L’ex presidente della Bolivia Morales vuole candidarsi un’altra volta
L’ex presidente della Bolivia Evo Morales ha annunciato di volersi candidarsi alle prossime elezioni di agosto. Non è chiaro se riuscirà nell’intento di correre in questa tornata, perché a norma di legge non potrebbe.
Candidatura incostituzionale
Si tratterebbe della quarta candidatura dell’ex presidente, ma la Costituzione ne prevede al massimo tre. Peraltro in passato il limite era di due, ma durante il suo mandato Morales è riuscito a modificare la norma. L’altro ostacolo per lui è di carattere giudiziario, perché attualmente si trova sotto inchiesta per una presunta relazione sessuale avuta con una minorenne quando era in carica. Degno di nota è pure il fatto che cercherà di correre con una piccola formazione di sinistra, il Frente para la Victoria (FPV), e non col partito che lui stesso ha guidato per decenni, il Movimiento al Socialismo (MAS).
Lo scontro con Arce
Dallo scorso settembre Morales si trova a Cochabamba, suo feudo elettorale nel quale si sente al sicuro dall’esecuzione del mandato di arresto che pende su di lui. I suoi sostenitori avevano addirittura eretto delle barricate per impedire agli inquirenti l’accesso alla città. Tuttavia Morales descrive la questione come una macchinazione ordita contro di lui da colui che un tempo era suo alleato e oggi suo rivale politico, l’attuale presidente Luis Arce. Morales lo ha persino accusato di volerlo far eliminare. Arce non sta vivendo un momento particolarmente sereno, perché la Bolivia è preda dell’inflazione galoppante e della crisi economica e finanziaria. Così non ha ancora comunicato se intende cercare la riconferma o se invece non parteciperà alle elezioni.
Il primo presidente indigeno
Morales è stato il primo presidente indigeno della storia della Bolivia. Eletto nel 2005, è rimasto in carica dal 2006 fino alle sue dimissioni nel 2019. Dopo aver vinto le elezioni per un quarto mandato nel 2019, ha lasciato il posto a seguito di proteste popolari e di contestazioni di brogli. Quasi tre lustri di governo hanno lasciato un’eredità politica e sociale piena di ombre, ma anche di note positive, come la riduzione della povertà e un certo sviluppo economico. Oggi però problemi come la carenza di combustibile e di medicine e l’aumento del costo della vita sono tornati ad affliggere la popolazione e a provocare proteste di piazza.

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