Polonia, cresce il sentimento anti-ucraino: vandalizzati i simboli di Kiev

Polonia, cresce il sentimento anti-ucraino: vandalizzati i simboli di Kiev

2 Novembre 2025 0

Crescono ancora in Polonia i casi di vandalismo contro la bandiera ucraina e pure di aggressioni contro gli ucraini stessi. Per una serie di motivi soprattutto sociali e in parte politici, si sta diffondendo a Varsavia il risentimento contro Kiev e contro i suoi cittadini che ora risiedono come profughi nel Paese vicino.

Statistiche impressionanti e fattispecie penali

A partire dal 2022, gli “incidenti” che in un modo o nell’altro hanno coinvolto individui e simboli ucraini sono aumentati di numero ogni anno. Per il 2025 le autorità prevedono una cifra record, che sovrasta quella relativa agli atti commessi contro migranti o rifugiati di altre nazionalità. L’incremento delle aggressioni di varia entità contro gli ucraini è stato del 43% nel 2024, ma nei primi otto mesi di quest’anno sono già più della metà.

Non è semplice identificare una fattispecie penale che soddisfi i requisiti della narrativa occidentale pro-Kiev. Infatti l’ordinamento polacco non contempla i “crimini motivati dall’odio”. Le autorità giudiziarie di Varsavia si rifanno allora alla definizione data dall’Ufficio per le Istituzioni democratiche e i Diritti umani, ente che fa capo all’OSCE, secondo cui tale crimine è una manifestazione di discriminazione e una violazione dei diritti umani fondamentali. Si verifica quando colui che lo commette determina la vittima in base a un pregiudizio razziale, nazionale, religioso o di intolleranza.

I casi di Przemyśl

I casi più recenti riportati dalla procura di Przemyśl sono avvenuti durante i mesi estivi e sono stati fatti ricadere sotto l’articolo 137 del codice penale polacco. Esso punisce con multa o fino a un anno di prigione chi denigra, rimuove, danneggia o distrugge i simboli statali o nazionali della Polonia o di altri Paesi situati presso un edificio diplomatico. Un colpevole è già stato condannato a pagare, mentre un’altra persona verrà giudicata il 12 novembre e altri tre casi sono ancora sotto indagine. La città di Przemyśl è oggi al centro dell’attenzione mediatica perché il 26 ottobre si è verificato un altro atto vandalico, il quinto del 2025. Ed è proprio qui che si trova un consolato ucraino. La città è ad appena una decina di chilometri dal confine ed è una località in cui si riversa il pesante afflusso di fuggitivi ucraini, che recentemente si è ingrossato ancora.

Solidarietà in calo

Nel 2022 la solidarietà della società polacca verso Kiev era ai massimi livelli. Un sondaggio dello scorso marzo mostra come la disponibilità ad accogliere i profughi ucraini sia scesa dall’81% al 50%. Ed è tuttora in calo. Secondo il sociologo Przemyslaw Sadura, professore dell’Università di Varsavia, oggi fra i polacchi prevalgono le inquietudini sulla mancanza di lavoro e sulla tenuta del bilancio statale per i sussidi sociali e i servizi. Circolano diverse storie di ucraini che in quanto rifugiati protetti avrebbero ottenuto priorità negli asili o negli ambulatori medici o che in quanto sottopagati toglierebbero il lavoro ai polacchi.

Arrestati per spionaggio

Anche gli ucraini stessi talvolta finiscono arrestati. La scorsa settimana hanno fermato due uomini di 32 e 34 anni nella città di Katowice col sospetto di aver commesso azioni di spionaggio per conto dell’intelligence di altri Paesi. Ora rischiano fino a otto anni di carcere. Secondo quanto dichiarato dall’Agencja Bezpieczeństwa Wewnętrznego, organismo dei servizi segreti di Varsavia, costoro avrebbero raccolto informazioni segrete riguardanti “soldati delle Forze armate polacche, infrastrutture critiche situate sul territorio della Repubblica di Polonia, comprese infrastrutture di trasporto per la fornitura di supporto logistico e militare all’Ucraina”.

 

Martin King
Martin King

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