A Kiev propongono la mobilitazione di massa anche per le donne

A Kiev propongono la mobilitazione di massa anche per le donne

8 Novembre 2024 0

L’abbassamento dell’età della coscrizione non è bastato a rimpolpare i ranghi dell’esercito ucraino e adesso mancano i soldati per continuare a combattere. Lo sanno a Kiev e lo dicono anche gli analisti americani. Con la vittoria di Trump potrebbe presto venire a mancare pure l’assistenza militare. I vertici ucraini stanno quindi valutando la proposta di mobilitare le donne. E qualche estremista lancia l’idea di reclutare persino i ragazzini.

Negli USA vedono già la fine

Le posizioni del presidente eletto Trump e del suo vice Vance sulla questione ucraina sono note: basta aiuti, abbiamo già dato, ora dobbiamo pensare ai cittadini americani. Purtroppo per Zelensky, anche la fazione che con generosità lo ha assistito materialmente e mediaticamente ha modificato la sua visione. Lo diceva già due mesi fa David Ignatius, editorialista dello Washington Post: lo slogan di Biden “as long as it takes” non è più realistico, perché l’Ucraina non ha abbastanza uomini per combattere all’infinito una guerra di attrito. E il Pentagono afferma che Kiev ha soldati per andare avanti dai 6 ai 12 mesi. Nonostante ciò, il segretario alla Difesa Lloyd Austin stigmatizza chi vorrebbe mettere fine alle ostilità. Per lui, ciò che conta è il modo in cui l’Ucraina reagisce. Ed è importante restare concentrati su ciò che funziona. Mosca non prevarrà. Insomma, lui vorrebbe combattere la Russia fino all’ultimo ucraino.

Numeri in calo

Qualche giorno fa il deputato Roman Kostenko, segretario del Comitato parlamentare per difesa, sicurezza nazionale e intelligence, ha affermato che nelle attuali circostanze bisognerebbe mobilitare mezzo milione di cittadini. Dà così ragione a quanto diceva un anno fa l’ex comandante in capo delle Forze armate Valery Zaluzhny. Ritenendo questa cifre esagerate e impossibili da ottenere, il governo aveva fissato l’obiettivo a 200mila uomini. Eppure non sono riusciti ad andarci vicino nemmeno dopo l’approvazione della legge sulla mobilitazione che ha abbassato a 25 anni l’età per la leva. Kostenko ha suggerito di reclutare anche i ventenni. E intanto aumentano le perdite fra i soldati operativi. Si allarga sempre di più la voragine del deficit materiale e umano di soffre l’esercito di Kiev. Al momento le autorità vorrebbero arrivare a reclutare altri 160mila cittadini, ma è un compito arduo, dato l’alto numero di diserzioni e di fughe all’estero.

Buttiamo tutti in campo

Gli strumenti per rimpiazzare i vuoti dell’esercito si stanno facendo sempre meno formali e burocratici. Il giornale britannico The Times titola al riguardo: “Le tattiche di coscrizione si fanno sporche”. Si riferisce ai modi ingannevoli, violenti e coercitivi con cui gli ufficiali cercano di portare in caserma gli uomini da reclutare. Non si fanno scrupoli a prendere chiunque, usando metodi paragonabili al rapimento e mandando al fronte anche chi soffre di malattie croniche. Secondo la testimonianza di un reclutatore, non stanno riuscendo a mobilitare nemmeno il 20% del numero di uomini previsto. Uno dei motivi, dice, è rappresentato dalle piaghe della corruzione e della mala gestione che affliggono i dipartimenti. In molti casi, poi, i cittadini respingono a loro volta con la violenza le “attenzioni” dei reclutatori, che dunque perdono le motivazioni a svolgere il loro ingrato compito.

Donne già al fronte

Una soluzione proposta da politici e attivisti è quella di reclutare un maggior numero di donne. Queste ultime compongono già una quota dell’esercito. Sono circa 65mila, di cui la gran parte non ha funzioni operative. E si tratta quasi interamente di volontarie. Le uniche tenute all’inserimento nei registri militari sono quelle che svolgono determinate professioni, come le dottoresse. Oggi, secondo il ministro della Giustizia Olha Stefanishyna sarebbero addirittura 10mila le donne che combattono al fronte. Tra di loro c’è la luogotenente Yulia Mykytenko, che comanda un plotone di 25 uomini con droni da ricognizione. Appena ventinovenne, ma con due anni e mezzo in prima linea nel Donbass. Il Telegraph l’ha intervistata mentre era a Londra per una licenza e per la presentazione del suo libro. Non ha posizioni oltranziste: ammette che gli ucraini esausti e che potrebbero dirsi pronti a negoziare.

Mobilitare le donne

Ad aprile Zelensky aveva rifiutato di firmare una legge che estendesse alle donne la coscrizione obbligatoria. Ora l’argomento è tornato di attualità. Ne ha parlato ad ottobre il generale Zaluzhny, oggi ambasciatore a Londra, che ha dichiarato: Se sarà per noi necessario chiamare alle armi le donne per salvare l’Europa dalla guerra, lo faremo certamente. Gli fa eco la deputata Maryana Bezuhla, che sul suo canale Telegram dice di sostenere da temoo l’idea della mobilitazione delle cittadine. Secondo lei, a guardare il dettato costituzionale gli uomini sono discriminati, dovendo obbligatoriamente servire nell’esercito, ma le donne no. Queste ultime andrebbero coinvolte almeno in posizioni arretrate, negli uffici o nelle unità di sicurezza. La Bezuhla accusa il Ministero della Difesa di aver sbagliato la politica di mobilitazione e i generali di aver preso decisioni balorde, che stanno distruggendo l’esercito. Le donne, dice, potrebbero riportare l’ordine in tale “caos”.

Sul modello di Israele, ma senza le armi di Israele

Si rifà alla Costituzione anche la consigliera Oksana Hryhorieva, che sottolinea come il testo parli di ucraini tenuti a difendere la Patria, senza specificare se siano uomini o donne. Invita a ispirarsi al modello di Israele, perché anch’esso attaccato dai vicini e perché ha reso il servizio militare obbligatorio anche per le donne, che oggi compongono quasi il 40% dell’esercito. Secondo lei occorre abbandonare la “mentalità antiquata” delle femmine come custodi del focolare domestico, ma considerarle al pari degli uomini pure in ambito bellico, come in Israele. Il problema di cui non parla è che a Kiev mancano i mezzi di cui dispone Tel Aviv. A ottobre gli USA hanno fornito agli israeliani un’arma che volevano pure gli ucraini, il sistema antimissile THAAD (Terminal High Altitude Area Defense). Washington manda a Kiev manda soltanto le rimanenze dei magazzini, nella quantità maggiore possibile, ma nulla di decisivo come volume o capacità.

Persino gli adolescenti

Il leader ultranazionalista Dmytro Korchynsky ha affermato qualche settimana fa che l’età della mobilitazione andrebbe abbassata a 14 anni nel caso in cui l’Ucraina dovesse trovarsi “sull’orlo della distruzione”. Ha argomentato questa sciagurata idea elogiando i “tanti Paesi progressisti, ad esempio quelli in Africa centrale”, nei quali si incoraggiano i dodicenni a unirsi alle formazioni paramilitari. L’abbassamento dell’età della coscrizione non è bastato a rimpolpare i ranghi dell’esercito ucraino e adesso mancano i soldati per continuare a combattere. Lo sanno a Kiev e lo dicono anche gli analisti americani. Con la vittoria di Trump potrebbe presto venire a mancare pure l’assistenza militare. I vertici ucraini stanno quindi valutando la proposta di mobilitare le donne. E qualche estremista lancia l’idea di reclutare persino i ragazzini.

Martin King
Martin King

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici