Gli ucraini sono inquieti al pensiero di Vance come vicepresidente di Trump

Gli ucraini sono inquieti al pensiero di Vance come vicepresidente di Trump

20 Luglio 2024 0

Che cosa implicherebbe per Kiev l’entrata in carica di Vance come vicepresidente di Trump? Ammesso naturalmente che quest’ultimo vinca le elezioni, ma sembra ormai sicuro che tornerà alla Casa Bianca il prossimo gennaio. Alla convention repubblicana ha designato come suo vice J.D. Vance, il quale ha dichiarato che fare concessioni territoriali al Cremlino sarebbe nel miglior interesse di Washington, se ciò permettesse di porre fine al conflitto. Ha anche detto che per gli USA non è poi così necessario continuare a fornire armi e denari all’Ucraina. Dunque, niente di buono per Zelensky, che rimarrà presidente chissà per quanto, vista la sua traballante posizione, garantita solo dalla legge marziale. Il portale dell’emittente americana NBC ha raccolto il parere degli esperti e dei cittadini ucraini.

Basta agli abusivi della generosità americana

Il recentissimo annuncio di Trump sulla scelta del vicepresidente sta facendo discutere l’opinione pubblica a livello mondiale. Il designato è il quarantenne James David Vance, senatore dell’Ohio, il quale ha subito espresso la sua visione su alcune questioni di rilevanza internazionale. Nel corso della convention repubblicana di mercoledì scorso ha infatti dichiarato: Insieme faremo in modo che i nostri alleati condividano il peso della garanzia per la pace nel mondo. Non vi saranno più elargizioni gratuite per quei Paesi che abusano della generosità dei contribuenti americani. Così, se il “ticket” repubblicano dovesse vincere le presidenziali di novembre, le conseguenze della vicepresidenza Vance si farebbe sentire non soltanto in Ucraina, la prima alla quale si rivolgono le critiche del senatore a proposito dell’assistenza USA.

Prospettive pessime per Kiev

Le sue parole fanno poco per tranquillizzare gli amici dell’America sulle prospettive di un secondo mandato Trump riguardo al conflitto ucraino. Zelensky e i suoi ministri e generali non hanno commentato direttamente la designazione di Vance, ma gli specialisti di politica estera e gli stessi cittadini ucraini non sono affatto ottimisti sulle conseguenze che potrebbe avere per la difesa del territorio ancora sotto il controllo di Kiev e la riconquista di quello passato a Mosca. Rajan Menon, esperto di difesa e professore emerito del City College di New York, afferma che gli ucraini sono in una posizione bruttissima. Gli USA sono da sempre il loro principale sostenitore, di gran lunga più impegnato rispetto agli europei. Così, se Washington si defila, a Kiev mancheranno sia gli strumenti chiave per la difesa aerea delle città sia l’artiglieria.

La politica estera di Vance

Vance e Trump appaiono ben allineati in politica estera, ma il primo sembra avere una visione del mondo più articolata e coerente rispetto al secondo. L’approccio di Vance alle questioni internazionali segna un netto distacco dal concetto di “ordine basato sulle regole” sorto dopo la Seconda Guerra mondiale. Si differenzia pure dall’ideologia che caratterizzava il vicepresidente della prima amministrazione Trump, Mike Pence, che vedeva l’America come superpotenza globale. Vance invece parte dall’ideologia dell’America First e dalle specifiche alleanze del primo Trump. Mentre il suo appoggio al premier israeliano Netanyahu rimane saldo e mostra apertura “all’uomo forte” di Budapest Orbán, mette in discussione l’importanza dell’aiuto a Taiwan e invoca la rapida fine del conflitto in Ucraina. Prefigura così il probabile riconoscimento delle regioni già incorporate nella Federazione Russa. Tutto ciò sta facendo preoccupare Kiev e suoi alleati dentro la NATO.

