La freddezza di Trump verso l’Ucraina polarizza l’elettorato americano

La freddezza di Trump verso l’Ucraina polarizza l’elettorato americano

19 Maggio 2023 0

Le ultime dichiarazioni di Trump a proposito dell’Ucraina sono orientate alla pacificazione delle parti, ma l’establishment e gli osservatori americani le hanno giudicate fredde o persino indifferenti per il destino di quello che viene definito “l’aggredito”. Le parole dell’ex presidente hanno scatenato le reazioni dei suoi colleghi di partito e di altri politici. Il Wall Street Journal analizza la situazione e conclude che anche stavolta Trump spinge l’elettorato americano verso la cura degli interessi nazionali più che per l’appoggio finanziario e militare a Paesi stranieri.

Il dilemma degli elettori americani

Il rifiuto di Donald Trump di assumersi l’impegno di aiutare l’Ucraina nello scontro con la Russia mette gli elettori di fronte a un difficile dilemma, a meno che la situazione non si risolva entro il novembre del 2024. La scelta sarà tra il sostegno enorme di Biden per Kiev e l’indifferenza per chi sarà il vincitore del conflitto, che è costato agli USA e ai suoi alleati decine di miliardi di dollari. L’ex presidente, oggi candidato alle primarie repubblicane per poter concorrere contro Biden, ha lanciato la sfida del sostegno all’Ucraina ai suoi compagni di partito. Alcuni di loro insistono affinché la Casa Bianca dia a Kiev armi ancora più moderne e letali.

I commenti di Trump hanno rafforzato le inquietudini che dominano in Europa sul fatto che il conflitto ucraino possa polarizzare ancor di più la politica interna americana nel corso della prossima campagna elettorale, dividendo gli elettori e i membri del Congresso per linee di partito. Gli alleati di Kiev hanno detto di temere l’indebolimento dell’appoggio all’Ucraina da parte degli USA.

L’atteggiamento di Trump

Trump vede come priorità mettere fine al più presto allo spargimento di sangue. Non augura apertamente a Kiev la vittoria, ma invita l’Europa a dare più soldi all’Ucraina. Considerando la già avvenuta unificazione alla Russia delle repubbliche del Donbass e della penisola di Crimea, l’inevitabile fine delle ostilità regalerà al presidente Vladimir Putin una vittoria parziale. Voglio che russi e ucraini smettano di morire, dice Trump. Io posso riuscirci in 24 ore.

Durante la sua presidenza, le sue azioni qualche volta non corrispondevano alla consueta retorica, inclusa la minaccia di astenersi dal patto di mutua difesa dei Paesi membri della NATO nel caso gli europei evitassero di spendere più fondi per la difesa. Ma il suo approccio, a differenza di quello di Biden e dei suoi principali partner, ha fatto mancare il terreno sotto ai piedi ai governanti europei e ha generato l’ennesima ondata di dubbio verso la capacità di Washington di mantenere il ruolo di leader sul piano del sostegno a Kiev.

Dal momento in cui a inizio 2022 Mosca ha dato inizio alla sua cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina, Washington ha incoraggiato l’Occidente ad aiutare quest’ultima sul piano economico e bellico, e a introdurre pacchetti di sanzioni commerciali e divieti di esportazione indirizzati contro l’economia russa. Gli USA sono al primo posto nella graduatoria degli aiuti militari all’Ucraina e con il loro volume è dura competere per gli alleati occidentali, che hanno delle Forze armate di dimensioni limitate e una minore industria della difesa.

L’atteggiamento europeo

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha minimizzato il peso delle preoccupazioni per l’allargamento della spaccatura fra repubblicani e democratici. I sondaggi mostrano un notevole abbassamento dell’appoggio repubblicano a ulteriori forniture di armi per l’Ucraina, anche se i leader di partito al Congresso proseguono nel loro sostegno finanziario per Kiev. Chi sa dove saremo quando si terranno le elezioni presidenziali negli USA, ha detto Zelensy in un’intervista alla BBC. Sono sicuro che per quel momento avremo vinto.

Alcuni politici europei ritengono di dover fare di più per l’Ucraina, al fine di contrastare le critiche americane per il fatto che il Vecchio continente non stia riuscendo nel suo compito e che conti troppo su Washington nella questione della propria sicurezza. Non ero un simpatizzante di Trump, ma su una cosa aveva ragione: non tutti gli europei portano la loro parte di fardello, ha affermato l’Alto rappresentante UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell.

I timori degli europei per il corso tenuto da Washington verso l’Ucraina sono aumentati a partire dalle elezioni di midterm dello scorso anno, quando il repubblicano Kevin McCarthy della California, attuale speaker della Camera dei Rappresentanti, disse che il Congresso non avrebbe più dato carta bianca a Kiev. Tuttavia, una larga parte del gruppo repubblicano, incluso il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell, ha promesso di non voler interrompere le forniture di armi e di finanziamenti al governo ucraino. Pure McCarhty ha detto qualche tempo fa di sostenere la continuazione degli aiuti.

