Tensioni politiche a Kiev: Zelensky mette sanzioni all’ex presidente Poroshenko
La scorsa settimana il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato la decisione di imporre sanzioni contro il suo predecessore. In questo modo continua a modellare a suo favore il panorama politico del Paese, sapendo bene che presto dovrà accettare lo svolgimento delle elezioni presidenziali. Anzi, in Ucraina dicono che con questa mossa ha di fatto dato inizio alla campagna elettorale.
La mossa di Zelensky
Dopo una seduta del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale, Zelensky ha annunciato di aver preso una decisione importante da implementare il giorno successivo. Senza fare esplicitamente nomi, ha spiegato che il governo si dedica a “difendere il Paese” e a “ristabilire la giustizia”, avvertendo che dovranno rendere conto tutti coloro che hanno distrutto la sicurezza nazionale dell’Ucraina e aiutato la Russia. Era chiaro il riferimento all’ex presidente Petro Poroshenko, soprattutto quando ha detto che i miliardi guadagnati svendendo l’Ucraina e gli interessi ucraini devono essere bloccati e utilizzati al fine di proteggere il Paese e i cittadini. Oltre al suo predecessore, obiettivo delle sanzioni sono altri “oligarchi” che fino prima del conflitto detenevano posizioni di rilievo. Si tratta dell’uomo d’affari Kostyantyn Zhevago, del magnate già in carcere Ihor Kolomoisky, dell’ex banchiere Gennadiy Bogolyubov e dell’ex deputato e amico personale di Putin Viktor Medvedchuk, oggi residente in Russia.
La reazione di Poroshenko
Chiamato “il re del cioccolato” per l’azienda dolciaria sulla quale ha costruito il suo successo imprenditoriale, Poroshenko è stato presidente dell’Ucraina dal 2014 al 2019. Alle ultime elezioni ha subito da Zelensky una pesante sconfitta e in seguito sono stati intentati contro di lui ben 20 procedimenti. Le autorità gli hanno inflitto pesanti ammende e la perdita delle partecipazioni in diverse società. Dopo le scoppio delle ostilità con la Russia, le azioni giudiziarie si sono fermate, per riprendere qualche giorno fa. Secondo Poroshenko, sono ripartiti proprio sotto la spinta di Zelensky, che probabilmente sogna di farlo condannare per “alto tradimento”. A sua volta l’ex presidente denuncia: Il Consiglio di sicurezza e di difesa nazionale ha preso una decisione incostituzionale e motivata politicamente allo scopo di imporre sanzioni contro di me. E ne ha pure per Zelensky: l’intera responsabilità per le conseguenze negative ricade su di lui.
Critiche dall’interno e dall’esterno
In molti hanno criticato la mossa di Zelensky, sia sul piano interno che su quello internazionale. L’ex premier svedese Carl Bildt, oggi condirettore dello European Council on Foreign Relations, spiega come queste ennesime sanzioni contro avversari e concorrenti danneggino ulteriormente la reputazione di Zelensky presso gli alleati europei. Per Bildt è chiaro che si tratta di una “pura e semplice vendetta politica”. L’aver fatto affari con Mosca non significa molto, dice, perché in passato aveva legami commerciali con la Russia anche lo stesso Zelensky. L’analista politico ucraino Volodymyr Fesenko afferma: Vi è una febbre elettorale. L’aspettativa per la fine della guerra ha indotto anche l’aspettativa per le elezioni. Oleksiy Haran, docente e ricercatore di Kiev, asserisce che l’attacco a Poroshenko è un atto sfavorevole all’intero Paese e non aumenterà l’autorità di Zelensky.
Senza le elezioni non c’è democrazia
Gli esperti sospettano quindi che questa sia un’altra misura per ridurre lo spazio di manovra delle opposizioni. Zelensky cerca continuamente di consolidare il potere, ormai vacillante sia a causa degli insuccessi militari che per il fatto di essere inficiato in partenza. Infatti il suo termine è scaduto a maggio 2024 e perde credibilità ogni giorno che passa. Rimane al suo posto soltanto grazie alla legge marziale da lui stesso periodicamente rinnovata. E dire che nella campagna elettorale del 2019 aveva promesso di restare in carica per un solo mandato! Che gli piaccia o no, le prossime presidenziali dovranno tenersi entro quest’anno. L’inviato speciale sull’Ucraina della Casa Bianca Keith Kellogg ha di recente affermato questa necessità per Kiev. Dice il funzionario americano: La maggior parte delle nazioni democratiche svolgono elezioni anche in tempo di guerra. Credo sia importante che lo facciano. Penso sia qualcosa di positivo per la democrazia.
La stagione elettorale è iniziata!
Il giornale ucraino Kyiv Independent sostiene che con questo “attacco all’opposizione” di Zelensky abbia di fatto avviato la stagione elettorale. Insomma, un chiaro messaggio di minaccia ai concorrenti in procinto di prepararsi alle future elezioni. Con i 27 seggi del suo partito Solidarietà Europea e un certo grado di popolarità, Poroshenko sarebbe uno dei naturali sfidanti. In realtà, l’ex presidente ha sempre detto che organizzare la tornata durante il conflitto minerebbe l’unità nazionale. Tuttavia gli esponenti del suo partito stanno lavorando in vista della campagna elettorale, così come altri soggetti di spicco del panorama politico interno. Uno su tutti, il sindaco di Kiev Vitali Klitschko, che di recente ha accusato Zelensky e il suo entourage di interferire nell’amministrazione della capitale. Tra gli altri, vi sarebbero anche i candidati di area filo-russa, che avrebbero gioco difficile per imporsi, ma che in ogni caso toglierebbero a Zelensky voti e consenso.

52 anni, padre di tre figli. E’ massimo esperto di Medio Oriente e studi geopolitici.