Quella dei “Popolari” moncalieresi è una storia locale ma intrisa di grandezza e universalità, grazie al fatto di essere ben incastonata in quel tessuto che connette il naturale con il soprannaturale, ovvero la Chiesa. D’altronde, la storia di Moncalieri stessa – la città dei “due proclami” (1849) di re Vittorio Emanuele II, allorché fu necessario allentare la tensione politica, in seguito alla sconfitta di Carlo Alberto nella prima guerra d’indipendenza e la conseguente firma, a Milano, del trattato di pace con l’Austria – è ricca di importanti opere cattoliche e di Beati e Servi di Dio, a iniziare dal suo patrono, Bernardo II di Baden (forse l’unica città in Italia ad avere come patrono un nobile tedesco), la beata Maria degli Angeli, Giovanna Francesca della Visitazione, la Venerabile Suor Maria Consolata Betrone e la Serva di Dio eprincipessa Maria Clotilde. Opere come il Real Collegio del Carlo Alberto dei padri Barnabiti, ove si trova la sede del centro culturale omonimo, importante istituzione della città.
Insomma, una storia locale e universale nel comune non capoluogo di provincia più grande del Piemonte, a pochi minuti da Torino. La sezione popolare di Moncalieri è l’ultima sezione del PPI fondato da Sturzo (lo scorso gennaio si sono celebrati i suoi 105 anni, essendo stato fondato il 18 gennaio 1919); dunque, una preziosa testimonianza di apostolato politico-culturale, che ha visto una moltitudine di uomini e donne – amici in Cristo – impiegare i propri tempo e talenti per servire la propria comunità e il bene comune.
Ne abbiamo parlato con il suo segretario Giancarlo Chiapello, non più tra gli ultimi custodi del gonfalone popolare, giacché sta assistendo a una rinascita popolare su e giù per la Penisola, oltre il shakespeariano “noi felicemente pochi”. Non a caso sabato 7 ottobre vi è stato un seminario nazionale, alla presenza di molti amici provenienti da un po’ tutta Italia e di autorevoli personalità quali l’onorevole Marco Calgaro (vecchia conoscenza di Tempi) e Markus Krienke, professore di Etica sociale cristiana e Dottrina sociale della Chiesa presso la Facoltà di Teologia di Lugano e membro del Comitato scientifico della Fondazione Adenauer (Roma).
Chiapello imparò, sin da giovane, l’arte della politica e dell’amministrazione comunale con gli onorevoli Alberto Monticone (fu presidente Azione Cattolica dal 1980 al 1986), con due figure centrali della corrente democristiana guidata da Carlo Donat-Cattin, “Forze Nuove”: Giovanni Porcellana e Guido Bodrato (con il quale, però, ebbe un serrato confronto, mantenendo una posizione diversa, perché contrario – come scrisse nel 2002 su Il Popolo – all’uscita dal PPE”), l’onorevole Martinazzoli, ultimo segretario DC e guida del “II” PPI. Non mancò nemmeno il confronto con il presidente Oscar Luigi Scalfaro, che nel 2003 fu tra gli autorevoli relatori di un corso formativo per i giovani popolari di Moncalieri, i cui atti vennero raccolti nel volume Le ragioni del servire. L’impegno sociopolitico dei cristiani, curato dallo stesso Chiapello.
Ricostruiamo “insieme” la storia della presenza “popolare” radicata a Moncalieri. Chi sono i protagonisti che ne hanno permesso la nascita?
La sezione, infatti, dopo la propaganda sul territorio del torinese Giuseppe Sansalvatore fin dal 16 marzo, nacque formalmente il 30 aprile 1919 grazie all’impegno del Sindaco Masera e del dr. Arduino con il sostegno fondamentale del Prevosto della Collegiata di Santa Maria della Scala ed in essa confluirono, i due gruppi costituzionali esistenti in città che si erano presentati alle elezioni politiche ed amministrative dell’anteguerra. Va ricordato che a Moncalieri, fin dal 1906 esisteva un gruppo “democratico-cristiano” legato a Romolo Murri.
La nuova sezione del PPI ottenne il riconoscimento ufficiale dal livello nazionale poco prima del I° Congresso Nazionale di Bologna. Proprio Felice Masera fonda quasi subito l’organo ufficiale dei popolari, il “Corriere Moncalierese”, settimanale che usciva il venerdì, giorno di mercato.
L’attività della sezione procede attraverso serrati confronti tra le diverse sensibilità in essa presenti e che rispecchiavano quelle torinesi e, più in generale, quelle nazionali, fino all’avvento della dittatura fascista. Ci fu ancora il tempo nel 1925, prima dell’arrivo del Podestà, dell’approvazione da parte del consiglio comunale, poi sciolto, per acclamazione di Cristo quale “Divin Consigliere”, simbolo di fraternità e lotta contro le violenze.
A questo punto sorge spontanea una curiosità: Don Sturzo è mai passato da Moncalieri?
No, a causa delle breve durata del PPI e dell’emergere del problema “fascismo”. Sebbene lo storico Federico Chabod abbia definito esso “fatto storico più importante della storia politico-sociale del Novecento”, il partito fondato dal sacerdote di Caltagirone durò solo sei anni. Però, Nel ‘23, al congresso di Torino del PPI, che fu importante per la scelta di uscire dal governo Mussolini, tra i protagonisti di spicco, vi fu anche il beato Pier Giorgio Frassati.
Quindi, quanto riportato fino ad adesso riguarda una prima fase della storia popolare in Moncalieri, ma immagino che ve ne siano state altre.
Sì, almeno altre tre. Ora, dopo la fase pre-fascista – procediamo nel passaggio successivo, apertosi con l’emergere della Democrazia Cristiana. Nel secondo dopoguerra, la sezione moncalierese formalmente non sparisce ma riemerge con molti suoi uomini con la trasformazione in DC che, partecipando alle elezioni comunali del ’46 vince potendo eleggere il poeta poeta pittore Mario Bechis quale nuovo sindaco nel nuovo consiglio comunale.
Egli guidò la ricostruzione rimanendo alla guida della Città per quattordici anni (e per due mandati sarà capogruppo della DC). I democratici cristiani rimarranno in maggioranza fino al 1975 con i Sindaci Guido Scaglione, il conte Edoardo Calleri di Sala (Primo presidente della regione Piemonte), Giuseppe Riva mentre passano all’opposizione, guidati come capogruppo dall’on. Giovanni Porcellana, già Sindaco di Torino, dall”80 all”85. Tornano in maggioranza, con sindaco socialista, nel 1985 guidati dall’on. Silvio Lega, vice segretario nazionale.
E immagino si giunga alla fase post-DC, caratterizzata dalla frammentazione (non si sciolse, giuridicamente parlando) della DC e di “tangentopoli”.
Esatto. Il difficile contesto degli anni novanta influenzò anche la situazione moncalierese: l’amministrazione iniziata nel 1990, in cui la DC era in maggiornaza, si concluse anzitempo nel 1993 con il commissariamento prefettizio di Moncalieri. Intanto venne introdotta la nuova legge elettorale per i comuni a doppio turno.
La sezione moncalierse della DC seguì la linea del rinnovamento nella continuità o meglio del “ricominciamento” (con il secondo PPI) del segretario nazionale Mino Martinazzoli, affrontando la tornata amministrativa del 21 novembre 1993 sotto l’insegna dello scudocrociato e la dicitura Popolare candidando sindaco Giovanni Porcellana che ottenne, pur tra mille difficoltà, un abbondante e lusinghiero 17% che lo riportarono sui banchi del consiglio comunale all’opposizione della maggioranza di sinistra uscita vincitrice nel ballottaggio con la Lega Nord. Intanto Martinazzoli lanciò l’appello “a quanti hanno passione civile” il 18 gennaio 1994 e tornò al nome di Partito Popolare Italiano: Moncalieri aveva precorso i tempi!
Molti non seguirono questa strada, scegliendo di abbandonare la sezione (siamo nel momento della nascita del CCD) che intorno a Porcellana tornò pienamente operativa anche grazie alla segreteria di Giacomo Gallo e all’arrivo, in particolare dal mondo parrocchiale, di un bel gruppo di giovani. Si giunse allo scontro nazionale del 1995 che vide fronteggiarsi, dentro il partito, la linea del nuovo segretario nazionale Rocco Buttiglione e quella che portò all’elezione a segretario di Gerardo Bianco. Nella spaccatura che ne seguì la sezione di Moncalieri rimase fedele alla linea popolare e solo pochi esponenti seguirono Buttiglione nel neo costituito CDU a cui venne attribuito l’uso dello scudocrociato.
Nella tornata del 1998 il PPI, pur in presenza dell’alleanza nazionale dell’Ulivo e delle pressioni degli organi provinciali e regionali, si presentò da solo per rivendicare la propria autonomia portando sui banchi dell’opposizione un proprio consigliere. Nel mentre la sezione fu intitolata al suo primo segretario del secondo dopo guerra il dott. Alfredo Rista.
E in tempi più recenti?
Si tratta della IV fase, che iniziò in seguito all’arrivo del nuovo millennio, e più precisamente nel 2002, allorquando si assistette alla nascita de La Margherita costituita da PPI, UDEUR, I Democratici, Rinnovamento Italiano: va sottolineato a tal proposito che senatore del collegio fu il popolare prof. Alberto Monticone, storico, già Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica e tra i fondatori di “Carta ’93” per il rinnovamento della DC, la cui linea politica venne seguita dalla sezione.
Nelle elezioni amministrative proprio del 2002 si presentò il simbolo della Margherita con all’interno, a mo’ di federazione elettorale, i simboli dei partiti fondatori. Capolista fu il segretario politico, ossia la mia persona, che venne eletta in consiglio comunale in maggioranza. Intanto la sezione si espresse contro lo scioglimento del PPI decretato dal congresso nazionale seguendo la linea espressa dal sen. Monticone e dall’on. Bianco ritenendo fondamentale mantenere viva una presenza organizzata ed autonoma laica di ispirazione cristiana. La sezione, conseguentemente non passò alla Margherita ma continuò la sua attività autonoma costituendosi in associazione popolare per mantenersi pienamente in continuità con la propria storia e presenza.
Non furono certo momenti semplici: fui indicato come delegato al congresso fondativo proprio de La Margherita dove Monticone si espresse contro abbandonando la sala, mentre io fui tra i pochi che votò contro tale nascita. La conseguenza fu la mia uscita dal gruppo consiliare de La Margherita e la confluenza nel gruppo misto-Popolari come capogruppo. Nel 2004 Monticone, Bianco e l’on. Duilio fondarono, di fronte anche all’inattività dell’associazione nazonale dei Popolari che doveva nascere secondo i deliberata dell’ultimo congresso nazionale del PPI, il movimento nazionale “Italia Popolare-Monvimento per l’Europa” a cui la sezione moncalierese ha aderito fungendo da segreteria organizzativa nazionale e diventando punto di riferimento di tanti amici in giro per l’Italia. Proprio per dare senso a tale linea, ad esempio, ci fu una memorabile serata di riflessione politica con l’on. Mino Martinazzoli il cui intervento partì dalla figura evangelica del “servo inutile”.
Nel 2006 la sezione registrò il “gonfalone popolare” presso il Ministero dell’Industria come marchio tutelato. Sotto queste insegne i Popolari si presentarono da soli, con nel simbolo anche quello dell’”Italia di mezzo” dell’on. Marco Follini, alle elezioni comunali del 2007 ritenendo le condizioni politiche per stringere alleanze inesistenti: non si riuscì a portare nessun esponente in consiglio ma la valutazione fatta si rivelò corretta perchè tale amministrazione si chiuse prima della fine del mandato, dopo due anni, con un nuovo commissariamento prefettizio. Alle elezioni comunali del 2010 i Popolari, con nel simbolo di fianco al gonfalone anche lo scudocrociato dell’UDC con cui si era stretto un accordo politico, si presentarono di nuovo in autonomia stringendo al secondo turno un’alleanza con il centro-sinistra e rientrando in aula in maggioranza con il sottoscritto di nuovo capogruppo dei Popolari.
Venute meno le ragioni di tale intesa (in politica non esistono matrimoni, ma rapporti transitori nel tempo dato per realizzare il programma), pur sapendo le difficoltà del momento storico per una presenza cattolica autonoma, ancora una volta i Popolari nel 2015, per mantenersi liberi e forti, affrontarono con coraggio la nuova avventura elettorale e si presentarono col gonfalone da soli, aumentando la propria percentuale di voti ma non riuscendo a rientrare in consiglio comunale fino al 2018 con l’arrivo di un consigliere comunale con cui iniziò una collaborazione bella, fondata innanzitutto sulla virtù dell’amicizia e sul riconoscimento della reciproca serietà.
