I Repubblicani denunciano: l’amministrazione Biden ha taroccato i conti dell’assistenza militare all’Ucraina
I calcoli veritieri sulle centinaia di miliardi di dollari destinati a Kiev costituiscono una vicenda tra le più scottanti dell’attuale presidenza democratica. Un gruppo di senatori e di deputati repubblicani ha denunciato qualche giorno fa il gioco sporco condotto dall’amministrazione Biden sull’assistenza militare e finanziaria all’Ucraina. I funzionari governativi avrebbero infatti taroccato i conteggi per farli risultare meno di quanto effettivamente speso. Forse speravano in questo modo di salvare la faccia al presidente, ma di fatto gli hanno scavato un fossato sotto i piedi.
I Repubblicani non demordono
Che i fondi destinati all’assistenza militare e umanitaria a Kiev fossero troppi, in America lo dicevano già più di un anno fa. Il disastro ambientale in Ohio avvenuto nel febbraio 2023 aveva convinto molti che la Casa Bianca stesse ignorando i problemi dei cittadini americani. Sia sul piano sociale che su quello finanziario, Biden ha ampiamente favorito le attività in Europa. Sono stati i Repubblicani a cogliere il malcontento popolare e a chiedere che fosse fatta luce su chi, come e soprattutto quanto gli USA stessero aiutando. Dopo mesi di battaglie politiche e di audizioni al Congresso, stanno arrivando delle risposte inquietanti.
Il senatore J.D. Vance e alcuni suoi colleghi repubblicani sono giunti alla conclusione che le cifre sugli aiuti a Kiev siano state tenute più basse di almeno 14 miliardi. Ad averle “sistemate” è stato l’Ufficio Gestione e Bilancio (Office of Management and Budget – OMB), organismo che fa riferimento direttamente al Presidente USA. La sua direttrice Shalanda Young ha ricevuto il 9 aprile una lettera da quei Congressmen che più tenacemente combattono per avere chiarezza. In particolare si sono attivati quelli che già dallo scorso anno esortavano Biden a darsi una regolata nel suo incondizionato sostegno militare a Zelenksy, che all’epoca appariva senza fine (o peggio sembrava sulla via di una terribile escalation). Oltre a Vance, hanno firmato la lettera diciotto parlamentari del Grand Old Party, tra cui i senatori Roger Marshall, Mike Lee e Rand Paul e i membri della Camera Marjorie Taylor Greene, Andy Ogles e Clay Higgins.
Hanno taroccato i conti
Nel gennaio 2023 il gruppo dei parlamentari americani cominciò a premere sugli organi contabili, inviando una richiesta formale per conoscere i numeri dell’assistenza a Kiev. All’epoca si presumeva che il totale ammontasse a 114 miliardi. L’OMB rispose a settembre dello scorso anno – dunque nove mesi dopo – allegando un documento “senza titolo, confuso e composto da una sola pagina”. I funzionari dichiaravano una cifra che si aggirava sui 111 miliardi di dollari. Ma i parlamentari hanno rifatto i calcoli e oggi risulta loro un totale di 125 miliardi, quindi 14 in più rispetto a quelli dichiarati ufficialmente. Nella lettera a Young i parlamentari elencano quindi i buchi e i salti fatti dall’OMB nel conteggiare gli aiuti.
Ad esempio i milioni stanziati a centinaia per la cosiddetta “Iniziativa di assistenza alla sicurezza dell’Ucraina” o i 6,2 miliardi sbloccati a beneficio della fornitura di armamenti. E ce ne sarebbero poi altri 4, che Biden pare abbia aggiunto sotto forma di trasferimenti di armi prese direttamente dagli arsenali USA per ordine presidenziale. Nella lettera a Young, i parlamentari citano le indiscrezioni raccolte da media come Politico e Associated Press, ai quali funzionari di alto livello del Dipartimento della Difesa hanno raccontato ciò che l’OMB ha finora taciuto. Si tratterebbe di armamenti per 10 miliardi di dollari che il Pentagono ha inviato all’Ucraina senza sapere con quali soldi riuscirà a fare nuove scorte. Il rischio concreto è che gli arsenali americani rimangano vuoti.
La reazione dei Congressmen
Il gruppo dei parlamentari guidato da Vance ha affermato che quella dell’OMB del settembre 2023 di fatto non costituiva una risposta. Erano troppe le mancanze e i punti coperti da vaghezza e imprecisione. Rivelano poi che l’8 marzo, cioè sei mesi dopo la seconda richiesta, l’OMB ha concesso “un’altra tranche di informazioni”. E fanno notare una curiosa coincidenza: l’Ufficio rilasciava questi nuovi dati proprio il giorno lavorativo antecedente a quello in cui la direttrice Young doveva comparire in audizione davanti alla Commissione bilancio del Senato.
Nell’ultimo foglio contabile rilasciato dall’OMB ci sarebbe la prova che il governo non ha riportato almeno altre due voci di spesa: 684 milioni di dollari destinati all’Ucraina e 900 milioni del Dipartimento della Difesa per l’assistenza militare a Kiev. I parlamentari hanno quindi presentato all’OMB una lista di quattordici domande per andare a fondo nella questione. I calcoli veritieri sulle centinaia di miliardi di dollari destinati a Kiev costituiscono una vicenda tra le più scottanti dell’attuale presidenza democratica. I funzionari governativi avrebbero taroccato i conteggi per farli risultare meno di quanto effettivamente speso. Forse speravano in questo modo di salvare la faccia al presidente, ma gli hanno scavato un fossato sotto i piedi.
Vive a Mosca dal 2006. Traduttore dal russo e dall’inglese, insegnante di lingua italiana. Dal 2015 conduce conduce su youtube video-rassegne sulla cultura e la società russa.