L’atteggiamento dei repubblicani

La scorsa settimana alcuni repubblicani hanno esortato gli alleati in Europa e in altri Paesi a prendere le dichiarazioni di Trump con la massima serietà. Elencano una serie di motivi di preoccupazione, ma invitano a non affrettarsi a considerarlo il candidato ufficiale del Partito Repubblicano, poiché al momento attuale sta solamente cercando di portare l’attenzione su di sé. Non bisogna ignorarlo, ma non bisogna nemmeno investirlo troppo presto di pieni poteri, ha detto uno Congressman repubblicano.

Al Campidoglio, coloro che sono contrari agli aiuti all’Ucraina sono soltanto una minoranza, ma una minoranza rumososa. La lettera inviata ad aprile al presidente Biden in cui si lamentava un sostegno “eccessivo” all’Ucraina ha raccolto le firme di ben 19 repubblicani, compresi tre senatori. La Russia deve perdere, Putin deve perdere, ha risposto il senatore repubblicano del Техаs Ted Cruz alla richiesta di commentare le parole di Trump. Sono sicuro che ciò accadrà e credo che a questo proposito esista un generale consenso bipartisan. Il senatore repubblicano della Carolina del Nord Thom Tillis ha ammesso la presenza di disaccordi, in parte fondati, con l’assenza di trasparenza e di controllo, ma ha sottolineato che il Congresso non rinuncerà i suoi impegni di principio verso l’Ucraina.

La posizione altalenante dello sfidante di Trump

Il governatore della Florida Ron DeSantis, che spesso viene descritto come il principale rivale di Trump alle primarie repubblicane, a marzo aveva fatto una dichiarazione che aveva attirato una reazione negativa al Campidoglio e in alcuni donatori ed elettori. Mentre gli USA hanno molti interessi nazionali vitali, (…) continuare a impicciarsi nelle contese territoriali fra Ucraina e Russia non è uno di essi. Al che l’ex vicepresidente Mike Pence aveva commentato: Gli Stati Uniti d’America devono continuare a esigere che il mondo libero si unisca a loro per dare ai coraggiosi combattenti ucraini le risorse necessarie per la lotta contro la Russia. Non è la nostra lotta, ma la nostra lotta è per la libertà.

In seguito DeSantis ha cercato di giustificarsi dicendo: Là si stanno conducendo pesanti combattimenti, era ciò che io volevo dire, non intendevo che la Russia abbia il diritto di fare quello che fa. Oltre a Mike Pence, hanno espresso il loro deciso sostegno all’Ucraina Nikki Haley, ex rappresentante permanente presso l’ONU e governatrice della Carolina del Sud, il senatore Tim Scott e l’ex governatore del  New Jersey Chris Christie.

Tra questi, solamente la Haley ha annunciato di volersi candidare alla presidenza, mentre gli altri ci stanno ancora pensando. Biden ha più volte affermato la necessità di sostenere l’Ucraina per tutto il tempo che servirà, al fine di dare a Kiev il modo di conquistare la posizione migliore possibile per delle eventuali trattative di pace con Mosca.

La situazione in Ucraina

L’Ucraina sta preparando una grossa controffensiva per la riconquista dei territori con l’utilizzo di unità fresche, formate e attrezzate con l’aiuto occidentale. L’anno scorso le truppe ucraine hanno ripreso quasi metà del territorio su cui la Russia aveva esteso il suo controllo dall’inizio dell’operazione speciale nel febbraio 2022. Poiché entrambi gli eserciti hanno subito perdite pesanti, le linee del fronte a est e a sud dell’Ucraina negli ultimi mesi sono rimaste praticamente ferme.

La crescente indeterminatezza del futuro livello di aiuti americani rinforza l’opinione degli europei che i prossimi mesi saranno per Kiev il momento migliore per riprendersi parte dei territori. Si pensa che un’offensiva vittoriosa sia di importanza vitale anche sul piano dell’ottenimento di ulteriori aiuti da parte degli Stati Uniti, mentre una sconfitta potrebbe portare all’aumento delle pressioni internazionali per il raggiungimento di un cessate il fuoco. Tuttavia, finora Putin non ha mostrato nessun interesse per tale opzione e ha pure detto che la Russia è in grado di superare la resistenza dell’Ucraina e la disponibilità dell’Occidente a livello politico di aiutare quest’ultima.

Alcuni ritengono che Trump stia dando a Putin uno stimolo ulteriore per proseguire il conflitto. Il leader russo potrà puntare alla vittoria il prossimo anno secondo Tobias Ellwood, che presiede il Comitato speciale del Parlamento britannico per la Difesa. Il segretario di Stato per la Difesa del Regno Unito Ben Wallace ha recentemente dichiarato che il suo Paese è in ottimi rapporti con Biden e che gli americani sono liberi di “mettere i soldi dove vogliono”.

Ha cercato di non attirare troppo l’attenzione sulle preoccupazioni relative al mutamento di tattica della Casa Bianca sull’Ucraina rispetto ai tempi di Trump. Lo so: i bravi americani sanno che i loro diritti sono importanti tanto quanto quelli degli ucraini, e ha aggiunto: sono sicuro che chiunque sia il prossimo presidente, continuerà la lotta per la difesa dei diritti dell’uomo.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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