Shade Med: quale futuro per l’Europa nel Mediterraneo? Intervista al Comandante dell’Operazione Eunavfor Med IRINI, Contrammiraglio Stefano Turchetto

Shade Med: quale futuro per l’Europa nel Mediterraneo? Intervista al Comandante dell’Operazione Eunavfor Med IRINI, Contrammiraglio Stefano Turchetto

5 Dicembre 2023 0

In questi giorni a Roma, dal 6 al 7 dicembre, si terrà lo Shade Med (Shared Awareness and De-confliction in the Mediterranean), la Conferenza annuale dedicata al Mediterraneo e alle sfide che attendono la regione. Per l’occasione, abbiamo raggiunto il Contrammiraglio Stefano Turchetto, Comandante dell’Operazione EUNAVFOR MED IRINI, tra le più importanti operazioni aeronavali dell’Unione Europea.

FOTO - Contrammiraglio Turchetto
FOTO – Contrammiraglio Stefano Turchetto, Comandante dell’Operazione EUNAVFOR MED IRINI

IRINI come sta contribuendo al mantenimento della pace in Libia?

“EUNAVFOR MED Operation IRINI (“pace” in greco) è iniziata ufficialmente il 31 marzo 2020, come da Decisione del Consiglio Europeo presa poco dopo la conferenza di Berlino sulla Libia del gennaio dello stesso anno, quando la Comunità Internazionale si è impegnata a supportare il cessate il fuoco in Libia ed in particolare l’implementazione dell’embargo sulle armi alla Libia, sancito dalle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L’implementazione dell’embargo prevede la possibilità di ispezionare in alto mare unità mercantili in presenza di fondati motivi (reasonable grounds) di credere che possano trasportare armi o materiali bellici che se rinvenuti possono essere sequestrati anche dirottando in un porto europeo il mercantile interessato. Inoltre, il mandato dell’operazione include i compiti secondari di raccolta informativa, sempre in attuazione delle misure sancite delle Nazioni Unite, per contrastare i traffici illeciti di prodotti petroliferi da e per la Libia nonché per combattere il contrabbando di esseri umani”.

La Turchia ha di recente negato per l’undicesima volta un’ispezione a bordo. Sono state fornite spiegazioni dalle autorità turche per tale diniego? Ci sono altri Paesi che si sono rifiutati di collaborare? Esistono misure detrattive che obbligano un Paese alle ispezioni come sanzioni economiche o quali a suo avviso potrebbero essere applicate?

“Le Nazioni Unite hanno chiesto a tutta la Comunità Internazionale di supportare l’embargo, in primis direttamente sulle proprie navi di bandiera, secondariamente, agevolando gli altri Stati o le Organizzazioni Internazionali come l’UE che stanno attivamente curandone l’implementazione. Gli Stati di bandiera e quindi anche la Turchia non sono tenuti a fornire spiegazioni a IRINI quando non autorizzano ispezioni a bordo di unità mercantili nazionali. Sarà eventualmente l’Organizzazione delle Nazioni Unite a criticare apertamente o bilateralmente le decisioni di quei Paesi che non supportano o non rispettano le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Nessun altro Paese ha negato tale autorizzazione fino ad oggi”.

Se un Paese può rifiutare un’ispezione, è corretto affermare che l’azione di IRINI è efficace nel far rispettare l’embargo da e verso la Libia solo da parte di attori non statali?

“L’azione di IRINI è sicuramente efficace in quanto supporta il processo di stabilizzazione in Libia ostacolando e fungendo così da deterrente al rafforzamento delle capacità belliche delle parti interessate, L’embargo dell’ONU non prevede l’ispezione in alto mare ad unità in servizio governativo. Agli Stati è richiesto di supportare l’azione degli attori come IRINI che lo fanno rispettare. Come detto nel contesto internazionale i Paesi rispondono delle loro azioni non sul campo ma a livello diplomatico. In sostanza ci sono due livelli di contrasto al traffico illegale di armi verso la Libia: il primo operativo militare verso gli attori non statuali, il secondo di tipo strategico a livello diplomatico. IRINI opera pienamente nel primo e indirettamente fornendo le informazioni necessarie al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel secondo”.

