Tutti i problemi di Dabaiba in Libia, dalla mancanza di liquidità alla chiusura di Sharara

Tutti i problemi di Dabaiba in Libia, dalla mancanza di liquidità alla chiusura di Sharara

8 Gennaio 2024 0

La situazione in Libia sembra essere vicina ad una svolta. Il paese nordafricano, diviso tra due amministrazioni parallele, sembra sfilare il tappeto dalla sedia del governo di unità nazionale con sede a Tripoli, il cui Primo Ministro, incaricato di portare il Paese al voto, deve fare i conti con i fondi che scarseggiano.

Il governatore della Banca centrale della Libia (CBL), Siddiq Al-Kabeer, ormai costretto a muoversi nella capitale Tripoli sotto scorta, dopo le minacce da parte di alcuni gruppi armati, sembra aver chiuso i rubinetti di finanziamento al premier Abdel Hamid Dabaiba che, faticando a fornire servizi ai cittadini, già messi alla prova dalla mancanza di liquidità nelle banche libiche e dall’aumento generalizzato dei prezzi, ha spinto 24 municipalità della regione occidentale a rivolgersi alle autorità orientali.

Le municipalità occidentali si rivolgono al Parlamento e al governo di Bengasi

Il presidente della Camera dei Rappresentanti (HoR), Aguila Saleh, ha incontrato domenica, nel suo ufficio nella città di Qubba i sindaci di Abu Sura, Al-Muttarid, Mizdah, Al-Mashashiya, Al-Uwayniyah, Nalut, Wazen, Jado, Yafran, Al-Qalaa, Batin Al-Jabal, Ghadames, Al-Jamil Al-Manshiyya, Sayyad, Al- Mayah, Bir Al-Ghanam, Al-Zawiya Al-Wasat, Al-Ajailat Al-Janobi, Jinan Attia, Al-Zawiya Al-Shamal, Zawiyat Al-Baqul, Qasr Wamis, Al-Khoms, Al-Ruhaibat.

Secondo una nota del Parlamento, l’incontro – a cui hanno partecipato i parlamentari Ali Buzriba, Sabah Jumaa, Abdelsalam Al-Murabit e Halima Al-Sadiq – ha riguardato la situazione nei comuni, le loro esigenze e necessità. I sindaci hanno chiesto ad Aguila di estendere i progetti di ricostruzione e sviluppo nelle municipalità della regione occidentale, così come al resto dei comuni dove i lavori di ricostruzione sono già stati avviati.

I sindaci si sono recati a Bengasi venerdì per incontri con il governo riconosciuto dal parlamento, guidato da Osama Hammad. I dirigenti delle municipalità hanno indicato che l’incontro si è reso necessario per migliorare la fornitura dei servizi ai propri cittadini, considerata la scarsa performance del governo di unità nazionale internazionalmente riconosciuto in tal senso.

NOC annuncia forza maggiore a Sharara

A tutto ciò si aggiunge un’ondata di malcontento e proteste nella Libia meridionale anche a seguito della cancellazione dei sussidi per il carburante. La compagnia petrolifera libica, National Oil Corporation (NOC) ha dichiarato domenica 7 gennaio 2023 lo stato di forza maggiore, a seguito della chiusura da parte della comunità locale del campo petrolifero di Sharara, il più grande del Paese.

Fezzan Gathering, un gruppo della società civile che include notabili, giovani e donne della storica regione meridionale del Fezzan, dal primo gennaio ha iniziato le proteste entrando nel campo con una ventina di veicoli. Un comunicato stampa della compagnia, avverte che la chiusura del giacimento, ha anche causato la cessazione delle forniture di greggio al porto di Zawiya, nel nord-ovest della Libia, aggiungendo che ci sarebbero trattative in corso nel tentativo di riprendere la produzione il prima possibile.

Lo stato di forza maggiore è stato reso necessario per tutelare la società e lo Stato della Libia da azioni da parte di partner stranieri, società e clienti per l’incapacità della stessa NOC di rispettare i propri impegni.

Le richieste del Fezzan

La stessa società aveva invitato il governo di unità nazionale ad intervenire per soddisfare le domande dei dimostranti. In particolare si richiede di affrontare la carenza di carburante e suoi derivati nelle città del Fezzan, attivare la decisione riguardo alla creazione di una raffineria di petrolio nel sud-ovest di Ubari. E ancora, avviare la manutenzione delle strade fatiscenti, reclutare i laureati tra la popolazione locale, ristrutturare del Fondo per la ricostruzione del Fezzan. E infine annullare dell’accordo concluso tra il ministero della Salute e NOC riguardo all’Ospedale Generale di Ubari per istituire una clinica nella Grande Ubari.

Tensioni a Misurata

Ma i problemi per Dabaiba sono tutt’altro che finiti. A Misurata, da almeno due settimane, si susseguono incontri e sit-in. Uomini d’affari, rivoluzionari e leader sociali, hanno creato un fronte anti Al-Mustaraqa, la cosiddetta Joint Force, una milizia armata affiliata al Primo Ministro, accusata di crimini a danni dei civili comprese sparizioni, omicidi e traffici illeciti attraverso il porto e l’aeroporto della seconda città più importante della Libia.

La città risulta anch’essa divisa, seppur le tensioni hanno riguardato principalmente l’aspetto securitario piuttosto che quello politico. Tra chi chiede la consegna al procuratore di 60 membri dell’agenzia di sicurezza e la sua dissoluzione e chi vorrebbe solamente allontanare il gruppo dai punti strategici della città senza ricorrere alla violenza.

La necessità di un governo unificato

Tutto ciò sta rendendo davvero difficile per il governo di unità nazionale svolgere le proprie funzioni e in molti ritengono che la rinnovata instabilità potrebbe costringere la Comunità internazionale ad agire con più determinazione verso la formazione di un governo unificato, soprattutto se gli interessi dei Paesi coinvolti vengono minacciati dal blocco della produzione petrolifera.

L’inviato ONU e capo della Missione di Sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), Abdoulaye Bathily, nel suo ultimo briefing di fronte al Consiglio di sicurezza ha criticato

alcuni leader libici che continuano a trascinare i piedi e, per ora, non mostrano un impegno deciso nel porre fine alla situazione di stallo di lunga data che ha causato così tanta sofferenza ai libici.

Secondo Bathily, “le leggi elettorali da sole non possono garantire lo svolgimento delle elezioni se gli attori rilevanti non sono sinceramente impegnati nella loro attuazione. La formazione di un governo unificato per condurre il Paese alle elezioni, richiesta dalle leggi elettorali e accolta con favore dai cittadini libici di tutti gli schieramenti, può essere realizzata solo se i principali attori agiranno in uno spirito di compromesso politico, con un rinnovato impegno per l’unità della loro madrepatria, la Libia”.

Redazione Strumenti Politici
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