Finlandia, il candidato presidente Väyrynen chiede di ristabilire il dialogo con Mosca
Le prossime elezioni presidenziali della Finlandia sono previste per il 28 gennaio 2024. In queste settimane estive, le maggiori personalità politiche stanno ufficializzando la propria candidatura. Fra di loro Paavo Väyrynen, politico di lungo corso ed ex vicepremier, che nei giorni scorsi ha proposto di riaprire il dialogo con la Russia.
Dopo l’ingresso nella NATO e il cambio di governo avvenuto a giugno, a Helsinki ci potrebbero essere altri ribaltamenti. Lo stesso presidente in carica, Sauli Niinistö, appena due mesi fa ha parlato di cambio di prospettiva per un’intero Occidente che sta calando, mentre il gruppo BRICS sta aumentando la sua attrattività.
Il convegno Pohjanranta
Il centro Pohjantähti organizza periodicamente seminari che trattano di sicurezza, relazioni estere e politica europea della Finlandia. Il 4 agosto ha tenuto un incontro di discussione sul tema “Il futuro delle relazioni fra NATO e Finlandia”. Al convegno Pohjanranta sono intervenuti, oltre a Väyrynen, il professore universitario Vilho Harle e l’ex vicepremier Timo Soini. Quest’ultimo ha illustrato il modo in cui funziona nel Paese il processo decisionale riguardante la politica estera e la sicurezza.
Harle ha invece analizzato il programma del nuovo governo guidato da Petteri Orpo e ha dato una valutazione sulla politica estera finlandese, che secondo lui si è appiattita a una condizione quasi “unidimensionale”. La sua tesi è che Helsinki potrebbe provare a rispettare la tradizione di neutralità persino adesso che è membro della NATO.
Concorda con lui Väyrynen, che precisa come sebbene la neutralità sia forse impossibile nel corso di un conflitto militare in cui un membro della NATO oppure l’intera Alleanza siano coinvolti, si può comunque perseguire in modo indipendente la propria politica di neutralità rispetto a molte altre questioni, fra cui la sfera dei diritti umani.
Tornare a dialogare con Mosca
Väyrynen ha affermato che bisogna ristabilire i canali di dialogo con la Russia, interrotti dai vertici finlandesi più di un anno fa. Lo ha ribadito pure in un articolo sul suo blog personale, in cui suggerisce che la Finlandia contribuisca alla pace in Ucraina in modo autonomo. Anzitutto riprendendo i contatti con Mosca, per quanto possano risultare difficili alle condizioni attuali. Però può provare a costruire la pace puntando prima a un cessate-il-fuoco e poi ai negoziati, fino al raggiungimento di un accordo di pace.
La Finlandia deve fare dei passi per riprendere le relazioni bilaterali con la Russia anche oggi che la guerra è in corso. Non bisogna fare come l’ex ministro degli Esteri Pekka Haavisto, che non ha parlato col suo omologo russo Sergey Lavrov in ottemperanza alla linea di “politica comune” dell’Unione Europea, che invitava i vertici dei Paesi membri a evitare contatti ad alto livello con la Russia.
Almeno inizialmente, il presidente Niinistö ha invece dialogato con Mosca: altre due volte dopo il 24 febbraio 2022 ha parlato con Putin, di persona e al telefono, l’ultima il 14 maggio dello scorso anno. Secondo Väyrynen, Helsinki deve ristabilire il contatto al più tardi subito dopo l’inizio del mandato del prossimo presidente.
Le proposte di Väyrynen
E sul modo in cui mettere fine al conflitto in Ucraina, il candidato presidenziale spiega la necessità di trovare una soluzione a due questioni fondamentali. La prima è offrire delle adeguate garanzie di sicurezza a Kiev da un lato e a Mosca dall’altro. Qui tira in ballo l’opinione di Henry Kissinger, che non ha risparmiato le critiche all’azione degli USA, colpevoli di aver fomentato la guerra.
L’insistenza di Washington nel voler rendere l’Ucraina un membro della NATO è stato un “grave errore”, peggiorato dall’enorme sostegno militare ed economico che le ha fornito. Comunque, dato che ormai la guerra è scoppiata, Kissinger crede che l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza possa servire a contenerne gli atteggiamenti e a dirigerne i comportamenti.
Il secondo problema è come garantire lo status e i diritti della maggioranza russofona dell’Ucraina orientale e della Crimea: cioè proprio una delle cause dello scoppio delle ostilità interne già nel 2014, di cui l’operazione militare speciale russa è una continuazione, dice Väyrynen. Rispetto a tali istanze, la Finlandia può cominciare col discutere e definire la propria politica estera ed europea di sicurezza.
Una carriera lunga e variegata
Väyrynen è membro del Suomen Keskusta, il “Partito di Centro Finlandese”, uno dei tre grandi partiti storici (gli altri due sono il Partito Socialdemocratico Finlandese e il Partito di Coalizione Nazionale). Oggi è all’opposizione, ma in passato è stato vice premier e ministro degli Esteri.
Nel corso dei suoi trent’anni (non ininterrotti) da deputato dell’Eduskunta, il Parlamento unicamerale finlandese, ha rappresentato tre formazioni diverse. Ha seduto anche all’Europarlamento. Si è candidato alle presidenziali in altre quattro occasioni, nel 1988, nel 1994, nel 2012 e nel 2018, ricevendo un buon riscontro, ma senza vincere.
Oggi la sua posizione è piuttosto critica verso la maniera in cui opera l’establishment finlandese, che in questi decenni ha preso decisioni impegnative per il Paese senza prima consultare il popolo. Väyrynen lamenta la mancanza di discussione pubblica o di referendum ad esempio in occasione dell’adozione dell’euro come valuta al posto del markka o dell’ingresso nella NATO.
Le prossime elezioni presidenziali della Finlandia sono previste per il 28 gennaio 2024. In queste settimane estive, le maggiori personalità politiche stanno ufficializzando la propria candidatura. Dopo l’ingresso nella NATO e il cambio di governo avvenuto a giugno, a Helsinki ci potrebbero essere altri ribaltamenti.
52 anni, padre di tre figli. E’ massimo esperto di Medio Oriente e studi geopolitici.