Il flop del Partito Repubblicano, ancora nessun Presidente per la Camera

Il flop del Partito Repubblicano, ancora nessun Presidente per la Camera

6 Gennaio 2023 0

La Camera Usa è tornata a riunirsi venerdì 6 gennaio per designare il suo cinquantacinquesimo presidente. La dodicesima votazione per poter eleggere il designato leader del GOP Kevin McCarthy è stata una nuova fumata grigia.

I voti sono passati da 208 a 213 voti ma il recupero dei dissidenti non è stato sufficiente per sbloccare il pessimo spettacolo al quale si sta assistendo da giorni e raggiungere la fatidica soglia di 218 voti. I voti ai candidati alternativi repubblicani, Jordan e Hern, sono stati in tutto 7, nettamente in calo ai 20 voti delle tornate precedenti. Tra coloro che hanno cambiato il loro voto per McCarthy al 12° scrutinio c’erano Josh Brecheen, Dan Bishop, Michael Cloud, Andrew Clyde, Byron Donalds, Anna Paulina Luna, Mary Miller, Ralph Norman, Andy Ogles, Scott Perry, Paul Gosar, Chip Roy, Keith Sé e Victoria Spartz.

Peggio di oggi accadde nel 1856 quando ci vollero 133 voti per eleggeremo Speaker della Camera. Allora le votazioni si protrassero per due mesi.

L’ipotesi espulsione dei ribelli

Il Washington Post ha ipotizzato che si possa arrivare all’espulsione dei “sabotatori”. Il GOP potrebbe richiedere ad una commissione di indagare contro i propri  membri prima di presentare una mozione di espulsione. Una tale indagine in questo caso sarebbe breve, poiché i ribelli stanno apertamente mostrando il loro disprezzo per il loro partito. Però potrebbe portare al problema di una eventuale alleanza tra i ribelli e i Democratici. Se questa venisse formalizzata si avrebbe un cambio di maggioranza alla Camera extra urne.

Gli oppositori affermano che McCarthy non sarebbe abbastanza conservatore e che non è riuscito a fornire alcune assicurazioni sui cambiamenti delle regole che decentralizzerebbero il potere alla Camera.

 

 

 

Redazione Strumenti Politici
Redazione Strumenti Politici

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici