Messa al bando degli esperimenti nucleari: gli USA non ratificano il trattato, anzi conducono nuovi test

Messa al bando degli esperimenti nucleari: gli USA non ratificano il trattato, anzi conducono nuovi test

1 Settembre 2023 0

Il 29 agosto, in occasione della Giornata internazionale contro i test nucleari, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dedicato una sessione speciale alla questione del bando degli esperimenti nucleari. Hanno parlato i rappresentanti da vari Paesi: sono state evidenziate le criticità che affliggono il trattato CTBT e che ne impediscono la piena attuazione.

Caratteristiche del trattato CTBT

Il CTBT (Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty), adottato il 10 settembre 1996 dall’Assemblea Generale ONU, è il trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari. Questo trattato internazionale proibisce i test nucleari, compresi quelli a scopo civile, in qualsiasi ambiente, cioè sia nel sottosolo che in acqua o in aria e persino nello spazio. Elaborato tra il 1993 e il 1996 dalla Conferenza del Disarmo, rappresenta un’evoluzione del Partial Test Ban Treaty del 1962. L’attuale CTBT prevede l’istituzione di un organismo internazionale che si occupi di effettuare monitoraggi e ispezioni per tenere sotto controllo il rispetto del trattato stesso.

Gli Stati Uniti d’America non lo hanno ratificato

Oggi, tale organismo è già operativo, ma soltanto in modalità “provvisoria”, perché il trattato non è entrato ufficialmente in vigore. Dei Paesi con capacità nucleari e membri permamenti del Consiglio di Sicurezza, hanno ratificato Regno Unito, Francia e Federazione Russa. Tre Paesi nucleari invece non hanno mai nemmeno firmato il trattato: sono la Corea del Nord, l’India e il Pakistan. Il CTBT non è ancora in vigore perché manca il numero minimo di ratifiche previsto dal trattato stesso.

Col tempo, il numero dei Paesi ratificanti è gradualmente salito, fino ai 178 attuali. Nell’ultimo anno si sono uniti lo Sri Lanka, São Tomé e Príncipe, le Isole Salomone e la Guinea Equatoriale. Tuttavia, mancano ancora degli Stati la cui ratifica è indispensabile per implementare effettivamente il CTBT. L’Allegato 2 del trattato contiene l’elenco dei 44 Paesi la cui ratifica è indispensabile. Sono quelli che parteciparono formalmente alla Conferenza sul Disarmo del 1996 e che in quel momento possedevano la tecnologia nucleare. Non hanno ratificato il trattato cinque Paesi: due che non possiedono armi nucleari, l’Egitto e l’Iran, e tre potenze nucleari, Israele, la Cina e gli Stati Uniti.

L’appello del presidente dell’Assemblea ONU

Nel corso della commemorazione del 29 agosto, il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’ungherese Csaba Kőrösi, ha lanciato un avvertimento. Secondo lui, poiché oggi il mondo si trova vicino come non mai a una catastrofe globale, c’è il bisogno urgente che il CTBT entri in vigore. Dal 2010, anno in cui è stata creata Giornata internazionale contro i test nucleari, la situazione complessiva è peggoriata, dunque c’è poco da celebrare in mezzo a un’accresciuta diffidenza, a rivalità geopolitiche e a conflitti armati in aumento.

La risposta degli Stati ai nuovi problemi è stata nel 2022 di portare le spese militari alla cifra record di 2,2 migliaia di miliardi. E invece occorre che il trattato venga finalmente ratificato dai Paesi restanti dell’Allegato 2. Infatti, secondo Kőrösi, la cosiddetta “guerra nucleare limitata” non esiste, dunque è ora che nel mondo si metta fine alla minaccia di un suicidio collettivo.

Accuse dirette e indirette agli USA

Rivolgendosi all’Assemblea generale, il capo delegazione dell’Unione Europea Silvio Gonzato ha affermato che l’entrata in vigore del CTBT resta un priorità. I Paesi membri della UE lo hanno già firmato e ratificato. Esortano anche gli otto Paesi mancanti a farlo o almeno ad attenersi alla moratoria volontaria sui nuovi test e su qualunque tipo di esplosione nucleare. Il rappresentate di Kiribrati Teburoro Tito ha ricordato la terribile esperienza dei suoi concittadini, che negli anni ’50 e ’60 videro ben 33 esperimenti nucleari condotti dal Regno Unito e dagli Stati Uniti. Fu qualcosa di tragico perché vennero date loro indicazioni approssimative o inutili per difendersi dagli effetti delle esplosioni.

Non venne fornito nessun equipaggiamento protettivo e infatti dopo qualche tempo le persone iniziarono a soffrire di avvelenamento da radiazioni, che diede luogo a malattie incurabili per chi era stato esposto ai testi e a difetti genetici per i neonati. Tito ha chiesto che la comunità internazionale si interessi di ciò che accade ancora oggi a coloro che vivono nei pressi dei siti nucleari britannici e americani e veda qual è il vero impatto che le armi nucleari hanno sull’uomo e sull’ambiente.

Washington dice di volere l’attuazione del trattato

La sottosegretaria di Stato USA Bonnie Denise Jenkins ha sottolineato che Washington fu la prima a firmare il trattato e che è disposta a sostenerlo fino a che entri in vigore. Ha evidenziato come già da 30 anni gli USA non abbiano effettuato alcun test e non ne abbiano nessuno in programma. Anzi, chiede che tutti gli Stati si attengano alla moratoria e accusa la Russia di fare della retorica pericolosa per mette a rischio il senso stesso del trattato. Gli USA però stanno investendo attivamente nella modernizzazione della propria “triade nucleare”, in particolare dei missili balistici intercontinentali (ICBM). Già dallo scorso anno si parla del Sentinel, il nuovo sistema basato a terra che nel prossimo decennio sostituirà il Minuteman III e costerà decine di miliardi di dollari.

Gli USA fanno comunque i test, ma Floyd li difende

Dei 44 Paesi dell’Allegato 2, tutti stanno rispettando la moratoria volontaria tranne la Corea del Nord. Negli ultimi due anni gli USA hanno condotto presso i siti in Nevada esperimenti “subcritici” e hanno annunciato di volerne fare ancora. In questo tipo di test non si ha un’esplosione convenzionale che innesca la reazione a catena del materiale fissile, dunque non è esattamente lo scoppio della bomba atomica come viene comunemente inteso.

Invece, si hanno altre reazioni che consentono agli scienziati di verificare la performance e le caratteristiche delle armi già in uso, scovando i difetti e i punti da migliorare. Il segretario esecutivo dell’Organizzazione del CTBT Robert Floyd difende gli Stati Uniti evidenziandone la trasparenza per quanto riguarda questo genere di test e lodandone l’impegno nei confronti dell’organizzazione stessa. Secondo lui, quella degli esperimenti subcritici è soltanto una questione legale e tecnica, che non pregiudica la sostanza del trattato. Il CTBT in effetti non vieta espressamente questo genere di test, ma si tratta comunque di esperimenti tesi a perfezionare le armi nucleari degli USA. Peccato che proprio l’India, uno dei Paesi che non hanno nemmeno firmato il CTBT, sia fortemente scoraggiata dal cambiare idea proprio perché nota l’ambiguità nei confronti degli esperimenti americani.

Nuova Delhi accusa l’Organizzazione di non tenere conto delle sue esigenze, sebben Floyd dica di essere disposto a dialogare e a progredire nel percorso che potrebbe portare l’India ad aderire al trattato. In occasione della Giornata internazionale contro i test nucleari l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proprio dedicato una sessione alla questione del bando degli esperimenti nucleari: sono state evidenziate le criticità che affliggono il trattato CTBT e che ne impediscono la piena attuazione.

Redazione Strumenti Politici
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