Elezioni in Danimarca: la coalizione di governo vince con le candidate groenlandesi

Elezioni in Danimarca: la coalizione di governo vince con le candidate groenlandesi

14 Novembre 2022 0

L’esito incerto delle elezioni in Danimarca è stato deciso dai seggi delle sue “nazioni costitutive”, uno delle isole Faroe e due della Groenlandia. Giunti quasi al termine del conteggio dei voti con una situazione di stallo, gli ultimi posti sono stati assegnati a esponenti del “blocco rosso”, la coalizione di sinistra a cui appartiene la premier uscente Mette Frederiksen, che è così passata da 87 seggi a 90, il limite minimo per formare una maggioranza. In particolare, le due deputate groenladesi sono state riconfermate  nel loro scranno al Folketing, il Parlamento danese: si tratta di Aki-Mathilda Høegh-Dam del partito di ispirazione socialdemocratica Siumut e di Aaja Chemnitz Larsen di Inuit Ataqatigiit (IA), partito socialista democratico che propugna l’indipendenza dell’isola dalla corona danese. La tornata elettorale del 1° novembre ha visto un affluenza del 47,8%, nella quale i due partiti hanno ricevuto la maggior percentuale di voti comprovando la prevalenza nello scenario politico dell’isola. Gli unici a impensierire il loro primato sono stati i Demokraatit con il 18,5% e Naleraq al 12,2%, mentre gli altri partiti hanno ricevuto cifre dal 3,6% in giù. La Høegh-Dam è entrata in Parlamento nel 2019 ad appena 22 anni, la più giovane della storia. La Chemnitz, più esperta, è al Folketing da due legislature a partire dal 2015. È risaputo che, pur appartenendo alla medesima coalizione, le due deputate non si amano molto: durante la campagna elettorale hanno mostrato un atteggiamento reciprocamente freddo e si sono scambiate accuse. Tuttavia, dopo essere state esortate da diversi colleghi di partito e dal loro stesso elettorato a cooperare di più nella loro attività parlamentare, si sono incontrate per un vertice a Christiansborg, il palazzo reale sede del Parlamento. Non hanno rivelato il contenuto completo di questo primo colloquio,  ma hanno certamente discusso delle trattative sulla formazione del nuovo governo e di come far pesare di più la Groenlandia nelle decisioni di Copenhagen, spingendo ad esempio per ottenere stipendi uguali per gli ufficiali di polizia dell’isola rispetto a quelli del continente. Con 90 seggi, la maggioranza di sinistra è molto fragile: basta infatti un solo voto contrario per far cadere qualunque proposta di legge. Questo le deputate groenlandesi lo sanno bene: la Høegh-Dam ha dichiarato che potrebbe votare scheda bianca sulle questioni prettamente danesi, che non riguardano l’isola, mentre la Chemnitz ha detto che nel caso in cui il loro voto sia decisivo, potranno negoziare col governo e trovare una soluzione. L’orizzonte politico che si va delineando è comunque estremamente instabile:  la premier Frederiksen, in carica dal 2019, dovrà essere molto flessibile nel rivolgersi all’eventuale sostegno dei partiti di opposizione del blocco blu, i quali a loro volta potrebbero cercare di portare nel proprio campo i cosiddetti “seggi del Nord Atlantico”.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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