Pressioni americane sui membri del G7 per far approvare l’ennesimo piano di finanziamento a Kiev da decine di miliardi

Pressioni americane sui membri del G7 per far approvare l’ennesimo piano di finanziamento a Kiev da decine di miliardi

23 Maggio 2024 0

Il Financial Times riporta le dichiarazioni di funzionari americani ed europei sul piano per sfruttare a favore dell’Ucraina i patrimoni russi congelati. Washington starebbe facendo molta pressione sui partner del G7 in modo da avere un’approvazione politica alle sue intenzioni. Ma deve fare in fretta: se torna Trump si chiudono i rubinetti per Kiev. E intanto i dettagli tecnici possono far rimandare l’attuazione del progetto.

La “pressione diplomatica” degli USA

Gli alleati di Washington al G7 stanno valutando il piano americano per affrettare la concessione di decine di miliardi di dollari di finanziamento all’Ucraina, prima dell’eventuale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Il progetto, che verrà discusso al summit di giugno, prevede che Kiev riceva soldi in anticipo con un prestito del G7. Quest’ultimo sarà coperto dai futuri profitti generati dai circa 350 miliardi di dollari di patrimoni russi congelati dopo l’inizio dell’operazione militare speciale. Alcuni membri del Gruppo dei Sette erano riluttanti a tale idea, ma – come riferiscono alcuni funzionari occidentali – hanno cambiato atteggiamento dopo aver subito la pressione diplomatica degli USA, con cui stanno cercando di far confermare l’accordo al prossimo summit.

Con il piano dovrebbero risultare disponibili qualcosa come 50 miliardi di dollari da sborsare all’Ucraina entro l’estate, dicono a Washington. Questo aiuto arriverebbe proprio in un momento cruciale. Kiev infatti, dopo i ritardi nelle forniture militari alle forze ucraine, sta provando a tenere la linea del fronte contro la rinnovata offensiva russa.

Se Biden perde le elezioni…

I membri del G7 meno entusiasti del piano si sono ricreduti nella misura in cui esso possa garantire il finanziamento a lungo termine dell’Ucraina. Ciò costituirebbe una sorta di soluzione nel caso in cui Biden perda le elezioni presidenziali contro Trump, che invece è contrario all’assistenza a Kiev. Si potrebbe fare prima di novembre, in modo che se Trump vince, i soldi saranno già stati destinati, comunica una persona informata dei fatti. L’Italia detiene in questo momento il suo turno di presidenza del Gruppo. Esponenti italiani hanno detto che al summit si tenterà di raggiungere il consenso su come “massimizzare l’utilizzo di questi fondi supplementari al fine di assicurare il finanziamento dell’Ucraina nel lungo periodo”. Prima del vertice italiano si svolgeranno sul tema le trattative fra i ministri delle Finanze dei rispettivi Paesi membri e i governatori delle banche centrali.

La “diplomazia economica” americana

Un funzionario di alto livello del Tesoro americano afferma: Sento che c’è lo slancio giusto e che c’è interesse. Ha aggiunto: Ciò in cui siamo impegnati è effettuare grandi sforzi di diplomazia economica per essere tutti d’accordo. Penso che stiamo facendo progressi in questo senso. Gli USA vorrebbero includere nel comunicato congiunto del G7 un riferimento all’utilizzo dei profitti derivanti dagli asset statali della Russia. Secondo le voci di alcuni esponenti, avrebbero ottenuto l’assenso del Canada e del Regno Unito.

In precedenza Francia, Germania, Italia e Giappone si erano opposte ai piani americani di portata più ampia, come la confisca dei patrimoni statali russi. C’era il timore di creare un precedente per l’appropriazione di beni statali e di generare scompiglio sui mercati finanziari. Tuttavia nelle ultime settimane tali Paesi hanno mostrato più disponibilità all’idea di sfruttare i profitti per poi girarli a Kiev sotto forma di prestiti. Un funzionario ha dichiarato che questi Stati stanno cambiando opinione. Però bisogna ancora definire i dettagli, dice, compresi quelli di chi sarà a emettere il prestito: gli USA da soli oppure i Paesi del G7 tramite un apposito strumento? E chi farà da garante? Come verranno ripartiti i rischi e il ripianamento nel caso in cui non arrivassero i futuri profitti?

Decisioni sostanzialmente politiche

Il funzionario del Tesoro intervistato ha detto che qualunque decisione in merito sarà essenzialmente di carattere politico, del tipo di quelle prese dai leader nazionali del G7 il prossimo mese. L’obiettivo è ottenere il consenso dei ministri delle Finanze in modo che trasmettano le relative raccomandazioni ai loro capi di Stato. Un altro funzionario a conoscenza dei colloqui sugli asset statali russi ha precisato che la politica di Washington non è dettata dalla tempistica elettorale.

A maggio gli Stati membri della UE si sono accordati per usare parte dei profitti per acquistare insieme armamenti da dare all’Ucraina. Con questo piano l’Euroclear, il deposito centrale del Belgio nel quale è custodita la maggior parte dei patrimoni statali russi sanzionati e congelati, pagherebbe entro luglio la prima tranche dei profitti. C’è poi un altro intoppo allo schema elaborato per il G7, dicono a Bruxelles: qualsiasi piano per sfruttare dei profitti deve essere infatti approvato da una decisione unanime a livello di Unione Europea. E Paesi membri come l’Ungheria potrebbe finire per causare altri ritardi.

Redazione Strumenti Politici
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