Libia: tutte le strade portano a Roma, ma poche alle elezioni

Libia: tutte le strade portano a Roma, ma poche alle elezioni

8 Giugno 2023 0

La scelta del Governo italiano di invitare l’esecutivo libico di unità nazionale a Roma in questo particolare momento storico è stata quanto meno discutibile. L’arrivo del premier Abdul Hamid Al-Dabaiba e la sua delegazione di accompagnamento che comprendeva tra gli altri il titolare degli interni Emad Trabelsi e la ministra degli Esteri, Najla Al-Mangoush, giunge infatti quando in Libia aumenta il desiderio per andare alle elezioni, mentre si moltiplicano iniziative ed attori che ogni giorno provano a limitare l’estensione di questo governo.

Inoltre, Dabaiba è stato al centro delle polemiche per aver istituito una nuova agenzia di sicurezza con accuse da più parti di impedire il processo democratico nel Paese nordafricano. Sebbene la nuova forza, denominata Agenzia nazionale di supporto alle forze armate, annoveri tra le sue funzioni quella di preservare gli obiettivi della rivoluzione del 17 febbraio, proteggere la legittimità dello Stato e delle istituzioni sovrane e preservare la sicurezza e la stabilità del paese, oltre a sostenere l’esercito, se necessario, per aiutare a mettere in sicurezza e proteggere i confini e i porti libici e per garantire obiettivi e strutture vitali, molti osservatori locali ed internazionali credono che l’unica realtà sia un ennesimo tentativo di Dabaiba di rafforzare la sua presa sulla Libia occidentale, così da dettare lui stesso le modalità e i tempi delle tanto aspirate elezioni.

La missione di Dabaiba a Roma inoltre si consuma mentre a Zawiya, a circa quaranta chilometri da Tripoli, ad un ora di volo da Roma, vanno avanti raid aerei e attacchi con droni verso contro quelli che vengono descritti come trafficanti di esseri umani, ma anche e forse soprattutto contro oppositori politici di Dabaiba. La visita, ad ogni modo, è stata ineccepibile nella sua forma, ma restano dubbi su quali potranno essere gli effetti e le reazioni che essa potrebbe innescare. Sul piano dei vantaggi a breve termine, la missione ha affrontato diversi temi di interesse comune, con l’obiettivo di intensificare ulteriormente la cooperazione bilaterale. In cima alle priorità in agenda, ancora una volta, il contrasto all’immigrazione clandestina.

Il Ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, ha sottoscritto a Palazzo Chigi con il suo omologo libico Trabelsi una “Dichiarazione d’Intenti” che si propone di intensificare la collaborazione tra i due Paesi nel campo della sicurezza delle frontiere, rafforzando le azioni di contrasto alle organizzazioni criminali transnazionali che gestiscono il traffico di migranti. Ma sul piano politico, in Libia tutto ciò suona come il sostegno dell’Italia ad un esecutivo temporaneo in cambio di un qualche beneficio. Soprattutto se si considera che solo un giorno prima si erano concluse in Marocco le discussioni tra Camera dei Rappresentanti (HoR) ed Alto Consiglio di Stato (HCS) sulle leggi elettorali. Un sostegno a Dabaiba che non ci saremmo forse aspettati dalla presidente Giorgia Meloni, in quanto fu proprio lei a battersi maggiormente affinché gli italiani potessero scegliere i propri rappresentanti al momento della caduta del governo Draghi.

Cosa è successo a Buznika tra Camera ed Alto Consiglio

Il ministro degli Esteri del Regno del Marocco, Nasser Bourita, ha dichiarato martedì sera che il comitato congiunto paritetico formato da sei membri della Camera dei Rappresentanti (HoR) e sei dell’Alto Consiglio di Stato (HCS) hanno raggiunto, durante le loro consultazioni a Bouznika, accordi che non possono essere definiti decisivi. Il capo della diplomazia di Rabat, durante una conferenza stampa a conclusione dei lavori, ha spiegato che le due Camere sono qualificati per discutere le leggi elettorali nell’ambito dell’esercizio dei loro compiti secondo quanto previsto dall’accordo politico libico, meglio noto come accordo di Skhirat del 2015, tuttavia, “il testo dell’accordo, qualunque esso sia, se non è accompagnato da una volontà politica, rimane un testo. Senza la volontà politica temiamo che l’accordo si aggiunga ad altri accordi mai attuati sul terreno”. Ha constatato Bourita.

L’incontro di Bouznika – ha chiarito – rappresenta una stazione importante per trovare soluzioni ed affrontare alcuni dei problemi legati alla realtà libica”, aggiungendo che “il Regno del Marocco è convinto che le elezioni siano la soluzione alla crisi Libia, e questo percorso riuscirà solo nelle mani dei libici”.  “Il Marocco rimarrà sempre al fianco della Libia e desidera consentire ai libici il dialogo ed è pronto ad abbracciare tutti i dialoghi tra libici”. Ha affermato il ministro Bourita. “Perché la Libia – ha spiegato – merita che tutti si mobilitino e la sostengano. Perché è caro a tutti noi del Maghreb e dello spazio arabo. Quanto concordato oggi a Bouznika, ci auguriamo, possa essere un punto di partenza per un percorso elettorale di successo”.

