Rottura Ue, Macron e Merz uniti dalle armi
La notizia del giorno è l’accordo stretto proprio ieri tra Francia e Germania sul rilancio del Consiglio di difesa e sicurezza comune. Un’istituzione che sulla carta esiste dal 1988, ma che non è mai stata effettiva. Ancora una volta gli Stati europei si uniscono così sul tema del riarmo e della risposta bellica.
Un accordo discutibile per tempistica e contenuti
Per noi semplici cittadini sarebbe interessante e utile sapere a che titolo il presidente francese Macron e il neo cancelliere tedesco Merz (eletto con gran fatica al secondo giro) stiano allestendo proprio in questo momento storico un accordo bilaterale militare. Soprattutto se consideriamo le critiche di Macron al viaggio della nostra premier Meloni negli Stati Uniti, fatto allo scopo di sbloccare o comunque attenuare le distanze fra Trump e l’Unione Europea sui dazi. Un viaggio esplorativo e diplomatico, concordato peraltro con la presidente della Commissione von der Leyen, a differenza di quello consumato all’Eliseo.
La sensazione è che la Russia stia vincendo la guerra. Non c’è propaganda mainstream che tenga: i vari fronti stanno collassando a un ritmo che pare scandito secondo i desiderata di Mosca, che ormai sta applicando in modo costante attacchi a tenaglia volti a risparmiare più uomini possibile nell’avanzata. Altro che i 27 soldati russi uccisi per metro quadrato sul campo di battaglia, come proclamato dalla BBC. A dispetto dell’intelligence britannica, i russi avanzano, procedendo con tecniche di ingaggio molto caute per le proprie forze.
La Russia vince, gli USA ci guadagnano, l’Europa perde
Oltre che nel conflitto con Kiev, la Russia sta avendo la meglio pure in quello con l’Occidente, in particolare con l’Europa, la quale ormai è divisa. È divisa sul riarmo, sulle sanzioni, sulla voglia di tornare a commerciare con Mosca nel momento in cui termineranno le ostilità. E tutto il resto sono chiacchiere da bar. Peccato che proprio l’Europa cerchi di allontanare la fine del conflitto per procura che era stato avviato dall’amministrazione Biden.
Dopo aver mancato l’accesso alle risorse minerarie ed energetiche ucraine, andate a esclusivo vantaggio di Washington, Bruxelles rischia di sostituirsi agli USA caricandosi sul groppone soltanto i costi della prossima sconfitta militare. Trump infatti si è sfilato da un reale supporto bellico a Zelensky. Insomma, così l’Europa finirà cornuta e mazziata, e i conti del disastro li pagheranno come sempre i cittadini.

Nato a Torino il 9 ottobre 1977. Giornalista dal 1998. E’ direttore responsabile della rivista online di geopolitica Strumentipolitici.it. Lavora presso il Consiglio regionale del Piemonte. Ha iniziato la sua attività professionale come collaboratore presso il settimanale locale il Canavese. E’ stato direttore responsabile della rivista “Casa e Dintorni”, responsabile degli Uffici Stampa della Federazione Medici Pediatri del Piemonte, dell’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte. Ha lavorato come corrispondente e opinionista per La Voce della Russia, Sputnik Italia e Inforos.