Gli F-16 e le altre “armi miracolose” che per Kiev non cambiano il corso del conflitto

Gli F-16 e le altre “armi miracolose” che per Kiev non cambiano il corso del conflitto

4 Settembre 2023 0

L’esperienza mostra che nel corso del conflitto ucraino non è stata data a Kiev nessuna vera “arma miracolosa”. Ecco la lista degli armamenti occidentali che hanno sollevato più clamore e più speranze per le forze ucraine:

1.Arma anticarro portatile Javelin;

2.Drone d’attacco e da ricognizione turco Bayraktar;

3.Obice americano M777 Howitzer;

4.Lanciarazzi multiplo americano Himars;

5.Sistema terra-aria americano Patriot;

6.Carri armati tedeschi Leopard e britannici Chellenger;

7.Missile da crociera britannico Storm shadow;

8.Caccia americani F-16 (in via di fornitura);

9.Carri armati americani Abrams (in via di fornitura).

I risultati poco prodigiosi delle armi “miracolose”

Per quanto strano possa sembrare, a ciascuna wunderwaffe data alle forze ucraine è corrisposta a una determinata fase del conflitto e certi fallimenti militari di Zelensky. In altre parole, nessuno di questi armamenti speciali ha raggiunto lo scopo per il quale era stato concesso. Peraltro, agli ucraini vengono date armi via via  sempre più raffinate dal punto di vista tecnologico.

Ciò comporta la necessità per Kiev non solo di formare appositamente i suoi militari e di allestire le relative infrastrutture, ma anche di dislocare sul teatro delle operazioni i sistemi di guida che determinano l’efficacia dell’arma. A sua volta, ciò implica pure per i russi la necessità di adattarsi ai nuovi tipi di arma.

Armamenti depotenziati per Kiev

Però, temendo che le tecnologie belliche cadano nelle mani di Mosca, l’Occidente fornisce all’Ucraina degli armamenti in formato “semplificato”, cioè levando ad essi una parte dei meccanismi. Ciò è accaduto con gli obici M777, così viene fatto coi carri Leopard e verrà fatto con gli Abrams, che in Polonia saranno “alleggeriti” dalle attrezzature “in eccesso”.

Comunque, per manovrare queste armi di standard NATO e puntarle sugli obiettivi, l’Alleanza Atlantica sfrutta tutte le capacità e i suoi terzisti: gli aerei da ricognizione, i satelliti e il sistema Starlink. Nel gestire i suoi armamenti in Ucraini, è un po’ come se l’Occidente lavorasse in smart working. Adesso con i caccia americani F-16 Fighting Falcon la tecnologia non è più tanto nuova, ma è di altissimo livello, quindi i jet devono essere inseriti in una rete di scambio costante di informazioni: satelliti, aerei-spia, torri di controllo etc. Poi naturalmente tutto dipenderà dai compiti che saranno assegnati ai caccia stessi.

L’aviazione militare ucraina

Il formato nel quale oggi opera l’aviazione militare ucraina consiste in aerei da caccia tattici e aerei d’assalto. Ciascuna di queste opzioni finisce costituisce un utilizzo frammentario dell’aviazione da guerra. A giudicare dalle informazioni ufficiali, nel corso della infruttuosa controffensiva non si è visto un impiego massiccio di aerei. Ci sono molte ragioni per questo, tra cui la mancata scelta della direzione principale degli attacchi. Il motivo principale però è rappresentato dal lavoro della contraerea russa e dei suoi strumenti per la guerra elettronica, oltre al dominio del cielo.

Probabilmente gli F-16 non verranno utilizzati come cacciabombardieri da attacco. Sarebbe un’operazione troppo costosa e poco promettente. Sembra invece che debbano trasformarsi in vettori per missili a lunga gittata, che gli ucraini hanno in programma di accumulare in quantità sufficiente per un impiego massiccio. Quindi li prendono da qualunque Paese della NATO: gli Storm Shadow britannici, i francesi Scalp, e presto insisteranno coi tedeschi per avere i missili Taurus. Infine, è giunta notizia che gli ucraini vogliono dagli USA i missili da crociera JASSM, che dovrebbero aiutare Kiev addirittura a “riconquistare” la Crimea.

