Costa d’Avorio: più petrolio e più gas, e arriva pure lo smartphone nazionale

Costa d’Avorio: più petrolio e più gas, e arriva pure lo smartphone nazionale

28 Agosto 2022 0

La Costa d’Avorio si gode le rinnovate prospettive di trasformarsi a breve in un grande produttore di oil&gas. Attualmente la sua capacità è di 30mila barili di greggio al giorno, ma le ambizioni per un ruolo più consistente sul mercato mondiale, dichiarate dal presidente Alassane Ouattara, sono state corroborate dal ritrovamento di nuovi giacimenti annunciato lo scorso luglio. Le estrazioni dovrebbero cominciare a inizio 2023 e sulla carta espanderanno le riserve nazionali del 25%. L’ENI ha dichiarato di aver raggiunto un giacimento offshore nel pozzo Baleine East 1X, che appartiene al blocco CI-802 ed è operato congiuntamente con la compagnia petrolifera ivoriana Petroci Holding, partner locale di ENI, che possiede partecipazioni in altri sei blocchi al largo della costa insieme a Petroci. Dopo la scoperta di giacimenti nel settembre 2021 da parte dell’ENI, sono i francesi di Total e gli anglo-irlandesi di Tullow Oil a lavorare sui pozzi, mentre oggi anche i norvegesi si stanno interessando agli idrocarburi dell’Africa occidentale. La DNO ASA, con sede a Oslo, ha acquistato quote del blocco di estrazione CI-27, il più ampio della Costa d’Avorio, operativo dal 1999 e che insieme ad altri quattro giacimenti fornisce il 75% del fabbisogno nazionale di gas. Il blocco CI-27 contiene i giacimenti di gas “Mahi” e Manta” e quello petrolifero “Marlin”, le cui estrazioni sono portate dai gasdotti fino alle centrali elettriche di Abidjan, ex capitale politica e oggi capitale economica e demografica del Paese. La compagnia norvegese, che opera soprattutto nel Kurdistan iracheno e nel Mare del Nord, ha rilevato le quote della RAK Petroleum tramite un’operazione finanziaria che la porterà ad avere interessi anche nel blocco Block CI-12, ancora in fase di esplorazione.

La Costa d’Avorio ha oggi il suo smartphone: si chiama “Open-G” ed è entrato in commercio da appena un mese.  È l’android “fatto da un africano per gli africani”: il suo creatore, Alain Capo-Chichi, ha dichiarato che l’intento di questo telefono è di essere utilizzabile facilmente dai connazionali senza istruzione. Grazie ai comandi vocali che rispondono a 16 delle ben 60 lingue parlate nel Paese, gli ivoriani analfabeti potranno inviare messaggi e trasferire denaro. Capo-Chichi lo ha ideato pensando anzitutto ai propri genitori, che avevano difficoltà con gli smartphone usuali: in Africa il problema che abbiamo è che leggere e scrivere non è qualcosa di accessibili a tutti. Le persone possono usare i propri smartphone con molta più facilità semplicemente parlando ad essi, dice l’imprenditore ivoriano. Il suo Groupe CERCO opera con i suoi servizi non solo nei Paesi vicini come il Benin e il Mali, ma anche in Francia e in Cina. Capo-Chichi si è laureato in Scienze dell’informazione della comunicazione presso l’Università di Parigi 8, dove è assistente di ingegneria informatica, ed è membro associato della sede UNESCO presso l’Università di Bordeaux.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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