Marocco, il re annuncia fondi per sanità e istruzione dopo le proteste di GenZ212
Il governo di Rabat risponde alle proteste dei marocchini con l’annuncio di iniziative economiche e infrastrutturali. Dopo un mese non si placano ancora le manifestazioni del movimento giovanile che si coordina online e che critica la situazione nel Paese.
Stadi sì, ospedali no?
Il Marocco ha destinato somme ingenti per la costruzione degli impianti in vista della Coppa del Mondo del 2030, che ospiterà insieme a Spagna e Portogallo. Tali soldi dunque non andranno all’istruzione e alla sanità: la protesta è partita proprio dallo slogan “Gli stadi ci sono, ma gli ospedali dove sono?”. Altre contraddizioni hanno esacerbato l’umore dei marocchini, che con una disoccupazione giovanile al 36% vede molti emigrare in Europa mentre il governo sembra pensare solo al turismo e alle grandi città.
Stavolta le autorità sperano di soddisfare le richieste dei cittadini scontenti: il Ministero delle Finanze ha sottoposto all’approvazione del Parlamento il bilancio 2026 per un totale di 760 miliardi di dirham, che equivalgono a circa 70,7 miliardi di euro. È un aumento del 5,5% rispetto allo scorso anno. Alla sanità e all’istruzione andranno 140 miliardi di dirham. Il governo ha specificato che uno degli obiettivi del prossimo bilancio è di ridurre le ineguaglianze fra le varie regioni, fra le aree montuose e le oasi, e di agevolare lo sviluppo sostenibile delle zone costiere.
L’intervento del re
I marocchini inneggiano al re Mohammed VI, chiedendone l’intervento nella risoluzione dei problemi nazionali perché lo vedono come “arbitro” fra governo e popolazione. Il suo ufficio ha annunciato che le nuove misure creeranno 27mila posti di lavoro in istruzione e sanità, i due settori che più interessano i manifestanti. I portavoce di questi ultimi fanno sapere di apprezzare tale impegno. Tuttavia per loro non basta, perché il processo di riforma dello Stato non deve fermarsi a un aumento delle risorse nel bilancio, ma deve proseguire verso ulteriori miglioramenti. I critici ritengono che quella del bilancio sia soltanto una mossa strategica intesa a placare il malessere e a ingraziarsi il favore popolare. Secondo il sociologo Mehdi Alioua dell’istituto di studi politici Sciences Po Rabat-UIR, facendo annunciare dal suo ufficio le novità belle , il re ottiene di dire ai giovani che sono stati ascoltati, ma senza scendere direttamente nell’arena politica.
GenZ212
Sono proprio i giovani la parte più grossa e determinata delle proteste di queste settimane. Le hanno organizzato online i gruppi che fanno riferimento a GenZ212, il collettivo – apparentemente senza leader – che si coordina tramite la piattaforma digitale Discord. In pochi giorni gli iscritti sono passati da 3mila a 130mila: sono in particolare i nati fra la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2010. Il nome fa quindi riferimento alla cosiddetta “generazione Z” e comprende il prefisso telefonico del Marocco. Il fenomeno delle proteste giovanili si sta diffondendo in vari Paesi del Sud Globale, dal Kenya al Perù, dal Nepal al Madagascar. Hanno caratteristiche e obiettivi simili, come il rigetto dei partiti tradizionali e la denuncia della corruzione statale, ma non si sa se siano ispirati da una regia comune o sono invece focolai distinti di rivolta popolare.
Nel caso del Marocco al momento non si conoscono con precisione i suoi fondatori né i suoi finanziatori. Anche per questo motivo era difficoltoso per il governo riuscire a dialogare con i GenZ212 e offrire risposte alle loro istanze. Si sa comunque che predicano di astenersi dalla violenza e sono dispiaciuti perché alcuni dei manifestanti hanno compiuto atti distruttivi nel corso delle proteste. Oggi proclamano nuove manifestazioni pacifiche in diverse città nei prossimi giorni perché considerano le misure annunciate dai vertici di Rabat come un buon risultato, ma che non lo accetteranno finché non saranno rilasciati tutti i manifestanti arrestati. Infatti le autorità avevano reagito alle prime proteste con la repressione, arrestando circa 1000 persone e provocando la morte di almeno tre persone e il ferimento di varie decine.

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