Il trasporto pubblico resta al centro dell’azione di governo in Tunisia. Il Presidente Kais Saied: “trasporto pubblico è un diritto costituzionale”

Il trasporto pubblico resta al centro dell’azione di governo in Tunisia. Il Presidente Kais Saied: “trasporto pubblico è un diritto costituzionale”

28 Marzo 2024 0

La riparazione di 200 autobus, linea metropolitana e ampliamento dell’aeroporto Tunisi Cartagine, tra le priorità di una strategia nazionale ambiziosa ma necessaria.

Il trasporto pubblico in Tunisia necessita di fondi e soprattutto di una chiara strategia nazionale, che resta al centro del dibattito politico e dell’azione di Governo. Il Consiglio dei ministri, riunitosi lunedì al Palazzo della Kasbah, a Tunisi, ha approvato la riparazione urgente di 200 autobus per un costo di circa 5 milioni di euro, e la rapida riparazione di 28 vagoni della metropolitana per un costo di 2,5 milioni di euro, prima dell’acquisto di un numero significativo di autobus e vagoni della metropolitana per rafforzare la flotta di trasporto pubblico.

Agevolare gli spostamenti

All’inizio della riunione, il premier Ahmed Hachani, ha sottolineato la necessità di fornire ai cittadini tutti i tipi di trasporto che preservino la loro dignità e consentano loro di svolgere i propri affari nelle migliori condizioni. Ha valutato anche la situazione del settore dei trasporti nel Paese nordafricano ed in particolare della compagnia nazionale dei Trasporti, sollecitando soluzioni a breve termine e l’elaborazione di una strategia nazionale per il trasporto pubblico, considerato in tutti i paesi un indicatore di sviluppo economico e un motore di inclusione sociale.

Hachani ha inoltre sottolineato la necessità di semplificare le procedure amministrative per garantire il normale funzionamento dei servizi pubblici. Il ministro ad interim dei Trasporti, Sarah Zaafrani, ha presentato il parco automezzi, il numero dei viaggi e dei percorsi programmati e ha passato in rassegna i principali ostacoli che impediscono la fornitura di un numero sufficiente di autobus e metropolitane.

Al lavoro sulla linea D della metropolitana suburbana di Tunisi

Domenica, la società tunisina che gestisce la metropolitana suburbana di Tunisi, Société du réseau ferroviaire rapide de Tunis (Rfr), ha dichiarato di essere al lavoro per completare i lavori della linea D, che collegherà la città di Tunisi a Mnihla, municipalità del governatorato di Ariana, agglomerato urbano nell’area metropolitana della Grande Tunisi.

I lavori su questa linea, originariamente previsti per l’inizio del 2016, sono stati bloccati a Bardo a causa dell’opposizione di alcuni residenti, della società civile e alcuni parlamentari che si sono opposti alla costruzione della linea ad alta velocità. La situazione è stata ulteriormente aggravata dalla decisione del consiglio comunale del Bardo n.5815 di interrompere i lavori nel 2019, annullata dal Tar, il 9 febbraio scorso.

Coniugare le esigenze ambientali e urbane

Il tribunale ha deliberato infatti che la scelta del tracciato della linea D è stata fatta nel rispetto delle esigenze ambientali e urbane e garantisce la conservazione del carattere storico di Place du Bardo. Il Consiglio dei ministri ha infine disposto, lo scorso 10 novembre, la ripresa dei lavori secondo i termini contrattuali originari, in applicazione della legge, al fine di garantire la progressiva operatività della linea a partire da settembre 2024 e l’esercizio di tutto il tratto ferroviario ad alta velocità entro il 2026.

La linea metropolitana D contribuirebbe ad alleviare la congestione del traffico nella zona del Bardo, considerando che il treno ha la capacità di trasportare 2.400 passeggeri per viaggio. La linea D è lunga 12,2 km e si collega con la linea A per 2,3 km fino alla stazione di Manouba, nella periferia nord-occidentale di Tunisi. Questa linea comprende sette stazioni, oltre a Manouba, Malassine, Erraoudha, Bardo, Bortal, Cité les Oranges e Gobaa.

Offrirà una velocità commerciale compresa tra 35 e 40 km/h rispetto ai 18 km/h della metropolitana leggera di Tunisi e ai 15 km/h degli autobus. Uno dei più grandi progetti infrastrutturali in corso nel continente africano. Gestito dal ministero dei Trasporti e finanziato al 40 per cento dallo Stato tunisino, è sostenuto da diversi donatori, sotto forma di prestiti o donazioni: l’Agenzia francese di sviluppo (Afd) con 50 milioni di euro, il fondo di investimento della Banca Europea con 177 milioni di euro, la Banca tedesca per la ricostruzione con 70 milioni di euro e l’Unione Europea che ha fornito 28 milioni di euro.

In progetto anche l’ampliamento dell’aeroporto

Altro progetto ambizioso su cui le autorità stanno lavorando è l’ampliamento dell’aeroporto internazionale di Tunisi-Cartagine, unico scalo nella capitale tunisina, che avrà senza dubbio un impatto positivo nel rilancio dell’economia e dello sviluppo. La proposta elaborata dal ministero dei Trasporti prevede la realizzazione di una nuova aerostazione con una superficie di circa 80.000 metri quadrati e una capacità stimata di otto milioni di passeggeri all’anno, che aumenterà la capacità totale dell’aeroporto fino a 13 milioni di viaggiatori all’anno.

La proposta prevede inoltre il miglioramento dei collegamenti da e per lo scalo verso il centro della capitale, tramite la realizzazione di una linea ferroviaria, e un collegamento veloce che collegherà gli aeroporti di Tunisi Cartagine, Enfidha Hammamet, nonché la costruzione di una linea metropolitana tra Lac Tunisi e Bhar Lazreg.

Una strategia nazionale

Il presidente della Repubblica, Kais Saied, ha sottolineato durante un recente incontro con ministra dei Trasporti ad interim la necessità di accelerare lo sviluppo di una strategia nazionale per il trasporto pubblico, “peggiorato a causa delle politiche attuate fin dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, che hanno portato alla quasi totale assenza del servizio di trasporto pubblico, così come molte altre strutture pubbliche” nel Paese nordafricano.

Il capo dello Stato ha spiegato che “in attesa dello sviluppo di questa strategia, è necessario trovare soluzioni immediate perché i cittadini trascorrono ogni giorno lunghe ore aspettando l’arrivo di un mezzo di trasporto pubblico che può arrivare o meno, o non fermarsi affatto perché talmente sovraffollato da non poter più ospitare un solo nuovo passeggero.

C’è chi percorre l’intera distanza, metà del corpo dentro l’autobus e l’altra metà fuori, e c’è chi passa quattro ore ad aspettare ogni giorno. È inaccettabile che il numero di autobus nella Grande Tunisi non superi i 300 o poco più. Anche il numero dei vagoni della metropolitana è sceso di circa tre quarti”.

Nuove strade per la Tunisia

Saied ha ribadito che “i prestiti ottenuti dallo Stato tunisino servono soprattutto per la costruzione di nuove strade, il che è positivo perché i trasporti sono la linfa vitale dell’economia, ma non è possibile ottenere finanziamenti per sviluppare il settore dei trasporti pubblici, compresi autobus, ferrovie e treni. Se poi la Tunisia si lamenta dello stato disastroso dei trasporti pubblici con il pretesto di perdere fondi, da dove vengono i soldi per rifornire le auto provenienti dall’estero, e non poche sono auto di lusso, si parla di diecimila auto circa? ogni due mesi?”.

Si è chiesto il capo dello Stato, parlando con la ministra Zaafrani del trasporto collettivo privato, che non può essere una soluzione. “Inoltre, le condizioni di questi mezzi non possono che essere descritte come disumane e lesive della dignità umana, oltre ai rischi a cui sono esposti i viaggiatori, poiché il loro numero supera la capacità di accoglierli. A ciò si aggiungono i lavoratori e le lavoratrici trasportati nelle campagne su camion senza sicurezza né rispetto dei diritti umani più elementari. Molte lavoratrici, in particolare, sono morte in incidenti causati da questo tipo di trasporto”. Ha constatato Saied.

La compagnia di bandiera Tunisasir

Durante l’incontro, i due hanno anche affrontato il tema della compagnia di bandiera Tunisair, che “un tempo era l’orgoglio della Tunisia a livello mondiale, ma è gradualmente scesa fino a raggiungere la situazione in cui si trova, richiedendo un intervento urgente e la necessità di ripulirla affinché il suo splendore e la sua la luminosità possa essere ripristinata”.

Il presidente della Repubblica tunisina ha sottolineato che l’operazione messa in atto contro Tunisair “non si limita alla corruzione che si è diffusa al suo interno e agli incarichi illegali che ha conosciuto, soprattutto dal 2011, ma mira piuttosto a distruggerla”. A questo proposito ha avvertito che “non ci sarà alcuna cessione, né in terra né in cielo, e che si lavorerà per far volare in alto questa istituzione, e che sarà anche bonificata da coloro che si preoccupano solo di trascurare le conquiste del nostro Paese e di sottomettersi vergognosamente alle istruzioni che ricevono dall’estero e a coloro che sono caduti tra le braccia delle lobbies interne”. Si ricorderà che lo scorso 12 marzo, il presidente Saied ha dimesso dalle sue funzioni il ministro dei Trasporti, Rabie Majidi, assegnando temporaneamente a Sarah Zaafarani, già ministra delle Attrezzature e dell’edilizia, la guida del dicastero.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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