Preoccupazione in America: se gli USA smettono di assistere Zelensky, l’Ucraina è spacciata per davvero

Preoccupazione in America: se gli USA smettono di assistere Zelensky, l’Ucraina è spacciata per davvero

1 Febbraio 2025 0

L’American Enterprise Institute è uno dei principali think tank liberisti e neocon. Una sua recente analisi si rivela impietosa nei confronti dell’Ucraina, considerata totalmente spacciata qualora Washington chiuda per davvero i rubinetti dell’assistenza. Senza gli aiuti statunitensi, Kiev potrebbe cadere in mano ai russi già quest’anno e il resto del Paese entro il 2026. Ne parla la rivista politica americana The Hill, che forse esagera nell’attribuire ai russi con assoluta certezza la volontà di “mangiarsi” tutta l’Ucraina per poi aggredire la NATO. Inoltre ci mette una dose eccessiva di ottimismo quando afferma che grazie alle forniture USA l’Ucraina potrebbe ancora vincere e prosperare economicamente e militarmente. La realtà invece è quella di un Paese da ricostruire anzitutto a livello sociale. E Trump per adesso tiene fede all’impegno elettorale di stoppare gli aiuti internazionali.

Costi preoccupanti

Molti americani sono comprensibilmente preoccupati dai costi a cui è arrivata l’assistenza all’Ucraina. Il fatto è che pensano a questi aiuti sotto un’ottica sbagliata. Dovrebbero invece pensare al costo della sconfitta di Kiev. Gli studi effettuati dall’American Enterprise Institute (AEI) sostengono che con una Russia che prevale sull’Ucraina vi sarebbero altri 808 miliardi di dollari da sborsare da parte dei contribuenti statunitensi. Questa cifra andrebbe ad aggiungersi alle spese già pianificate per la Difesa nel prossimo quinquennio. Alla fine sarebbe circa sette volte più di tutti i fondi stanziati per il Pentagono dall’inizio del conflitto per supportare l’Ucraina.

La stima è stata fatta partendo da uno scenario in cui Washington smette di fornire aiuti; con la conseguente vittoria russa, gli USA devono aggiornare capacità, potenza e postura al fine di mantenere la propria sicurezza. L’analisi si è avvalsa del Defense Futures Simulator per calcolare le spese richieste per la deterrenza e, se necessario, per sconfiggere la Russia in Europa. E tenendo anche in mente di evitare un ulteriore scontro con avversari ringalluzziti nel Pacifico e in Medio Oriente.

Previsioni cronologiche della sconfitta

Se Washington non aiuta Kiev, nel corso del 2025 i russi potrebbe avanzare ancora mentre gli ucraini finiscono le armi. Entro il 2026 questi ultimi rimarrebbero senza una vera difesa aerea e Mosca potrebbe effettuare dei bombardamenti massicci e costanti. Gli ucraini proseguirebbero la lotta con coraggio, ma collasserebbero entro la fine del prossimo anno. Così i russi si prenderebbero Kiev e poi si spingerebbero verso le frontiere NATO. Una Russia baldanzosa ricostituirebbe tutte le sue unità militari, sfrutterebbe le risorse dell’Ucraina per rafforzarsi, piazzerebbe i suoi uomini lungo il confine con l’Alleanza Atlantica ed entro il 2030 sarebbe pronta ad attaccare ancora.

Il concetto secondo cui l’America dovrebbe disimpegnarsi dall’Europa e risparmiare le sue energie e i suoi soldi non comprende la natura globale di tale conflitto. Mentre l’Europa dovrebbe senz’altro investire di più nella sua difesa, agli americani la storia ha crudelmente mostrato i pericoli del credere di poter ignorare i propri interessi in quale che sia la zona del mondo. “Conflitto regionale” è una nozione del passato. Lo indica con chiarezza il supporto dato allo sforzo bellico russo da parte di Cina, Iran e Corea del Nord.

