Sabotaggio del Nord Stream, arrivano conferme ai sospetti su Kiev e persino su Varsavia

Sabotaggio del Nord Stream, arrivano conferme ai sospetti su Kiev e persino su Varsavia

21 Agosto 2024 0

Dopo aver chiuso di fatto il rubinetto dell’assistenza finanziaria (e militare) agli ucraini Berlino ha trovato nuove ragioni per raffreddare ulteriormente i rapporti con Kiev. Infatti con le nuove rivelazioni sull’attentato al Nord Stream del settembre 2022, ce n’è abbastanza per mettere in grave imbarazzo il governo tedesco.

Nuove rivelazioni contro gli ucraini

Stanno uscendo nuove prove a supporto del teorema accusatorio per il quale gli esecutori materiali del sabotaggio al Nord Stream 1 e 2 sono stati uomini al servizio di Kiev. Subito dopo il fattaccio erano emerse indicazioni sul coinvolgimento della CIA. L’anno scorso il New York Times aveva riferito che dei funzionari americani pensavano che il colpevole fosse un’organizzazione filo-ucraina. Infine il premier ungherese Orbán a luglio ha definito questo “atto di terrorismo” come “eseguito sotto ovvia direzione degli americani”. Oggi, che a far saltare il gasdotto russo-tedesco sia stata una squadra ucraina lo riferisce lo Wall Street Journal.

Gli ucraini negano tutto

Il portavoce di Zelensky Mykhailo Podolyak rigetta qualsiasi addebito del genere, anzi a sua volta accusa i russi per l’operazione. Spiega infatti che per un sabotaggio di questo livello servivano risorse finanziarie e tecnologiche che solamente la Russia possiede. Tuttavia, per Mosca si sarebbe trattato di una mossa tanto illogica quanto controproducente, ma persino in questo caso a Kiev ripetono la solita solfa: “ha stato Putin!”. Sul giornale americano comunque si leggono accuse piuttosto precise. Un piccolo commando ucraino avrebbe agito su ordine iniziale del presidente Zelensky, poi cancellato proprio su richiesta della CIA, ma l’operazione è stata portata ugualmente a termine. I sabotatori erano in 6, sia militari che specialisti civili, finanziati da fondi privati e diretti da un generale che riferiva all’allora comandante in capo dell’esercito ucraino Valery Zaluzhny. Quest’ultimo, oggi ambasciatore a Londra, ha negato tutto e ha definito le accuse come una banale provocazione.

Le indagini tedesche

Le autorità di Berlino insistono nel seguire la pista che porta agli ufficiali ucraini. Hanno emesso un mandato di arresto europeo verso tale Volodymyr Zhuravlev, istruttore subacqueo domiciliato in Polonia che avrebbe guidato l’immersione verso il gasdotto. Varsavia ha confermato di aver ricevuto notifica del mandato, ma la polizia non ha potuto arrestare il sospettato in quanto a luglio aveva già lasciato il territorio polacco. Lo sforzo degli inquirenti tedeschi è tanto più encomiabile quanto più si considera che potrebbe avere (anzi, sta già avendo) un esito altamente imbarazzante per Berlino, che dovrebbe ammettere di sostenere con armi e finanze un “alleato” che gli ha distrutto di nascosto un’infrastruttura costosissima e altamente strategica.

Inviti alla prudenza

Invita alla cautela rispetto alle rivelazioni dello Wall Street Journal il parlamentare di opposizione Roderich Kiesewetter, deputato della CDU e membro del Comitato affari esteri del Bundestag. Secondo lui si potrebbe trattare di un’opera di disinformazione finalizzata a gettare la colpa proprio su Kiev. Posto che il gasdotto è stato distrutto solamente quando era chiaro che non sarebbe mai stato utilizzato in futuro, spiega Kiesewetter, la questione presenta ancora troppi punti oscuri e contorni poco nitidi per poter emettere dei verdetti di colpevolezza.

I polacchi sapevano?

Sebbene in Germania qualcuno tenti di minimizzare, come visto sopra, è ormai noto che nel 2022 a Kiev si discutesse se fosse il caso di colpire il Nord Stream o meno, e con quali modalità. A ciò si aggiunga che pure a Varsavia erano informati di ciò. Lo si evince tra l’altro da un tweet (poi cancellato) di Radosław Sikorski, oggi niente meno che ministro degli Esteri polacco ed eurodeputato all’epoca dell’attentato al gasdotto. Nel suo post addirittura ringraziava gli USA per aver fatto saltare l’infrastruttura! Inoltre c’è la scarsa propensione alla collaborazione mostrata dalle autorità polacche nell’inchiesta dei colleghi tedeschi. Basti pensare alla scusa imbarazzante con cui la Procura generale di Varsavia ha spiegato la fuga del sospettato ucraino dal suo territorio. Dicono che poiché dalla Germania non ne avevano inserito il nome nel relativo database giudiziario, le guardie di frontiera polacche non potevano sapere che aveva oltrepassato il confine uscendo dal Paese.

Affermazioni pesanti

Ci sono poi le pesanti affermazioni di August Hanning, dal 1998 al 2005 capo del Bundesnachrichtendienst, il Servizio federale di intelligence tedesco. L’ex direttore del BND accusa infatti Zelensky e Duda, presidente della Polonia, di essersi accordati per effettuare il sabotaggio. D’altronde, il Nord Stream non era mai stato amato da Varsavia, che aveva già criticato la Germania per aver creato tale infrastruttura allo scopo di collegarsi direttamente al grande fornitore russo e diventarne di fatto il centro di distribuzione a livello continentale.

Le conseguenze sulla scena politica tedesca

Gli inquirenti tedeschi hanno lavorato con la massima diligenza per scoprire i colpevoli, nonostante possano generarsi turbolenze sul piano politico. Bisogna ricordare che l’attacco a un’infrastruttura cruciale come il Nord Stream è considerabile per il diritto internazionale come un vero e proprio atto di guerra. Ad aver compiuto tale atto contro la Germania, Paese membro della NATO, potrebbe essere stata l’Ucraina, un Paese sostenuto e finanziato proprio dai tedeschi, e col favore più o meno esplicito di altri due Stati membri dell’Alleanza Atlantica, cioè Polonia e Stati Uniti. Una situazione potenzialmente distruttiva sul piano politico interno, ammesso che Berlino non voglia rifarsi direttamente con Washington e Varsavia. Dopo aver chiuso di fatto il rubinetto dell’assistenza finanziaria (e militare) agli ucraini Berlino ha trovato nuove ragioni per raffreddare ulteriormente i rapporti con Kiev. Con le nuove rivelazioni sul Nord Stream ce n’è abbastanza per mettere in imbarazzo il governo tedesco.

Vincenzo Ferrara
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