In Tunisia la Settimana del mare a Tabarka offre a ricercatori e studenti la possibilità di scoprire il Mediterraneo

In Tunisia la Settimana del mare a Tabarka offre a ricercatori e studenti la possibilità di scoprire il Mediterraneo

11 Luglio 2024 0

Tabarka, regione della Tunisia nord-occidentale ospita fino a venerdì la 14ma edizione della Settimana del Mare, organizzata dal World Wide Fund for Nature (WWF) Nord Africa, in collaborazione con l’Istituto nazionale di ricerca agronomica della Tunisia (Inrat) e la società di consulenza ambientale, Okianos. Si tratta di un evento scientifico che offre l’opportunità a studenti e giovani ricercatori di scoprire l’ambiente marino.

Monitoraggio degli habitat marini

L’iniziativa è caratterizzata da attività pratiche oltre a lezioni, workshop interattivi, visite in loco alla regione costiera di Sidi Mechreg per monitorare gli habitat marini e gite in barca per osservare le specie di cetacei, fungendo inoltre da piattaforma di networking per professionisti, ricercatori e studenti.

L’impatto con le attrezzature da pesca, l’inquinamento da plastica, sempre più spesso frammenti di plastica si ritrovano nel contenuto stomacale dei cetacei, e la perdita di habitat costieri idonei alla nidificazione sono le minacce più evidenti e dirette per molte specie di tartarughe marine, che popolano il mare nostrum, alle quali si aggiunge il cambiamento climatico. Il Mediterraneo si sta riscaldando più rapidamente della media globale. Come denuncia il recente rapporto del WWF “Mediterraneo bollente”, nell’aprile dello scorso anno, la temperatura media della superficie del mare ha raggiunto un nuovo record di 21,1°C.

L’economia blu in Tunisia

La Tunisia, in collaborazione con la Banca Mondiale, ha adottato la tabella di marcia sull’economia blu e la strategia “Spiagge senza plastica” per rispondere alle sfide e alle priorità fissate dal Paese e dalle Nazioni Unite, verso un’economia creatrice di ricchezza e di posti di lavoro che garantisca al tempo stesso l’equilibrio ambientale e l’inclusione sociale delle popolazioni target. La road map elaborata dall’esecutivo tunisino presentata a fine maggio 2024, stabilisce 11 aree di investimento prioritario, 31 obiettivi a lungo termine e 35 azioni prioritarie. Questi settori riguardano principalmente il turismo, la pesca e l’acquacoltura e la lotta contro l’inquinamento causato dalla plastica.

La Tunisia si è impegnata dal 2019, nell’ambito della cooperazione con la World Bank, a elaborare la strategia dell’economia blu che ruota attorno alla protezione dello spazio marittimo e costiero per favorire una crescita economica sostenibile, adottando un approccio partecipativo che coinvolge tutti i ministeri, la società civile e il settore privato. Alexandre Arrobbio, rappresentante residente della World Bank in Tunisia, ha dichiarato che “l’economia blu mostra un potenziale significativo per il paese con un contributo del 14 per cento al PIL e 500.000 posti di lavoro, di cui il 13 per cento per il turismo balneare. Le due strategie contribuiranno allo sviluppo economico e alla gestione dei rischi ambientali”.

Tutte le opportunità tunisine

La Tunisia ha molte risorse per eccellere nella cosiddetta “Blue Economy”. Il Paese nordafricano ha dominato il commercio nel Mediterraneo e anche in buona parte della costa orientale dell’Atlantico per quasi sette secoli. L’area marittima della Tunisia conta circa 135.000 Kmq, l’82 per cento dell’intero territorio. Tunisi vanta mestieri marittimi e portuali molto vari, con una flotta peschereccia attiva oltre ad un’attività balneare molto sviluppata. La maggior parte del commercio estero in Tunisia, circa il 95 per cento, passa via mare, gran parte del quale da e verso l’Europa.