Negli ultimi quindici anni siamo anche riusciti a ottenere l’intitolazione del piazzale Aldo Moro, nel centro di Moncalieri, e la cittadinanza onoraria per l’arma dei carabinieri, il cui primo Reggimento Piemonte è di stanza al castello reale, ove si congedò da questo mondo la serva di Dio Maria Clotilde di Savoia. Per non parlare dell’opera di “bonifica morale” contro le numerose infiltrazioni ‘ndranghetiste, che da anni affliggono la città, affrontate da noi popolari con quel “riarmo morale” tanto caro a Sturzo.
E, infine, arriviamo allo scorso 7 ottobre – data assai significativa: Madonna del Rosario e della Vittoria -, giorno in cui è stato convocato un congresso-seminario nazionale. Perché si è sentita l’esigenza di organizzarlo e a cosa ha portato?
Poiché è il tempo di un rinnovato impegno ed una rinnovata presenza “popolare” che ha il Vangelo come stella polare, la Dottrina Sociale della Chiesa come bussola, sulla scorta della lettera inviata da Papa Francesco al PPE lo scorso 9 giugno. Da essa è emersa la necessità di riprendere la tradizione democratico-cristiana; curiosamente, il Papa la cita spesso nei suoi discorsi dedicati alla politica. Lettera che è stata appoggiata da un documento (pubblicato anche tra le lettere al direttore Boffi) realizzato dalla segreteria moncalierese e firmato da molti popolari di diversa provenienza. Pertanto, tali fatti hanno confermato che si poteva proseguire con un incontro di persona, che, nonostante sia stato a porte chiuse, ha radunato un po’ da tutta Italia quasi una trentina di persone, la cui età media è stata bassa: ulteriore segnale che invita a guardare con più speranza al futuro. Tra l’altro, è stato organizzato a Torino per pure celebrare il centenario del congresso del ‘23, cui partecipò il Frassati.
Ha portato alla costituzione ufficiale del think tank nazionale popolare, che aveva iniziato la sua corsa ufficiosa nei mesi precedenti, e al rilancio della segreteria giovanile, allo scopo di passare dal nazionale all’europeo, fino all’“internazionalismo” secondo il metodo di Sturzo, De Gasperi, Adenauer, attingendo così, pienamente, alla visione culturale e sociale cristiana per contribuire al bene comune in ogni comunità di provenienza. Senza di essa si rimarrebbe in una dimensione fluida, tra tatticismi e centrismi “non aggettivati”, buoni per “tutte le stagioni” della politica nostrana. Troppo spesso ci si dimentica ciò che Sturzo scrisse al riguardo: “Per noi il centrismo è lo stesso che popolarismo, in quanto il nostro programma è un programma temperato e non estremo”.
In nome anche di una sana amicizia cattolica (virtù che ha sempre contraddistinto i popolari in politica) e in linea con con il memorandum d’amicizia firmato dai Giovani Democratico Cristiani della Repubblica di San Marino e i Giovani Popolari di Moncalieri, il 23/08/2020, e il lavoro internazionale iniziato a Lugano il 31 gennaio 2023, con il primo storico incontro tra le realtà storiche democratico-cristiane di lingua italiana, che ha coinvolto altresì la segreteria moncalierese nella sua sua doppia funzione locale e nazionale.
Laureato in Scienze Storiche. Con passione prova ad approfondire la Storia della Chiesa, l’antropologia religiosa, la storia dell’economia e delle esplorazioni. Avviato alla politica come servizio per il bene comune presso la scuola di formazione “Alcide de Gasperi”, curata da Fratel Enrico Trisoglio del San Giuseppe di Torino. Prova a ispirarsi ad autori cone Omero, Virgilio, San Tommaso d’Aquino, Dante, Santa Caterina da Siena, Shakespeare, Santa Teresina di Lisieux, Soloev’ëv, Dostoevskij, Solženicyn, Charles Dickens, Chesterton, Hilaire Belloc, padre Vincent McNabb, Tolkien, Giovannino Guareschi, Lewis, Augusto del Noce, Fabrice Hadjadj.
Tra i fondatori e i curatori del sito La Baionetta. Ha collaborato e collabora con diverse testate, quali Vita Diocesana Pinerolese, Tempi, il Foglio, il sito della fondazione romana Europa Popolare (legata al partito popolare europeo). Delegato giovani e consigliere regionale del Movimento Cristiano Lavoratori del Piemonte. Presidente dell’associazione culturale “Samizdat online”.