Caos Libia. Il Parlamento nomina premier Bashagha ma le Nazioni Unite tifano ancora l’uscente

Caos Libia. Il Parlamento nomina premier Bashagha ma le Nazioni Unite tifano ancora l’uscente

10 Febbraio 2022 0

Caos in Libia, il Paese ha di nuovo due premier. Abdel Hamid Al-Dabeibah, capo del Nuovo governo di Stabilità Nazionale uscente, è stato sostituito da Fathi Bashagha, 59 anni, di Misurata. La nomina è avvenuta oggi da parte della Camera dei Rappresentanti all’unanimità. Ritenuto scaduto il mandato di Al-Dabeibah, il Parlamento ha infatti nominato il suo sostituto identificandolo nell’ex ministro dell’Interno. Ma non tutti riconoscono la votazione, in primis l’ex premier uomo d’affari legato alla Turchia. Mentre nella capitale Tripoli si registra una frastagliata congestione militare, il neo premier libico ha affermato di assumere l’incarico “per creare nuovi percorsi democratici che sostituiscano quelli falliti“. Bashagha ha assicurato che presenterà il suo nuovo governo entro due settimane. “Sarà un governo in grado di fare ciò che è più importante: sostenere il popolo libico nella ricerca di un futuro promettente e nella costruzione di uno Stato libico stabile e sicuro”. Al centro del programma garantire sarà “lo svolgimento delle elezioni 14 mesi dopo il referendum costituzionale“, ma anche “la protezione dei cittadini e della società civile libica, la lotta al terrorismo, la lotta alla pandemia da Covid-19, avviare lo sviluppo economico del Paese e procedere con la riconciliazione nazionale“. Infatti, secondo Bashagha, “l’ultimo decennio di controllo economico e commerciale da parte dell’elite del Paese ha impattato negativamente sulla vita dei cittadini e sull’unità nazionale. Ora abbiamo bisogno di politiche razionali e caute che aumentino la liquidità delle banche e risolvano lo stallo della sicurezza ma anche del mondo del lavoro, a cui tanti libici, soprattutto i giovani, non riescono ad accedere“. 

Il premier neoeletto ha evidenziato la necessità di sostenere la National Oil Corporation (NOC) affinché implementi la produzione di petrolio e gas, contribuendo così a soddisfare le esigenze del mercato internazionale, in particolare in caso di conflitto Russia-Ucraina, ed aumentando al contempo il reddito procapite dei libici. “Dobbiamo imparare dalle lezioni del nostro passato – ha aggiunto, spiegando che l’economia libica è stata chiusa per decenni, anni di divisione, per via del controllo dell’oligarchia sui fondi pubblici e una fiscalità distorta che si sono sommati a politiche monetarie e commerciali fallimentari che hanno avuto un impatto diretto e negativo sulla vita dei nostri cittadini.”

A Benghazi, le forze armate arabe libiche (LAAF) vicine al feldmaresciallo Khalifa Haftar hanno apprezzato la nomina di Bashagha. Diversa la situazione nella capitale Tripoli, dove varie fazioni armate, provenienti da città limitrofe come Zawiya e Warshefana, si sono aggiunte ai numerosi gruppi armati arrivati da Misurata a partire dal mese scorso. Secondo quanto riferiscono i media locali, alcuni gruppi si sarebbero schierati intorno all’aeroporto di Mitiga dove Bashagha avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa. Altre milizie, presumibilmente schierate con l’attuale governo di unità nazionale, avrebbero circondato invece il palazzo presidenziale e le sedi delle istituzioni a loro protezione. “La leadership accoglie e sostiene la decisione del Parlamento libico“, ha scandito Mismari – portavoce dell’esercito della Cirenaica – in una dichiarazione video palesando un presumibile accordo dietro le quinte che fino a qualche mese fa sarebbe sembrato inconcepibile come ricorda Ansa: Bashagha infatti fra l’altro è stato portavoce del Consiglio militare di Misurata, la città che – assieme ai consiglieri militari e ai droni turchi – ha consentito a Tripoli di respingere i 14 mesi di assalto portati invano dalle milizie di Haftar a cavallo tra il 2019 e il 2020.

La piazza, chiamata a raccolta da Abdel Hamid Al-Dabeibah, martedì sera, non pare per ora aver raccolto l’invito. Questa mattina fonti governative affermavano che il premier sarebbe sopravvissuto ad un tentato assassinio ieri sera quando la sua auto sarebbe stata “bersaglio di un attacco armato nella zona del Suoi el-Jumaa (a Est di Tripoli) da parte di individui a bordo di una Toyota armi, senza targa“. Il capo del Governo di Unità Nazionale ha ripetutamente ribadito che cederà il potere solo ad una autorità eletta dal popolo, sollevando preoccupazioni per un nuovo conflitto alla luce del sostegno armato di cui tutti gli attori godono, nonché per il ritorno a due governi paralleli che manderebbe in fumo tutti i progressi compiuti da oltre un anno a questa parte.

Intanto le Nazioni Unite hanno annunciato che riconosceranno soltanto Abdel Hamid Dabaibah come Primo Ministro della Libia. Lo riferisce l’AFP citando il portavoce del Segretario Generale, Stephane Dujarric“La Comunità internazionale continua a sostenere Abdel Hamid al-Dabaibah come Primo Ministro della Libia”, ha dichiarato il portavoce ai giornalisti al palazzo di vetro dopo che la Camera dei Rappresentanti (HoR) ha nominato l’ex Ministro dell’Interno e candidato alle presidenziali, Bashagha, nuovo primo ministro. Il Consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la Libia, Stephanie Williams, starebbe conducendo consultazioni con le parti libiche per chiarire la posizione. “Abbiamo visto rapporti sulla nomina di un altro primo ministro – ha dichiarato Dujarric – questo fa parte delle consultazioni in corso di Stephanie Williams. La nostra posizione, che ieri ho indicato molto chiaramente, non è cambiata. È sul campo che cerca di raccogliere maggiori dettagli, cercando di far andare avanti il ​​processo politico”.

Nonostante dalle prime ricostruzioni risulti che i presenti in Parlamento fossero fra i 140 e i 147 e da un video dei lavori in aula si è ricostruito come Aqila Saleh abbia sbrigativamente fatto varare la nomina “per acclamazione” dopo che l’unico rivale si era ritirato, una notizia poi smentita dallo stesso interessato, in tarda serata la consigliera Williams ha chiarito come “Le decisioni prese dal Parlamento, compresa quella di approvare un nuovo governo, sono totalmente sovrane e rientrano nella sfera di competenza delle istituzioni libiche“. Ha poi chiosato però “esortiamo queste istituzioni ad operare in modo trasparente e consensuale con tutte le parti interessate e sulla base di regole e procedure stabilite, compresi gli accordi internazionali“.

A raccogliere con favore la nomina di Bashaga a premier è stato l’Egitto. Attraverso una nota stampa, il ministero degli Esteri del Cairo ha spiegato di seguire “da vicino l’evolversi della situazione liibica, ritenendo che la risoluzione della crisi libica rimanga nelle mani del solo popolo libico, senza interferenze o dettami stranieri“. Il portavoce del dicastero egiziano, Ahmed Hafez, ha lodato “il ruolo delle istituzioni libiche“, accogliendo con favore “le misure adottate oggi dalla Camera dei rappresentanti in consultazione con il Consiglio di Stato in conformità con l’Accordo di Skhirat“. L’Egitto continua a sostenere “gli sforzi per espellere tutte le forze straniere, i combattenti stranieri e i mercenari dalla LIBIA senza eccezioni e entro un periodo di tempo specifico“. Queste parole arrivano poco prima che Bashagha scenda da un aereo atterrato all’aeroporto di Mitiga dove il premier ha affermato “Lavoreremo con il Parlamento e il Consiglio di Stato, non possiamo avere successo senza la cooperazione con l’autorità legislativa. Ringrazio il Governo di unità nazionale e il suo presidente Dabaiba che si è assunto le sue responsabilità in tempi difficili“.

Redazione Strumenti Politici
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