Un consenso difficile

Il Presidente dell’HoR, Aguila Saleh, e il capo dell’Alto Consiglio di Stato, Khaled Al-Meshri, avrebbero dovuto partecipare alla conferenza stampa conclusiva per firmare la firma definitiva dell’accordo sulle leggi elettorali, ma qualcosa è andato storto. Meshri ed Aguila sono arrivati nella capitale marocchina, tra domenica e lunedì, ma i due non hanno partecipato alla cerimonia di chiusura dei lavori. Secondo quanto riferito da più fonti, permangono diversi disaccordi sui requisiti per candidarsi alle elezioni presidenziali. “La legge elettorale è stata concordato dal comitato 6+6 e non richiede alcuna firma o dichiarazione. Deve essere solamente riferita alla Camera per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.” Ci ha detto il membro dell’HCS, Saad Ben Sharada, spiegando che “Aguila vuole introdurre alcuni emendamenti alla legge elettorale già concordata. Il comitato congiunto ha tuttavia rigettato tali emendamenti”.

Il comitato misto aveva annunciato, nel secondo giorno di discussioni a Bouznika, di aver raggiunto il pieno accordo sui punti controversi relativi all’elezione del capo dello Stato e dei membri dell’Assemblea nazionale. E ha riferito di essere riuscito a raggiungere un consenso completo su come coinvolgere i partiti politici nelle elezioni della Camera dei Rappresentanti attraverso liste di partito o candidature individuali.

La commissione aveva chiarito inoltre che lo svolgimento delle elezioni parlamentari e presidenziali dovrebbe avvenire secondo procedure simultanee e che la prossima autorità legislativa della Libia sarà composta da due camere, la Camera dei Rappresentanti e il Senato, indicando che la questione avrebbe richiesto del tempo formulare e controllare la sua legislazione.

La dichiarazione non era stata nemmeno presa in considerazione, né dai partiti libici né da quelli internazionali, infatti in molti avevano riposto alla nostra richiesta di un commento con “se sono d’accordo su tutto, beh allora pubblichino le leggi”. Il comitato 6+6 aveva anche chiesto la formazione di un governo unificato che apra la strada agli eventi elettorali in tutto il Paese, rilevando che l’attuale realtà libica impone a tutti di dare la priorità all’interesse supremo del Paese su ogni altro calcolo o interesse personale.

L’assenza dell’inviato Onu

I negoziati ospitati dal Regno del Marocco tra le parti libiche sono stati fino ad oggi di buon auspicio per la Libia. Il regno di Mohammed VI è riuscito ha raggiungere ampi consensi tra le parti coinvolte, dal 2015 hanno ripristinato la speranza e allontanato lo spettro della guerra, promuovendo il dialogo come unico mezzo per avvicinare le divergenze, contrariamente ad altre iniziative che non vedono nel loro interesse il raggiungimento di una piena e definitiva riconciliazione intra-libica. Tuttavia in questa occasione, non è passata inosservata l’assenza dell’inviato Onu e capo della Missione di Sostegno delle Nazioni Unite in Libia, Abdoulaye Bathili.

Unsmil ha fatto sapere ieri di essere in attesa di ricevere il testo ufficiale delle leggi elettorali nella loro forma definitiva, così come approvato dalla commissione “6 + 6”, prima di commentarle o partecipare ad eventuali festeggiamenti che li riguardano. In una dichiarazione rilasciata ieri si legge: “Unsmil prende atto dell’esito dei lavori del Comitato 6+6 HoR-HCS che si è riunito a Bouznika, Regno del Marocco, dal 22 maggio al 6 giugno 2023, per sviluppare progetti di leggi elettorali per le elezioni presidenziali e parlamentari. La Missione apprezza gli sforzi compiuti dal Comitato 6+6 e ringrazia il Governo del Regno del Marocco per aver ospitato il Comitato”.

L’UNSMIL – prosegue – riconosce che elementi importanti delle leggi elettorali e questioni associate richiedono il consenso e il sostegno di un’ampia gamma di istituzioni libiche, rappresentanti della società civile, comprese donne e giovani, e attori politici e della sicurezza, per consentire elezioni inclusive, credibili e di successo avere luogo. Pertanto, la Missione continuerà a collaborare con tutte le pertinenti istituzioni libiche, compreso il Consiglio presidenziale, per facilitare un processo tra tutti gli attori per affrontare gli elementi controversi del quadro elettorale, garantire il necessario accordo politico sul percorso verso le elezioni e consentire parità di condizioni per tutti i candidati”.

La missione ha infine invitato “tutti gli attori libici a impegnarsi, in uno spirito di compromesso, ad affrontare tutte le questioni in sospeso e creare un ambiente più sicuro e più favorevole per lo svolgimento delle elezioni nel 2023. La Missione esorta tutti gli attori ad astenersi da tattiche di rinvio volte a prolungare la situazione di stallo, che ha causato tante sofferenze al popolo libico. In linea con il suo mandato, UNSMIL ribadisce il suo impegno per lo svolgimento di elezioni trasparenti, inclusive e credibili per consentire al popolo libico di scegliere liberamente i propri rappresentanti e rinnovare la legittimità delle istituzioni del Paese”.

Bathili, che spesso ha richiamato gli attori internazionali ad interfacciarsi alla questione libica con una sola voce, riferirà al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione nel Paese il prossimo 19 giugno.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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