La strana politica euroamericana di disarmo e dialogo: la Germania installerà i missili USA di nuova generazione

La strana politica euroamericana di disarmo e dialogo: la Germania installerà i missili USA di nuova generazione

29 Agosto 2024 0

Con l’annuncio di Washington del futuro dispiegamento di missili a lungo raggio in Germania si torna a respirare un’atmosfera da primi anni ‘80, quando gli euromissili fomentavano gli incubi dei cittadini del Vecchio Continente.

Comunicato congiunto

Lo hanno dichiarato le autorità americane e quelle tedesche in un comunicato congiunto, emesso il 10 luglio a latere dell’ultimo summit della NATO. Washington precisa che si tratta di un dispiegamento di carattere “episodico” di tali “capacità avanzate”. Lo scopo è dimostrare l’impegno degli USA verso l’Alleanza Atlantica e il suo contributo alla deterrenza europea integrata. I commenti degli esponenti politici dei due Paesi sono dello stesso tenore: giustificare una mossa sostanzialmente bellicosa incolpando la Russia di aver cominciato per prima.

Il consigliere americano per la sicurezza Jake Sullivan spiega che tale dispiegamento è una “capacità difensiva”, mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz loda l’iniziativa come necessaria alla deterrenza e alla pace. Il suo ministro degli Esteri Annalena Baerbock dice che la Germania ha in effetti bisogno di un deterrente credibile, perciò questi missili – pardon, capacità convenzionali – sono parte dell’investimento di Berlino nella sicurezza nazionale. Anche il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg è lieto della risoluzione, che mostra come l’Alleanza Atlantica sia focalizzata sulla deterrenza in questo mondo che la Russia ha reso più pericoloso.

Tutto già in programma, anche se in ritardo

Sul territorio della Repubblica Federale di Germania saranno dislocate nel 2026 le seguenti armi: i razzi ipersonici a lungo raggio LRHW (Long-Range Hypersonic Weapon) denominati anche Dark Eagle, gli Standard Missile 6 o SM-6 multifunzione (cioè impiegabili per colpire obiettivi sia a terra che in mare o in aria) e i razzi alati Tomahawk. Questi ultimi due sono prodotti dalla multinazionale americana della difesa Raytheon, oggi conosciuta come RTX Corporation.

Non è comunque una novità inattesa, ma un programma annunciato tempo fa. I tedeschi hanno già allestito la relativa infrastruttura di comando, mentre gli americani sono addirittura in ritardo sulla loro tabella di marcia. Gli SM-6 e i Tomahawk saranno pronti solamente nel 2025. E per quanto riguarda il complesso di missili ipersonici LRHW, esso doveva entrare in servizio l’anno scorso, ma oggi si trova ancora in fase di realizzazione. Secondo il Dipartimento della Difesa ci vorrà un anno per completare il processo e poi per piazzare gli armamenti in Germania. Finora i collaudi sono stati ritardati o effettuati in modo parziale: a giugno è stato fatto il primo test completo, ma i razzi non sono ancora stati lanciati da effettive postazioni militari.

Negoziati alle ortiche

Si potrebbe discutere a lungo su quanto la decisione americana sia legata alla crisi ucraina e quanto invece faccia parte di un progetto più ampio. Sarebbe più interessante sapere come abbiano fatto gli USA a convincere la Germania, se con il ricatto, le minacce o le lusinghe. Forse lo sapremo solo il giorno in cui si conoscerà tutta la verità sul Nord Stream, infrastruttura osteggiata apertamente da Biden già nel 2021.

Con questa mossa vengono di fatto cancellati tutti i colloqui fatti finora fra le superpotenze in merito al disarmo. Infatti il programma ha potuto essere implementato grazie all’abbandono da parte di Washington del Trattato INF del 1987 sui missili nucleari a raggio intermedio. Gli americani lo hanno lasciato nel 2019 appellandosi al fatto che la Cina non era un firmatario e accusando i russi di violare i termini dell’accordo. Il Cremlino ha negato ogni addebito e si è anzi imposto una moratoria sullo sviluppo dei missili vietati dal trattato.

Le ragioni dell’iniziativa

Yashar Parsie è un esperto di strategia e armamenti dello United States Institute of Peace (USIP), istituto federale americano creato nel 1984 sotto l’egida del presidente Reagan e dedicato agli studi sulla diplomazia, sulla pace e sulla prevenzione dei conflitti. Parsie, ex collaboratore del Senato su questioni legislative militari, spiega la natura tecnica dell’iniziativa americana in Germania. Per lo U.S. Army l’imperativo operativo è di vincere gli scontri con la capacità di sparare a lungo raggio e in modo altamente preciso.

A sua volta, il Bulletin of the Atomic Scientists illustra gli aspetti strategici del progetto. Si tratta proprio degli “scienziati” che aggiornano l’Orologio dell’Apocalisse, la cui mezzanotte segnerebbe la fine dell’umanità. Interessante notare come tale rivista sia passata dal mettere in guardia contro i pericoli della proliferazione delle armi nucleari al giustificare la politica estera americana dando sistematicamente la colpa agli altri. In questo caso, ovviamente, il cattivo è la Russia, che Washington descrive come una “minaccia acuta”. Secondo il Bulletin il dispiegamento dei missili nel cuore dell’Europa non è stata una decisione affrettata o inattesa, bensì un elemento calcolato di una deterrenza a lungo termine e di una strategia bellica. La sua funzione è anche di supporto alla visione americana proiettata verso il 2030, per il mantenimento della superiorità sui concorrenti di livello quasi uguale. Naturalmente tutto ciò si incastra nella deterrenza della NATO, la quale enfatizza l’escalation orizzontale.

Minaccia nucleare?

Il fatto di piazzare dei missili a medio raggio nel cuore dell’Europa preoccupa nella misura in cui sarà possibile dotarli di testate nucleari. Sotto questo aspetto, per fortuna, i segnali non sono ancora del tutto drammatici. Infatti, l’infrastruttura di comando realizzata da Berlino non prevede il dislocamento di armi atomiche. Gli americani a loro volta sottolineano che il progetto in questione non ha e non avrà carattere nucleare. Inoltre, se è vero che in teoria è possibile dotare quei vettori di testate nucleari, ma al momento è troppo costoso e complicato da fare per Washington, che ha altre cose a cui pensare.

Si tratta comunque di una mossa che farà salire di livello l’escalation militare in Europa, per quanto fosse già stata programmata e annunciata. I Tomahawk hanno una gittata di 1600 chilometri: ciò significa che possono colpire obiettivi in Bielorussia, alleato militare di Mosca, nella regione di Kaliningrad e fino alla Russia occidentale. I Dark Eagle ipersonici, invece, possono arrivare in profondità nel territorio russo. Con o senza testate a bordo, il piazzamento di quei missili rappresenta in modo inequivocabile una minaccia indirizzata alla Federazione Russa, pur non creando squilibri sostanziali nella situazione delle forze in campo.

La reazione in Germania

L’annuncio non è stato gradito da numerosi deputati del Bundestag in primo luogo perché è arrivato senza preavviso. L’opinione pubblica sta ancora discutendo sulle implicazioni e sulle conseguenze di questa decisione, la cui portata storica è parsa immediatamente chiara ai tedeschi. La coalizione di governo, però, resta ben salda nella convinzione che occorra concentrarsi sulla modernizzazione nucleare e sulla minaccia russa. Così non ha dato troppo peso alle polemiche sollevate nell’arena politica interna, limitandosi a una lettera di spiegazioni a beneficio dei commissioni parlamenti della difesa e degli affari esteri. Ma non sarà affatto sufficiente per mettere fine al dibattito, che oggi riprende impeto dopo le rivelazioni sulla responsabilità di Kiev nel sabotaggio del Nord Stream.

Anche qui il Bollettino degli Scienziati Atomici sembra fare apertamente il tifo per la corsa agli armamenti, mentre sposta in avanti le lancette dell’apocalisse incolpando le azioni di russi e cinesi. Infatti spiega che in Germania il dibattito rimane polarizzato perché da un lato il governo non ha esaminato abbastanza le implicazioni pratiche e di sicurezza delle sue misure finalizzate a migliorare la deterrenza e la difesa contro la Russia, mentre dall’altro coloro che le rifiutano sembrano essere spinti più dall’ideologia che dall’analisi. Insomma, il messaggio implicito è che chi si oppone al governo è uno sciocco usa la pancia invece della testa. Quello esplicito è che, piaccia o no ai tedeschi, in Europa inizierà una nuova era dei missili e che il dispiegamento in questione è solo un elemento di una più ampia trasformazione dell’architettura di sicurezza del continente.

Cosa ne dicono i russi?

È facile immaginare come Mosca intenda la mossa tedesco-americana come una provocazione. Il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov la definisce un piano distruttivo per la sicurezza regionale e la stabilità strategica, mentre Putin suggerisce come risposta la sospensione della moratoria russa sui missili di teatro. Il Cremlino aveva già comunicato che la Russia avrebbe ricominciato a produrre missili a raggio intermedio qualora gli USA ne annuncino a loro volta la fabbricazione. Il presidente russo ha detto che la Russia aveva chiesto invano agli americani di non realizzarne il dispiegamento, ma questi hanno già provveduto a portarli per esercitazioni in Danimarca e nella Filippine. Con l’annuncio di Washington del futuro dispiegamento di missili a lungo raggio in Germania si torna a respirare un’atmosfera da primi anni ‘80, quando gli euromissili fomentavano gli incubi dei cittadini del Vecchio Continente.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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