Forbes scrive che i caccia F-16 per adesso non sono compatibili coi missili Storm Shadow o con gli SCALP, bensì con i JASSM. Secondo quanto riporta il giornale americano, unendo gli F-16 ai JASSM, l’aviazione ucraina potrà raddoppiare le proprie forze. Se consideriamo il probabile invio dei missili americani ATACMS (razzi a lunga gittata, che come piattaforma di lancio hanno il sistema Himars), diventa chiaro che l’Occidente vede già la prossima fase del confronto: assestare colpi in profondità nel territorio russo, ovvero Crimea, le nuove regioni, le regioni di confine e pure Mosca con l’uso di droni di vario tipo.

Il problema fondamentale che Kiev deve ancora risolvere è come proteggere le basi che ospiteranno gli F-16 e gli arsenali con i missili. In Occidente comprendono queste difficoltà, ma pensano di riuscire comunque a portare a termine qualche attacco con i razzi di lunga portata. Poi ci potrà essere l’ennesima fase del confronto, che proveranno a correggere con qualche espediente diplomatico, un’azione sovversiva, le sanzioni…

La battaglia mediatica e gli accordi con Olanda e Danimarca

In questa tentata analisi militare è importante prendere in considerazione anche l’aspetto dell’informazione. Per ciascuna “arma meravigliosa” viene lanciata ogni volta una campagna mediatica molto attiva. Kiev convince la società che ora li attende un’altra magia, la quale però non avviene. Così, l’arma fantastica torna ad essere solo un genere di aiuto militare, che almeno può fare qualcosa di utile. La situazione torna rapidamente in equilibrio: l’esercito russo impara a contrastare la nuova arma, che solitamente viene fornita a Kiev in quantità insufficienti, e alla fine il miracolo promesso non avviene. Per gli F-16 si ripeterà probabilmente il medesimo scenario.

Lo conferma la storia degli accordi sulla fornitura degli F-16 olandesi, annunciati da Zelensky nella misura di 42 unità. Però, esattamente come per i precedenti invii di aiuti militari, i velivoli non saranno forniti immediatamente e comunque non proprio in quella quantità: In primo luogo, in Olanda hanno detto che per adesso non sanno quanti aerei sono pronti a concedere a Kiev. Gli olandesi dispongono in totale di 42 jet F-16 da poter fornire a Kiev. A dire la verità, di essi solamente 24 sono in condizioni operative e sono in programma per l’estate del 2024, mentre altri 18 saranno dati in vendita. In secondo luogo, la Danimarca ha proposto uno schema di fornitura molto particolare: i primi sei F-16 danesi arriveranno verso capodanno, altri otto nel corso del 2024, mentre nel 2025 altri cinque. Recentemente, anche la Norvegia avrebbe promesso i suoi aerei.

La stampa comunica anche che Copenhagen non darà in nessun caso i propri caccia F-16 fino a quando l’esercito danese non avrà completato il passaggio agli F-35, cosa che avverrà solamente a fine 2024. Fonti del Ministero della Difesa precisano che è una tabella di marcia molto tirata, difficile da rispettare. Perciò sembra che se anche i danesi dessero i propri F-16 “verso capodanno”, allora si tratterà del capodanno 2025.

La premier Mette Frederiksen conferma il programma:

– le donazioni avverranno gradualmente per non disturbare il passaggio già pianificato agli aerei da combattimento F-35;

– l’Ucraina potrà ricevere i primi 6 aerei verso capodanno, poi si prevede di darne ancora 8 nel 2024 e 5 nel 2025.

