Censimento in Papua Nuova Guinea: la popolazione cresce a ritmi preoccupanti
Mentre in Giappone sono in allarme per il costante calo demografico e la carenza di giovani, la Papua Nuova Guinea sembra soffrire del problema opposto. Con un 230mila nuovi nati oggi anno, il tasso di crescita umana viene visto oggi come una “minaccia”.
I numeri del censimento
Secondo l’ultimo censimento vi sono nel Paese 10 milioni e 200mila abitanti, il 40% rispetto al precedente conteggio effettuato nel 2011. Quattro milioni di papuani hanno meno di 18 anni, un dato definito come “pauroso” dal ricercatore del centro statistico nazionale John Igitoi. Altri parlano di “bomba demografica a orologeria”, con una previsione di 15 milioni di abitanti entro il prossimo decennio e 18 milioni per il 2040. Cioè ben oltre le attuali capacità del sistema sanitario, delle infrastrutture e del mercato del lavoro. Già oggi gli ospedali non hanno un numero adeguato di medici e sono sovraffollati, così come le scuole, che vedono appena un insegnante ogni 60 studenti. Idem per le forze di polizia che sono sotto organico e le città dove il lavoro è troppo poco per il numero di giovani diplomati che lo cercano.
Le gravidanze delle giovani papuane
Il censimento è durato da giugno a ottobre, addirittura tre mesi dopo il termine previsto. Oltre a questo difetto, le critiche mosse riguardano anche il numero limitato di domande e il mancato rispetto degli standard ONU per l’affidabilità dei conteggi demografici. Per quanto imperfetta, questa conta individua le cause principali del forte incremento della popolazione. Anzitutto l’alto numero di gravidanze non pianificate, un terzo del totale, a loro volta causate in gran parte dalla disponibilità dei contraccettivi per appena il 37% delle donne. Molte di loro rimangono incinta prima di compiere 20 anni, anche perché non terminano la scuola e diventano subito madri. Infatti le ragazze con istruzione superiore si sposano mediamente verso i 24 anni, mentre le altre a 18. Vi sono infine i condizionamenti sociali delle regioni rurali, che richiedono di fare più figli per aiutare la famiglia nei campi.
Il confronto col Giappone
Per incamminarsi sulla strada dello sviluppo sostenibile, gli esperti consigliano ai papuani di procreare in base a cosa la famiglia possa effettivamente garantire al nascituro: buone condizioni di salute, benessere materiale, istruzione adeguata. Si chieda però ai giapponesi cosa succede quanto i suddetti requisiti vengono rispettati con zelo eccessivo: si verifica quella che l’ex premier Shigeru Ishiba ha definito una “emergenza silenziosa”. Tokyo ha appena toccato il record negativo di popolazione, 900mila abitanti in meno. Il calo prosegue per il 16esimo anno di fila, passando dai 126,6 milioni di abitanti nel 2009 agli attuali 120,7 milioni. Solamente il 10% è formato da bambini sotto i 15 anni. In compenso cresce il numero degli anziani, popolazione non attiva che pesa sul bilancio statale: più del 30% ha oltre 65 anni. Da qui la spinta per sostituire con gli immigrati i giapponesi non nati.

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