Dispone inoltre di un quadro normativo marittimo abbastanza elaborato basato sui principi delle convenzioni internazionali in relazione alle attività marine e marittime. Lo sviluppo sostenibile e lo sfruttamento di questo spazio marittimo costituiscono un’opportunità di innovazione tecnologica, formazione e fonte di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La zona costiera della Tunisia ospita due terzi della popolazione totale secondo l’agenzia per lo sviluppo delle Nazioni unite (Undp). Si tratta di un’area densamente popolata dove si trova la maggior parte delle grandi città del Paese (più di 1.000 abitanti/km2 a Tunisi e Sfax contro una media nazionale di 57 abitanti/km2).

L’enorme potenziale della zona costiera

La regione costiera presenta una topografia varia con una una costa continentale irregolare di 1.445 km, estesa da nord a est, e di 450 km di costa insulare. Le zone umide costiere sono distribuite tra 100.000 ettari di lagune, 55.000 ettari di Sebkha, 200 ettari di estuari, 31.000 ettari di aree intertidali e 5.100 ettari di oasi costiere (The World Bank Group, 2021). La costa della Tunisia ha svolto un ruolo fondamentale nell’evoluzione culturale ed economica dei paesi del Mediterraneo.

Ad esempio, il Golfo di Gabes è considerato un hotspot di biodiversità, tuttavia la costa e le risorse marine sono soggette a uno sfruttamento intensivo, come aziende di fosfati, giacimenti di petrolio e gas, tessuto urbano, area turistica, rifiuti solidi, scarichi di rifiuti da industrie. Recentemente, la volontà delle autorità tunisine di aderire alla logica dell’economia blu ha portato alla creazione del Segretariato generale degli affari marittimi. La pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere rappresentano i primi passi per fornire una base per lo sviluppo della Blue Economy.

Questa visione per il futuro non riguarda solo il contesto nazionale ma si estende anche al livello di Mediterraneo. Pur avendo una posizione geografica centrale nel cuore del Mediterraneo, di cui spesso si esalta l’interesse storico, culturale e geopolitico, fino ad oggi è stato difficile per la Tunisia trarre vantaggio da questa posizione.

Spiagge senza plastica

La strategia “Spiagge senza plastica” ha contribuito a definire cinque obiettivi strategici, ovvero governance, finanziamento, gestione dei rifiuti di plastica, innovazione, ricerca e consapevolezza, attraverso 68 misure e 34 progetti, di cui 17 prioritari. Le azioni pilota includono principalmente la riduzione dell’uso della plastica negli hotel, l’installazione di reti nei corsi d’acqua per ridurre al minimo il movimento della plastica verso il mare, l’eliminazione delle discariche illegali e la raccolta differenziata dei rifiuti. L’ufficio Igiene e protezione dell’Ambiente ha annunciato lo scorso giugno che dalle analisi delle acque marine, condotte attraverso 539 punti di controllo fissi, risulta che il 71 per cento delle spiagge tunisine ha una qualità dell’acqua buona o addirittura eccellente.

Lo dimostra la nidificazione delle tartarughe marine in numerose spiagge del Paese nordafricano ed in particolare a Tabarka che ospita questo evento. Secondo il ministero dell’Ambiente di Tunisi, l’aumento delle tartarughe marine è un indicatore di un miglioramento della situazione, tenendo conto delle esigenze ambientali di queste specie. Un fenomeno quello della nidificazione delle tartarughe sia dal punto di vista scientifico, ecologico che per il turismo, contribuendo ad attrarre visitatori nel Paese come meta di ecoturismo.

La ministra Leila Chikhaoui Mahdaoui, partecipando al rilascio di una tartaruga gigante lo scorso giugno, sulla spiaggia settentrionale di Beja, ha posto enfasi sulla necessità di preservare questo animale marino, riducendo l’abbandono di rifiuti di plastica sulle spiagge che rappresentano un grave pericolo per queste specie autoctone, il principale fattore di mortalità nel 45 per cento dei casi.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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