Una posizione sia concreta che ideologica

Poco prima dell’inizio della cosiddetta “operazione militare speciale”, Vance aveva affermato in un podcast: Non mi interessa affatto cosa accadrà all’Ucraina in un modo o nell’altro. Dal 24 febbraio 2022 in avanti, ha criticato l’assistenza che gli USA hanno fornito a Kiev grazie all’amministrazione Biden. Il pacchetto da 61 miliardi di dollari emesso ad aprile va contro la politica di “scarsità” che regge la visione di Vance in politica estera. Proprio come Trump, infatti, ha attaccato i membri della NATO perché non pagano abbastanza le loro quote di sostegno all’Ucraina. Qualche mese fa, sul giornale britannico Financial Times ha scritto: Onestamente, non c’è alcuna buona ragione per cui gli aiuti americani debbano servire. L’Europa è fatta di tanti grandi Paesi che hanno economie produttive.

Ha poi aggiunto che il divario fra ciò di cui necessità l’Ucraina e ciò che l’America può fornire non è solamente di tipo ideologico. Si tratta invece di “fare i calcoli”. Come ha detto al The New York Times ad aprile, l’Ucraina ha bisogno di più di quanto gli USA possano dare. Sebbene l’Europa abbia già aumentato le proprie spese per la difesa, l’ex direttore della sezione tedesca del Council on Foreign Relations Guntram Wolff ha detto che questa tendenza dovrà accelerare molto di più sotto un’amministrazione Trump/Vance.

Gli ucraini sono preoccupati

A Kiev la designazione di Kiev ha provocato turbamento. Quando ho sentito la scelta di Trump sono rimasto frastornato, ha dichiarato alla NBC il 32enne Serhii Zhuravlev, che di lavoro fa il direttore del marketing. Non possiamo ovviamente dire se in quella posizione sarà messo un nostro amico. Altri sono ancora più preoccupati. Per esempio la 34enne Anna Uryupina, fioraia: Se una persona con tali idee occupa il posto di vicepresidente, ciò si rifletterà sull’Ucraina in una pessima maniera. Ho paura e sfiducia. Già adesso stiamo andando nella direzione sbagliata per colpa di persone influenti.

Come riportano i media occidentali, la scorsa settimana missili russi sono caduti su tutto il Paese uccidendo dozzine di persone e colpendo un ospedale pediatrico. Si è trattato del più grande attacco degli ultimi mesi. Le Forze aeree ucraine hanno affermato che la Russia ha usato i suoi missili più avanzati, difficili da intercettare. Gli esperti e i cittadini sono scettici su quanto effettivamente Vance possa influenzare Trump. La Uryupina dice che Vance farà quanto gli verrà detto. Sosterrà diligentemente Trump perché capisce che è un’opportunità per diventare poi lui stesso presidente, dice Menon. Si è dimostrato una figura camaleontica, se pensiamo che una volta aveva descritto Trump come “Hitler d’America”.

Concessioni territoriali alla Russia

La visione di Trump e dei suoi alleati è che la guerra sia evitabile e che possa essere terminata velocemente con delle concessioni, come lasciare alla Russia i territori annessi. L’ex premier britannico ha detto, dopo una conversazione avuta questa settimana con Trump, di non avere dubbi che sarà forte e deciso nel suo supporto all’Ucraina e nella difesa della democrazia. Ma l’ex presidente si è già dimostrato imprevedibile, avendo pure minacciato di ritirare gli USA dall’Alleanza Atlantica. Vance invece è più incline a rimanere nella NATO, ma ha anche detto che le concessioni territoriali dell’Ucraina alla Russia sono “nel miglior interesse dell’America”. Se ciò accadesse, ipotizza Wolff, oggi collaboratore di alto livello del think tank belga Bruegel, allora tali favori a Putin renderebbero più audace questa “Russia neo-imperialista”, rendendola aggressiva pure verso gli Stati membri della NATO.

Redazione Strumenti Politici
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