24 Aprile, ricorre la commemorazione del genocidio armeno. Anche gli Stati Uniti finalmente ricordano il massacro

24 Aprile, ricorre la commemorazione del genocidio armeno. Anche gli Stati Uniti finalmente ricordano il massacro

24 Aprile 2021 0

Oggi 24 aprile si celebra la giornata della commemorazione del genocidio armeno. Più di cento anni fa un milione e mezzo di armeni furono massacrati nell’Impero ottomano. Uomini e donne, bambini ed anzani che vennero trucidati, decapitati, crocifissi, o deportati verso il deserto siriano dove trovarono la loro morte.

Il 24 aprile di ogni anno centinaia di migliaia di persone si recano a Tsitsernakaberd, il Memoriale del genocidio, inoltre si svolgono cerimonie di commemorazione in tutti gli angoli della terra. Stammatina il Primo ministro Nikol Pashinyan, il Presidente Armen Sarkisyan,  il Capo dell’Assemblea Nazionale Ararat Mirzoyan e il Catholicos di tutti gli armeni Karekin II hanno reso omaggio alle vittime del genocidio e  hanno deposto corone al Memoriale.

Nel suo messaggio rivolto agli armeni il Primo Ministro Pashinyan ha detto “è innegabile che solo la condanna di un crimine può impedire che tali crimini si ripetano in futuro. Apprezziamo molto il riconoscimento del genocidio armeno da parte di diversi paesi del mondo”.

Poco fa il  Presidente degli Stati Uniti, John Biden ha riconosciuto formalmente il genocidio armeno. “Ogni anno questo giorno, ricordiamo le vite di tutti quelli che sono morti nel genocidio armeno in epoca ottomana e ci impegniamo di nuovo a prevenire che tali atrocità accadano di nuovo”, ha scritto Biden. 

Giorni fa New York Times, Bloomberg e Reuters annunciavano che il Presidente Biden l’avrebbe  riconosciuto con una dichiarazione ufficiale. D’altra parte il Congresso americano aveva approvato, negli scorsi mesi, una mozione che riconosceva il genodicio armeno seguito dal  Senato che aveva votato all’unanimita il riconoscimento di questo tragico eccidio.

In questi giorni il Presidente armeno Sarkissyan aveva inviato lettere ai capi di numerosi paesi ed organizzazioni internazionali. “Siamo convinti che uno degli strumenti per prevenire i genocidi e le politiche genocide sia riconoscerli e condannarli. Aspettiamo con impazienza la vostra riaffermazione dell’impegno a promuovere la giustizia storica e prevenire nuovi genocidi”, aveva scritto Armen Sarkissyan nella sua lettera indirizzata al Presidente Biden.

Il primo paese a riconoscere il genocidio armeno fu l’Uruguay che nel 1965 riconobbe ufficialmente come genocidio lo sterminio degli armeni.  Negli anni successivi altri paesi come la Francia, il Canada, la Grecia, il Libano, l’Argentina, la Russia intrapresero questa strada. In Francia il 24 aprile si celebra la Giornata nazionale di commemorazione del genocidio armeno. “La Francia sa guardare la storia in faccia”, aveva detto il Presidente francese Emmanuel Macron nel 2019. Ancor prima, nel 2011 l’Assemblea francese aveva votato la proposta di legge che sanziona il negazionismo del genocidio armeno. 

Negli ultimi anni anche  l’Italia ha fatto passi concreti verso il riconoscimento del genocidio armeno. Nel 2019 la Camera dei Deputati  ha approvato una mozione che “impegna il Governo italiano a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e a darne risonanaza internazionale”. Pochi anna fa, nel 2015 per il centennario del genocidio armeno  venne celebrata una messa nel Vaticano, all’inizio della quale Papa Francesco disse: “Nel secolo scorso la nostra famiglia umana è passata attraverso tre enormi tragedie senza precedenti. La prima, che è ampiamente ritenuta il primo genocidio del ventesimo secolo, ha colpito il popolo armeno”.

 Una dichiarazione che suscitò l’ira dell’Ankara che convocò l’ambasciatore della Santa Sede. Questo non impedì al Papa di pronunciare ancora una volta la parola “genocidio”  l’anno dopo, durante la sua visita in Armenia mentre si recò al Memoriale del genocido  pregando per le vittime inermi di questi massacri. 

Nonostante i fatti storici, le prove indiscutibili e il riconocimento da parte di numerosi paesi, il Governo turco continua a negare il genocidio armeno perpetrato dai Giovani Turchi. Erdoghan, perfino, non nasconde le sue intenzioni di portare a compimento lo sterminio degli armeni.  Il 10 dicembre 2020 durante la Parata della Vittoria  organizzata dal presidente azero Ilham Aliyev a Baku il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoghan aveva fatto una dichiarazione agghiacciante “Oggi, le anime di Nuri Pascià, di Enver Pascià e dei coraggiosi soldati dell’Esercito Islamico del Caucaso si rallegreranno”. Enver Pascià, il  Ministro della Guerra dell’Impero ottomano è noto come uno dei responsabili dell’esecuzione del genocidio armeno assieme a Taleat ed Kemal Pascià. “In efetti, Erdoghan sta cercando a continuare la politica genocida adottata dai Giovani Tuchi facendo uso dell’Azerbaijan” ha detto Ruben Safratyan, storico e turcologo armeno. 

Una simile dicharazione del Presidente turco risale allo scorso luglio. “Continueremo a compiere la missione che i nostri nonni hanno svolto per secoli nel Caucaso”, aveva dichiarato Erdoghan, che sembra determinato a portare avanti la politica genocida della Turchia assieme ad Aliev. 

Durante la  guerra di Nagorno Karabakh di pochi mesi fa il popolo armeno affrontava una minaccia esistenziale, mentre l’alleanza turco-azera con il coinvolgimento dei terroristi siriani commetteva crimini di guerra spesso prendendo di mira civili torturandoli e decapitandoli.

La seconda guerra del Karabakh, l’aggressione azero-turca che cercava di annientare il popolo armeno nell’Artsakh, la politica estera espansionista della Turchia e le aspirazioni territoriali verso l’Armenia sono venute a testimoniare la rinascita della loro ideologia genocida. L’armenofobia è l’essenza del panturchismo e oggi assistiamo alle sue manifestazioni più disgustose in Azerbaijan portate avanti dalle autorità di quel paese”, ha detto Nikol Pashinyan.

Ani Vardanyan
AniVardanyan

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici