Vittime della propaganda di guerra

Vittime della propaganda di guerra

18 Dicembre 2024 0

George Orwell affermava che la propaganda è veramente un’arma, come lo sono i cannoni e le bombe. Dunque imparare a difendersi è importante esattamente come trovare un riparo contro un attacco aereo. Eppure oggi non ce ne accorgiamo.

Da un recente sondaggio della Ghisleri emerge infatti che il 52% degli intervistati pensa che il conflitto tra Russia e Ucraina non possa allargarsi e coinvolgere l’Europa. Nella fascia tra i 18 e i 24 anni, addirittura il 50% dei giovani italiani crede che le minacce di Mosca siano soltanto propaganda. È ovvio che queste persone non comprendono fino in fondo la serietà del momento che stiamo vivendo. Sono anche loro vittime della tipica comunicazione di guerra, che tende a modificare in modo unilaterale le informazioni a proprio uso e consumo.

I cittadini che guardano i telegiornali e i talk show e che leggono i quotidiani stanno subendo un bombardamento mediatico. È un bombardamento vero e proprio, come raccontava Orwell. Ne sono inconsapevoli, almeno in parte. Questo genere di propaganda viene solitamente attribuita alla Russia: peccato però che i primi trattati scientifici sulla propaganda siano stati scritti in Occidente e siano stati messi in pratica all’inizio del secolo scorso proprio qui, nella nostra tanto cara Europa civilizzata e in America.

La propaganda veniva usata per piegare l’opinione pubblica sia sulle questioni belliche sia su quelle più banalmente commerciali. Esattamente come adesso, se pensiamo all’enorme campagna mediatica allestita contro Donald Trump da parte dell’intellighenzia di oltreoceano e di quella nostrana. È sufficiente entrare in qualunque libreria italiana per rendersi conto della presenza asfissiante di una saggistica a senso unico. Vengono infatti pubblicati solamente certi autori, quelli che propongono le argomentazioni gradite ai “manovratori”, e i loro libri sono messi in bella mostra e spinti nelle vendite. Altri autori, quelli che presentano idee diverse, sono ignorati o nemmeno pubblicati.

Ma è possibile che la verità stia sempre da un’unica parte? Certo che no, e infatti quello che subiamo oggi è un bestiario che sacrifica la verità sull’altare dei giochi geopolitici. D’altro canto lo diceva già Eschilo: in guerra la verità è la prima vittima. E voi credete a tutto ciò che scrivono i giornali mainstream?

Marco Fontana
marco.fontana

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici