L’Italia ripudia la guerra
L’Italia non vuole la guerra e non vuole più armi. A certificarlo è l’Istituto Eumetra, che in un sondaggio realizzato per la trasmissione Piazza Pulita mostra come in appena due settimane sia cresciuto ancora il numero di cittadini ostili al programma ReArm Europe, il piano da 800 miliardi approntato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Quindici giorni fa era contrario il 53% degli intervistati; oggi questa percentuale è salita al 59%. I favorevoli, invece, sono paradossalmente gli elettori dei tre partiti marginali nella politica italiana: Azione, Italia Viva e +Europa. Crolla pure il consenso alla continuazione dell’invio di armamenti all’Ucraina. Solamente fra gli elettori del Partito Democratico c’è un 50% che vorrebbe si proseguisse col sostegno militare ai ritmi attuali, mentre la media generale è del 40%, in calo costante. E più i politici europei insistono a parlare di riarmo, più cresce la paura degli italiani per la leva obbligatoria: fino a qualche mese la stragrande maggioranza si esprimeva favorevolmente, mentre oggi siamo già al 47% di contrari alla sua reintroduzione.
Insomma, se col piano di riarmo i vertici di Bruxelles pensavano di compattare l’opinione pubblica di fronte al supposto pericolo di un’invasione russa, gli italiani stanno rispondendo in maniera esattamente opposta. Forse qualcuno in Europa dirà: ecco i soliti italiani! E invece, un recente sondaggio mostra un’immagine impietosa per gli eurobellicisti: il 50% degli inglesi non combatterebbe per suo il Paese, una percentuale molto superiore alla media continentale del 32%.
Cifre del genere non combaciano affatto con la visione della von der Leyen e della Kallas, che vorrebbero arruolare 300mila soldati per il programma di rafforzamento militare, secondo loro indispensabile in vista del futuro conflitto contro la Russia.

Nato a Torino il 9 ottobre 1977. Giornalista dal 1998. E’ direttore responsabile della rivista online di geopolitica Strumentipolitici.it. Lavora presso il Consiglio regionale del Piemonte. Ha iniziato la sua attività professionale come collaboratore presso il settimanale locale il Canavese. E’ stato direttore responsabile della rivista “Casa e Dintorni”, responsabile degli Uffici Stampa della Federazione Medici Pediatri del Piemonte, dell’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte. Ha lavorato come corrispondente e opinionista per La Voce della Russia, Sputnik Italia e Inforos.