Libia, premier internazionalmente riconosciuto Dabaiba tenta di ostacolare un incontro di membri delle due Camere a Tunisi
Il primo ministro libico a capo del Governo di unità nazionale, riconosciuto dalla Comunità internazionale, Abdul Hamid Dabaiba, avrebbe cerato di ostacolare un incontro a Tunisi tra membri dell’Alto consiglio di Stato (HCS) e della Camera dei rappresentanti (HoR). Un’ottantina di membri del parlamento e 54 membri dell’HCS, di propria iniziativa, sono arrivati ieri nella capitale tunisina con l’intento di ridare slancio al dialogo tra le due camere dopo mesi di stallo politico, in risposta all’ultimo briefing dell’inviato delle Nazioni Unite, Abdoulaye Bathily, che ha accusato gli attuali stakeholders libici di rifiutare le elezioni.
I parlamentari riunitisi, presso l’Hotel Ramada, nella zona turistica di Gammarth hanno dichiarato di aver agito secondo spirito nazionale per cercare un compromesso politico sulla formazione di un governo unificato, prerequisito fondamentale per consentire alla Libia di andare al voto.
Un membro dell’HCS sostiene che “l’iniziativa è propria degli sforzi personali dei membri delle due camere e non ha alcun supporto straniero, sebbene le missioni straniere accreditate in Libia avessero espresso incoraggiamento al dialogo”. I parlamentari hanno espresso la propria insoddisfazione sulle modalità in cui la Comunità internazionale si approccia alla crisi libica. Nonostante venga continuamente ribadita la necessità di un processo intra-libico e di proprietà dei libici, nessun passo concreto viene in realtà compiuto da Unsmil che sta faticando a riunire al tavolo del dialogo tutti gli attori libici. Bathily ha proposto un’iniziativa di dialogo che coinvolgerebbe i principali soggetti istituzionali libici, il Consiglio presidenziale, l’HoR, l’HCS, il Governo di unità nazionale di Dabaiba e il Comando generale dell’Esercito nazionale libico guidato dal generale Khalifa Haftar. La maggior parte dei parlamentari tuttavia rifiuta l’idea di coinvolgere Dabaiba nei negoziati per la formazione di un esecutivo unificato se l’autorità parallela, guidata da Osama Hammad, che ha ricevuto il riconoscimento dell’HoR, non viene coinvolto. Dall’altra parte il presidente dell’HCS sostiene il governo di unità nazionale, la cui unica missione al momento della sua nomina, frutto di un processo a guida Onu a Ginevra, era di accompagnare il Paese al voto.
L’incontro a Tunisi, starebbe subendo pressioni da parte delle stesse autorità tunisine, messe in imbarazzo da quella che sembra essere una mancanza di comunicazione. I parlamentari invece accusano il premier Dabaiba di voler impedire il dialogo, come accaduto in passato per iniziative simili. I parlamentari hanno concordato, secondo una dichiarazione iniziale, che abbiamo avuto modo di visionare in anteprima, di: rinnovare l’impegno nei confronti delle leggi elettorali n. 28 e 27 del 2023, concluse attraverso la commissione (6+6) e emanate dalla Camera dei Rappresentanti, formare un nuovo governo nazionale che lavorerà per raggiungere il diritto elettorale, come previsto dagli articoli (86 e 90) delle leggi elettorali, la necessità di rispettare la titolarità libica del processo politico, e il capo del nuovo governo sarà scelto attraverso un meccanismo trasparente ed equo basato sulla road map presentata dal comitato (6+6), d’accordo tra i due consigli e sotto gli auspici della missione delle Nazioni Unite.
I parlamentari invitano inoltre l’Alta Commissione Elettorale Nazionale ad avviare l’attuazione delle leggi elettorali e chiederle di annunciare la data in cui si terranno le elezioni. Sottolineano la gravità di quanto affermato nel rapporto della Banca Centrale sull’entità dell’inflazione nella spesa sulle questioni di sostegno, spese e finanziamenti da fonti sconosciute, e la necessità di formare un comitato di indagine al riguardo. Ribadiscono la necessità di stabilire controlli e leggi vincolanti per il prossimo governo per garantire la lotta alla centralizzazione, il sostegno alle unità locali e le assegnazioni dirette ai comuni e ai governatorati. I membri delle due camere hanno concordato a Tunisi di formare un comitato di follow-up composto da membri di entrambi i consigli per intraprendere la comunicazione locale e internazionale con l’obiettivo di implementare i risultati concordati, a condizione che il comitato presenti il suo primo rapporto entro un mese. La commissione avrà dunque il compito di preparare la seconda riunione allargata dei membri dei due consigli.
Intanto, la presidente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Carolyn Rodrigues-Birkett (Guyana), ha rilasciato un comunicato stampa in cui afferma che i membri del Consiglio hanno ribadito “il loro forte impegno a favore di un processo politico inclusivo, guidato e di proprietà della Libia, facilitato dalle Nazioni Unite, che si basi sulle leggi elettorali aggiornate concordate dal Comitato 6+6 e che consentirà lo svolgimento di elezioni presidenziali e parlamentari nazionali libere, giuste, trasparenti e inclusive in tutta la Libia il più presto possibile”. Secondo il documento, “i membri del Consiglio di Sicurezza hanno ribadito il loro sostegno agli sforzi del Rappresentante Speciale del Segretario Generale volti a convocare le parti interessate istituzionali libiche per sostenere i progressi verso lo svolgimento di elezioni presidenziali e parlamentari nazionali libere, giuste, trasparenti e inclusive in tutta la Libia il prima possibile, anche garantendo la partecipazione piena, equa, significativa e sicura delle donne a tutti i livelli”. Hanno invitato inoltre “tutte le principali parti interessate a impegnarsi pienamente con il Rappresentante Speciale del Segretario Generale in buona fede e senza precondizioni e a raggiungere i compromessi necessari per portare il Paese verso le elezioni”.
Il documento sottolinea “l’importanza di fornire un ambiente sicuro affinché le organizzazioni della società civile possano lavorare liberamente e di proteggerle da minacce e ritorsioni”. I membri del Consiglio di Sicurezza hanno ricordato che “individui o entità che minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza della Libia, o che ostacolano o minano il completamento con successo della sua transizione politica, anche ostacolando o minando le elezioni, possono essere soggetti alle sanzioni del Consiglio di Sicurezza”. Hanno ribadito il loro appello al ritiro immediato di tutte le forze straniere, dei combattenti stranieri e dei mercenari dalla Libia, in linea con le disposizioni dell’accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre 2020 e le relative risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, esprimendo infine preoccupazione alla luce delle crescenti tensioni in Libia, compresa la proliferazione delle milizie armate, e ricordando che il completamento con successo della transizione politica della Libia offre la migliore possibilità di creare pace, stabilità e sicurezza per il popolo libico.
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