Esclusiva – Libia. Elezioni e Riconciliazione Nazionale, facciamo il punto con il Vice-Presidente del Consiglio Presidenziale Abdullah Al-Lafi
Da febbraio, con la nomina del nuovo esecutivo unitario di transizione, la Libia ha intrapreso la strada della stabilità verso le elezioni nazionali attese per il 24 dicembre 2021 che rappresentano la soluzione globale alla crisi. Mancano meno di due mesi a questo appuntamento con la storia per il popolo libico. Nonostante le enormi sfide, il Consiglio Presidenziale della Libia è riuscito a raggiungere importanti risultati in poco meno di sei mesi dal suo insediamento, soprattutto per quanto riguarda il delicato fascicolo della riconciliazione nazionale, vero motore del cambiamento. Attraverso il superamento delle differenze ed il perdono i libici hanno dimostrato al mondo di potercela fare. In questi giorni, a Tunisi, diversi leader ed attivisti politici si sono seduti nuovamente intorno ad un tavolo, nell’ambito delle iniziative atte a facilitare il dialogo e rafforzare la pace. A margine degli incontri, abbiamo incontrato il Vice-Presidente del Consiglio Presidenziale libico, Abdullah Al-Lafi, che ci ha concesso di fare il punto della situazione.
Signor Vice-Presidente, innanzitutto, grazie per aver accettato questa intervista. Iniziamo parlando di questa iniziativa…
“L’iniziativa di oggi è stata organizzata da Libya Peace Makers, una organizzazione di giovani libici che mi hanno invitato qui insieme agli attivisti ed attori politici libici per discutere delle elezioni e le sfide al momento elettorale. Il forum riunisce 45 partecipanti, inclusi membri del Parlamento e dell’Alto Consiglio di Stato, leader di partiti politici, rappresentanti del comitato di dialogo, ed altre figure provenienti da diverse componenti e regioni della Libia. Ci sono inoltre donne libiche interessate alle questioni politiche e che partecipano attivamente alla vita politica in Libia. Le discussioni di oggi si sono concentrate sulle elezioni e le sfide che si presentano, ed in particolare come affrontarle, attraverso soluzioni e meccanismi che permettano alla Libia di arrivare al voto secondo le date stabilite. La maggior parte degli input e delle risposte discusse dai partecipanti affrontano dunque, in modo molto specifico e dettagliato, le modalità per superare le sfide attuali per arrivare alle elezioni in tempo, o le modalità con cui interfacciarci con queste date e gestire tutto ciò, in pieno rispetto della volontà del popolo libico di raggiungere questo obiettivo.
Riuscirà la Libia ad andare alle elezioni?
“Noi, come Consiglio Presidenziale, abbiamo insistito affinché la Libia vada al voto il 24 dicembre 2021. Questo è stato il nostro impegno fin dal forum in Ginevra: condurre i libici alle elezioni. Crediamo fermamente che l’unica soluzione alla crisi libica è avere un presidente eletto legittimamente per porre fine a tutti i conflitti, governare il Paese secondo la legge, e risolvere i problemi del popolo libico. Speriamo di avere elezioni di successo e un nuovo esecutivo già agli inizi del 2022, e che tutte i vecchi corpi istituzionali che non stanno più lavorando correttamente vengano sostituiti da dei nuovi per i libici. Ciò realizzerà anche il suo augurio di pace e stabilità per la Libia. Speriamo di vederla in Libia dopo l’elezione del nuovo presidente ed inoltre speriamo che potrà seguire l’intero processo elettorale step by step”.
Come sta procedendo la Riconciliazione Nazionale?
“Sono stato incaricato dai miei colleghi nel Consiglio Presidenziale di occuparmi del progetto di Riconciliazione. Eravamo entusiasti come Consiglio Presidenziale di avviare questo progetto in quanto il dossier della Riconciliazione tra i libici è davvero complesso e complicato da gestire. L’esperienza internazionale, in quei Paesi che hanno vissuto lo stesso tipo di conflitto civile, dimostra che è impossibile procedere o raggiungere alcun obiettivo politico, senza un reale processo di riconciliazione tra le parti. Dopo che abbiamo istituito il Comitato per la Riconciliazione, abbiamo avviato una serie di incontri che hanno affrontato gli aspetti legali di questo processo, nonché forum come la recente Conferenza per gli studenti libici che ha riunito giovani da tutte le università della Libia, da 39 città, o la conferenza per le donne alla quale circa quattro settimane fa hanno partecipato oltre 140 donne libiche nella capitale Tripoli, o il forum al Cairo con gli esponenti del precedente regime”.
Quali saranno i prossimi appuntamenti?
“Domenica prossima, 31 ottobre, ci sarà un altro incontro, questa volta nella capitale Tripoli, con almeno cinquanta sostenitori del precedente regime, compresi politici, pensatori ed intellettuali che non hanno lasciato il Paese. Inoltre Zliten, una città a circa 170km ad est di Tripoli, ospiterà un’altra conferenza per la Riconciliazione tra oltre 200 leader sociali provenienti dalle tre regioni della Libia per sostenere il Consiglio Presidenziale nel processo di Riconciliazione Nazionale. Stiamo raccogliendo tutte le proposte ed idee da inserire in una carta nazionale, che sarà presentata in occasione della prima conferenza per la Riconciliazione Nazionale, la cui data verrà annunciata a breve”.
Quali sono le principali sfide e ostacoli alle elezioni e alla riconciliazione nazionale?
“Per quanto riguarda le elezioni noi abbiamo una data da rispettare nonostante le sfide che si presentano. La prima preoccupazione rispetto al voto che mi aspetto è che chi perderà non rispetterà il risultato delle elezioni. La difficoltà nel raggiungere l’obiettivo primario della Riconciliazione è che la Libia ha attraversato circostanze davvero speciali, non ha un esercito unificato che può controllare i confini e garantire la sicurezza per l’intero Paese. Speriamo di riuscire a completare questo progetto, in quanto consideriamo la Riconciliazione come il cambiamento in grado di salvare i libici dalle crisi e dalle sofferenze che hanno attraversato. L’ostacolo maggiore alla Riconciliazione Nazionale è rappresentato dal rilascio dei prigionieri nelle varie prigioni, in Tripoli, Bengasi, Misurata, Zawiya, nel sud, nella Montagna Occidentale. Se questi prigionieri non verranno rilasciati, non potrà esserci una Riconciliazione globale. Le storie di successo di altri Paesi che dopo il conflitto hanno raggiunto la riconciliazione sono iniziate proprio con il rilascio dei prigionieri come primo step, specialmente di coloro che sono all’opposizione. La legge di amnistia è stata rilasciata dai Governi per il rilascio di questi prigionieri. E le istituzioni militari dovrebbero avere un ruolo importante in questo processo”.
Perché ciò è difficile in Libia? La legge di amnistia è stata rilasciata, ma i gruppi armati si rifiutano di rilasciare i prigionieri?
“Ci sono delle difficoltà che stiamo superando. Abbiamo raggiunto importanti risultati di successo. Quando abbiamo comunicato con le prigioni in Misurata, Zawiya e Tripoli, siamo riusciti a liberare moltissimi prigionieri nei mesi scorsi: 120 prigionieri a Zawiya, 79 a Tripoli e via dicendo. Tutto ciò è avvenuto su iniziativa del Consiglio presidenziale in sostegno del processo di Riconciliazione”.
Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.