Qatar formato Cina. Come la tennista Shuai a Pechino, sparita giovane attivista per i diritti umani Noof al-Madeed

Qatar formato Cina. Come la tennista Shuai a Pechino, sparita giovane attivista per i diritti umani Noof al-Madeed

15 Dicembre 2021 0

Sono sempre più forti i dubbi sulla sorte dell’attivista del Qatar Noof al-Madeed rientrata da poco nel Paese e sparita da metà ottobre dopo un “esilio” durato due anni. Su Twitter è diventato di tendenza l’hashtag #whereisNoof, mentre sono molti i gruppi, impegnati nella difesa dei diritti umani, che chiedono alle autorità qatariote di fornire prove che la23enne sia sana e salva. Un film già visto e che ricorda molto da vicino quanto sta accadendo in Cina con la tennista Peng Shuai, volatilizzata dopo che ha denunciato un presunto stupro da parte di uno dei leader del Partito Comunista Cinese.

Alcune fonti locali affermano ai media occidentali che l’attivista sarebbe in salute ma di non poter fornire altri dettagli per “motivi di privacy“. Non la pensa allo stesso modo Khalid Ibrahim, capo del Gulf Center for Human Rights (GCHR), un’organizzazione con sede a Beirut che si occupa di violazione dei diritti umani in Medio Oriente il quale ricorda come “Lei aveva avvertito che se non l’avessimo vista più postare sui social voleva dire che era morta, quindi stiamo agendo in base a ciò che ci ha detto di fare“.

La giovane aveva documentato sui social la fuga dal Qatar, organizzata dopo aver subito molteplici minacce di morte da membri della sua famiglia. Era tornata nel Paese di recente, avendo ricevuto ampie rassicurazioni dalle autorità e rinunciando a chiedere l’asilo in Gran Bretagna. Secondo Ibrahim ci sono prove che lo scorso 13 ottobre l’attivista sia stata riconsegnata alla sua famiglia. A inizio ottobre Noof aveva scritto in un Twitter che suo padre era entrato nel suo hotel e che la sua vita era in pericolo. Il 12 ottobre aveva twittato “lo sceicco Tamim è l’unico che può salvarmi“, riferendosi all’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani. Poi altri due messaggi, “ancora non al sicuro” e il giorno dopo “un po’ meglio“, seguito dall’emoji del pollice alzato. Da allora il silenzio. “Quello che sappiamo per certo e’ che al momento si trova in pericolo imminente. E’ stata uccisa o detenuta, non ci sono dubbi“, è la drammatica deduzione di Ibrahim.

Redazione Strumenti Politici
Redazione Strumenti Politici

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.