Tutto ciò è accompagnato da una retorica vellutata, di “pace”, che parla di un mondo governato da norme. Il ministro della Difesa Jakob Ellemann-Jensen ha dichiarato che l’Ucraina potrà usare gli F-16 che gli darà la Danimarca, ma soltanto sul proprio territorio. Come riferisce l’agenzia Ritzau, il ministro ha detto:

Noi forniremo gli armamenti a condizione che vengano impiegati al fine di respingere il nemico dal territorio dell’Ucraina. Nulla di più. La regola vale per i tank, i caccia o qualunque altra arma. All’Ucraina verranno sicuramente date queste indicazioni.  

L’ok Usa ai caccia F-16

Nel frattempo gli USA hanno dato l’okay all’invio degli F-16 all’Ucraina da parte di Copenhagen e l’Aia. Ciò spiega ulteriormente cosa sta accadendo. A Washington la proprità è la rielezione di Biden: per adesso non ci sono delle alternative. Però il progetto geopolitico (ora anche preelettorale) dell’amministrazione democratica nella persona di Biden con il titolo di “Ucraina” sta diventando velenoso: hanno destinato miliardi di dollari per una controffensiva fallimentare e l’accordo sul grano si è trasformato in una sessione di autoaccusa del capitalismo occidentale.

Gli esperti affermano che le opzioni possibili per gli Stati Uniti sono due: o la sconfitta della Russia o un conflitto a bassa intensità che non permetta a Mosca di raccogliere le forze in una prospettiva di medio termine (…) Gli USA devono prendere una decisione sull’Ucraina prima delle elezioni, ma congelare il conflitto costerà a Biden la carriera e consentirà alla Russia di ricaricare il suo potenziale bellico. Dunque gli ucraini devono stare in trincea, incoraggiandoli a parole e con l’invio di armi, ma evitando se possibile un’escalation. È questa la rovinosa conclusione.

Quelle strane tempistiche

Per l’ennesima volta si è pensato di sopperire con invii di armi alla mancanza di successi militari di Kiev, per togliere qualunque possibilità di trattativa, per far sì che gli ucraini continuino a combattere, per far proseguire la guerra. A Kiev lo hanno capito, ma fanno finta di non capire, anzi si mostrano esaltati nell’attesa dei successi che le nuove “armi miracolose” garantiranno. Su questo sfondo risulta eloquente la polemica a distanza fra il ministro della Difesa Oleksii Reznikov e il comandante della U.S. Air Force in Europa James Hecker per quanto riguarda il fattore tempo.

Reznikov dice che il termine minimo per la fornitura all’Ucraina degli F-16 è di 6 o 7 mesi. Però per lui non è un problema: Se servirà un po’ più di tempo non bisogna essere delusi, perché i nostri piloti hanno dimostrato la capacità di essere pronti nel giro di 6 mesi, anche se non sappiamo quanto ci vorrà ai tecnici e agli ingegneri. Il comandante dell’aviazione americana in Europa ha quindi detto: Siete capaci di imparare molto in fretta a usare bene alcuni sistemi di arma. Serve tempo per preparare un paio di squadriglie di F-16 e portarle alle condizioni operative a un livello abbastanza alto… Potrebbe avvenire fra quattro o cinque anni. In altre parole secondo il generale, Kiev potrà disporre di un’aviazione di buon livello solo fra cinque anni

Quindi nelle circostanze attuali gli F-16 non sono solamente una nuova arma prodigiosa per l’Ucraina, ma rappresentano la conferma di come Washington e i partner europei vedono il suo futuro. Questi caccia servono a portare armi a lunga gittata, cioè a colpire il territorio russo e a continuare la guerra, senza preoccuparsi di cosa accade intanto all’Ucraina e ai suoi abitanti. Le forniture degli F-16 quindi sono in larga misura un progetto di propaganda che segna l’ennesima tappa del conflitto dell’Occidente contro la Russia che sta avvenendo in Ucraina. Quale sarà la prossima arma meravigliosa?

Redazione Strumenti Politici
Redazione Strumenti Politici

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici