Il filo-israeliano Milei criticato dai politologi e persino dagli ebrei argentini

Il filo-israeliano Milei criticato dai politologi e persino dagli ebrei argentini

6 Giugno 2024 0

In politica interna il presidente argentino Javier Milei sta ricevendo le critiche dei politologi, mentre in politica estera ha generato forti antipatie nei Paesi vicini e inquietudine nella comunità ebraica di Buenos Aires.

Al Muro del Pianto

Il presidente argentino non è certo nuovo a gesti eclatanti, ma ciò che riguarda la religione ha sempre un effetto particolare sull’opinione pubblica. Nella sua visita a Gerusalemme, Milei sembrava quasi in trance mentre stava con le mani e la fronte premuti sul Muro del Pianto. Nato e cresciuto cattolico, si è avvicinato all’ebraismo negli ultimi tre anni. I suoi sostenitori dicono che il suo fervore religioso non tocca le scelte di politica estera, ma qualche dubbio viene se si considera l’appoggio incondizionato dato alle azioni di Netanyahu a Gaza. Ciò che riguarda Israele ha un peso anche nella politica interna argentina, data la presenza di una forte comunità ebraica e col ricordo degli attacchi terroristici nel 1992 all’ambasciata israeliana e nel 1994 a un’associazione ebraica.

Critiche persino dagli ebrei di Argentina

Il sostegno appassionato e rumoroso di Milei al governo Netanyahu provoca inquietudine e persino timore fra gli ebrei argentini. Quasi 4mila esponenti intellettuali della comunità ebraica locale hanno firmato una petizione contro “l’utilizzo politico dell’ebraismo” da parte del presidente argentino. C’è per esempio chi si scandalizza perché per annunciare il suo arrivo usa lo shofar, strumento musicale per cerimonie sacre. Altri, come il direttore del Centro “Anna Frank” Héctor Shalom, avverte che la presunta difesa di Israele da parte di Milei a discapito dei diritti dei palestinesi mette a rischio l’intera comunità ebraica dell’Argentina. In Sudamerica il governo israeliano non gode di grande popolarità. Bolivia e Colombia hanno tagliato i rapporti diplomatici, mentre Brasile ed altri hanno recentemente richiamato i propri ambasciatori. Dunque oggi l’Argentina è di fatto l’unica a stare dalla parte di Tel Aviv, al punto da votare contro il riconoscimento della Palestina come membro dell’ONU.

Le critiche dei politologi

In un’intervista alla CNN, la politologa Antonella Marty ha affermato che il presidente argentino “vive in un’altra realtà”. Secondo lei, inoltre, soffre di “una totale mancanza di empatia” nei confronti dei milioni di concittadini che vivono in condizioni di povertà. Non vede quindi all’orizzonte nessuna ripresa dell’economia, nonostante le misure che il nuovo governo ha messo in atto. Eduardo Reina, analista politico e docente universitario, descrive Milei come un uomo che crede di essere un leader globale in lotta con nemici astratti, mentre invece è distaccato dalla realtà locale fatta di problemi veri quali inflazione e disoccupazione. Con uno stile comunicativo estremo e diretto ha attratto molti simpatizzanti, al punto di crearsi un culto della personalità, ma ha anche spostato l’attenzione dai difetti della sua amministrazione. La squadra di governo sembra infatti essere poco esperta, ma molto timorosa di proporre soluzioni concrete e attuabili.

Redazione Strumenti Politici
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