Stoltenberg e l’epoca degli irresponsabili

Stoltenberg e l’epoca degli irresponsabili

27 Maggio 2024 0

Pesano come macigni le recentissime dichiarazioni del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. Nel suo discorso all’Assemblea parlamentare dell’Alleanza Atlantica a Sofia, ha esortato l’eliminazione delle restrizioni sull’uso delle armi occidentali verso (e dentro) il territorio della Federazione Russa.

Il superamento delle linee rosse

Siamo di fronte all’ennesimo superamento delle linee rosse: quelle sottilissime ‘frontiere’ del buon senso che, dall’inizio del conflitto, continuano ad essere valicate dal blocco occidentale.

Ormai è diventata una prassi per tentare di rimediare ai disastri di una situazione che volge sempre di più al peggio per l’Ucraina e per i suoi partner. E sono proprio questi ultimi che hanno voluto e sostenutoquesta guerra. Se si dovesse concretizzare la sconfitta di Kiev, essi dovrebbero allora spiegarne le ragioni ai propri elettori e soprattutto al popolo ucraino.

E a presentarsi di fronte a loro dovrebbe andare per primi il presidente americano Biden e il segretario della NATO Stoltenberg.

Le inutili frasi di circostanza

Purtroppo valgono a poco le prese di distanza di alcuni leader europei, fra cui Giorgia Meloni, se alle smentite di circostanza non seguono i fatti. Intervistata a “In Mezz’ora”, la premier ha spiegato:

Fermo restando che sono d’accordo sul fatto che la NATO debba mantenere la sua fermezza nel difendere l’Ucraina e che non bisogna dare segnali di cedimento – come non intende farlo l’Italia – diciamo però che sono state molte le dichiarazioni in questi mesi che a me sono sembrate un po’ discutibili…. Ricordo il presidente Macron…. Io consiglio maggiore prudenza, ciò non toglie che è importante che la NATO continui a mantenere il suo sostegno all’Ucraina per costruire la pace.

L’invito alla prudenza sta a zero, quando si parla di vite umane. Così come non si può liquidare su argomenti così delicati le dichiarazioni del segretario generale dell’Alleanza Atlantica come “personali”, come ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. È imbarazzante che vengano semplicemente bollate come “inusuali” le parole di Stoltenberg sulle armi da presunte fonti diplomatiche alleate.

Forse qualcuno crede che sia tutto un gioco?

L’infallibilitá occidentale

Se Stoltenberg ha davvero travalicato i suoi poteri – come fatto notare non solo dal Cremlino, ma anche da diversi esponenti politici euroatlantici – l’Occidente farebbe bene a pretenderne la rimozione dall’incarico. Altrimenti chi non chiede adesso un cambio di registro si rende complice di una folle escalation.

Diventerebbe quindi partecipe della corsa verso lo scontro diretto con Mosca e presto o tardi rischia di squarciare la fragile barriera che ci divide dalla Terza Guerra mondiale.

Esistono ancora in Occidente i costruttori di pace?

Il problema è comprendere se in Occidente ci sia ancora qualche leader che voglia realmente essere un costruttore di pace. Il New York Times ha fissatocome “inevitabile” l’invio di truppe NATO in Ucraina. E allora è facile intuire che qualcuno deve aver già preso questa decisione e che cerca solo il modo migliore per annunciare al pubblico l’avvio dell’escalation.

Bisogna ricordare che le parole di Stoltenberg fanno eco a quanto richiesto dal ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis. Peraltro è un’opinione condivisa da Estonia e Lettonia (e in parte anche dalla Polonia).

I pericoli dell’allargamento ad Est

È lecito domandarsi se la spinta bellicista europea non sia frutto dell’allargamento ad est dell’Alleanza Atlantica: oltreoceano lo hanno sempre spacciato come “consolidamento della pace”, ma oggi ci accorgiamo che si sta traducendo in una tragica caduta nel baratro della guerra.

Una caduta frutto anche di rivendicazioni e acredini che nascono dal secolo scorso e che erano stato terreno di scontro anche tra Zbigniew Brzezinski da un lato e dall’altro Henry Kissinger e Brent Scowcroft sull’approccio da seguire nei rapporti con Mosca.

Elezioni Europee senza moderati

Ciò avviene a ridosso di un appuntamento elettorale europeo che vede proprio i leader moderati del Partito Popolare Europeo e di Renew Europe come i fautori più esaltati dello scontro aperto con la Russia.

E se magari ci si limitasse a un conflitto regionale… ma è lo stesso Stoltenberg ad ammettere in uno sprazzo di sincerità che i sostenitori più importanti della guerra russa in Ucraina sono in Asia. Peccato che oltre a Cina, Iran e Corea del Nord il segretario generale si dimentichi di ricordare l’India, diventata il maggior importatore di petrolio russo, la Turchia, molti Stati africani e i Paesi dell’America del Sud. Possibile che siano tutti quanti nemici dell’Occidente?

La sindrome del fortino

Il fatto è che l’altra metà del mondo (anzi, tre quarti di mondo) comincia a sollevare un sopracciglio davanti alla protervia occidentale e allora sostiene la Russia in modo più o meno diretto. Qualche domanda sarebbe lecito porsela? O si può sempre vantare la superiorità morale da esportare altrove?

La sensazione è che l’epoca degli irresponsabile è appena iniziata. Un tweet o una dichiarazione pubblica prima o poi saranno presi sul serio dall’altra parte della barricata. In altri tempi, per iniziare un conflitto bastò molto di meno.

Giuliano Pellico
Giuliano Pellico

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