Cosa serve per rafforzare l’esercito

Per proteggersi sul piano nazionale, militare ed economico, gli Stati Uniti devono restare una potenza globale e investire nelle capacità che occorrono per difendere sé stessi e gli alleati. Se invece non si mostrano sufficientemente determinati in Europa, ciò stimolerebbe un’aggressione e minaccerebbe la prosperità americana nel mondo. Se si permette il crollo dell’Ucraina, Washington avrà bisogno di un esercito che sia più grosso, più potente, più reattivo e posizionato in più punti. Per dissuadere o al limite per battere la Russia, le Forze armate USA dovrebbero avere 14 nuove brigate da combattimento, altre 18 navi da guerra, 8 battaglioni di fanteria dei Marines aggiuntivi, 555 velivoli per l’Air Force e altri 266mila unità di personale per servire una struttura militare che si è così espansa.

Servono più investimenti

Gli USA avrebbero la necessità di rafforzare la propria presenza in Europa. Ciò significa posizionare la difesa aerea, le vettovaglie e le munizioni. Occorrerebbe poi impegnarsi per diversificare ed estendere la base industriale che serve da supporto all’esercito. E bisognerebbe farlo più di in fretta di quanto lo si stia facendo oggi, in modo da soddisfare le grosse richieste della guerra moderna. Sebbene un conflitto sul Vecchio Continente sarebbe condotto essenzialmente da forze di terra con la copertura dell’aviazione, gli USA dovrebbero anche investire nelle proprie capacità navali. La Marina statunitense dovrebbe rinunciare ai piani di riduzione del numero totale delle imbarcazioni. Dovrebbe invece stabilizzare il numero di navi da guerra a dodici e acquistare altri mezzi: sottomarini, cacciatorpedinieri, fregate e altre imbarcazioni per la logistica e il supporto. Il fine è poter tenere più a lungo la flotta in mare.

Gli USA dovranno altresì mantenere un grado di allerta più elevato, sia per gli uomini dispiegati all’estero che per quelli a casa. Ciò implica ulteriore addestramento, un miglioramento delle strutture e magazzini pieni di pezzi di ricambio. Serviranno forze speciali in maggior numero e meglio preparate, essendo fondamentali per la raccolta di informazioni sensibili, quindi per la definire il campo di battaglia e per fermare il nemico. Poiché la Russia è una potenza nello spazio e pure nel cyberspazio, gli USA necessitano in entrambi gli ambiti di strutture e di sistemi di comando migliori. Ma se Washington e gli alleati accelerano gli aiuti, un’Ucraina vittoriosa costringerebbe la Russia a ritirarsi entro i propri confini. Mosca vedrebbe il proprio esercito sconfitto e ridotto, l’economia in difficoltà, i rapporti coi partner indeboliti e tanti altri problemi interni.

Investire ancora di più sull’Ucraina

L’Ucraina sarebbe libera e attiva, con una base industriale fiorente e un esercito moderno. Washington in questo modo potrebbe veramente ridurre il suo impegno militare in Europa. Certo, potrebbe mantenervi la propria presenza, ma al contempo riuscirebbe ad allocare più risorse e più attenzione al Pacifico. Gli USA non solo sono più sicuri quando sono impegnati, ma risparmiano anche più denaro.

L’America oggi deve affrontare un gran numero di sfide sul piano interno. L’immigrazione clandestina, il debito pubblico e un ambienti internazionale sempre meno stabile: tutte questioni che gareggiano fra loro per ottenere la considerazione del governo. Ma la posta in gioco è davvero elevata quando si tratta di Kiev. Persino tralasciando le ragioni di sicurezza e quelle morali dell’aiuto a un’Ucraina libera, che di per sé sono altissime, sostenere l’Ucraina sarebbe una per Washington una decisione sensata a livello finanziario.

Redazione Strumenti Politici
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