Crede che l’Operazione necessiterebbe di un incremento di mezzi e risorse per svolgere il compito che l’Unione Europa e il Consiglio di Sicurezza vi hanno affidato?

“23 Stati Membri supportano direttamente l’Operazione con uomini e mezzi in accordo alle rispettive disponibilità e impegni assunti nei rispettivi contesti nazionali e internazionali. Le risorse assegnate sono di primissimo livello a dimostrazione della considerazione che l’Operazione riscuote in Europa. IRINI è un’Operazione complessa che si basa non solo sulla quantità delle risorse assegnate ma soprattutto sulla qualità del supporto garantito dagli Stati Membri nel contesto internazionale sia come UE, tramite EEAS (Servizio europeo per l’azione esterna) e le altre istituzioni europee, o singolarmente sostenendola a Bruxelles come a New York o nel teatro operativo del Mediterraneo/Nord Africa. Nell’era digitale, infine, specialmente per operazioni come IRINI che si basano proprio sulla disponibilità di informazioni, non bisogna dimenticare l’importanza dell’Intelligence, attività per la quali il supporto delle Nazioni è in talune circostanze necessario quanto la disponibilità di una unità militare.

In conclusione in un momento particolarmente difficile caratterizzato da due gravi conflitti militari che si stanno svolgendo alle porte dell’Unione Europea, nonché un peggioramento della sicurezza sul piano globale, ritengo si possa dire che gli stati Membri stiano facendo ottimamente la loro parte per garantire all’Operazione di svolgere il compito che l’Unione europea ci ha affidato”.

In che modo l’attuale conflitto in Medio Oriente ha influenzato il lavoro dell’Operazione IRINI? Sono emersi nuovi pericoli per la sicurezza della UE?

“Per quanto riguarda le implicazioni militari, il conflitto cui lei si riferisce, non ha avuto al momento particolari implicazioni sull’Operazione. Sicuramente l’attuale contesto mediorientale potrebbe però destabilizzare un’area più grande. In questa situazione può essere prevedibile un aumento in generale del traffico di armi che potrebbe avere un impatto sull’Africa e quindi sulla Libia. Inoltre, ad oggi, il conflitto non ha determinato un aumento del flusso migratorio attraverso l’Area di Operazioni di IRINI”.

IRINI si concentra principalmente sul contrasto al traffico di armi, ma quello di esseri umani resta una delle sfide contemporanee. Sono emersi collegamenti tra questi due fenomeni?

“EUNAVFOR MED IRINI contribuisce allo smantellamento di una moltitudine di reti illegali dal contrabbando di armi, quello di petrolio e derivati e anche del traffico di esseri umani raccogliendo informazioni, conformemente per quest’ultimo, all’UNSCR 2240 (2015) e alle successive Risoluzioni, e fornisce il proprio report all’UE e all’ONU per essere efficacemente valorizzate in tali ambiti. Dai dati raccolti a seguito delle attività della forza aeronavale di IRINI, che si svolge prevalentemente in mare, non si hanno evidenze specifiche di collegamenti tra i due fenomeni. Va detto però che in generale le organizzazioni criminali coinvolte in tali traffici che hanno una copertura globale, non hanno confini geografici né settori esclusivi di competenza focalizzando le loro attività illecite laddove vedono maggiore profitto e minori rischi, pronte a cambiare a convenienza il loro “business model””.

Facendo un bilancio, come vede il futuro dell’Operazione? E quello dell’Europa nel Mediterraneo?

“Il Mediterraneo centrale è la frontiera meridionale dell’Europa, quindi un’operazione aeronavale europea come IRINI – inserita nell’approccio integrato dell’Unione volto a stabilizzare non solo la Libia ma anche l’intera regione insieme ad altri organismi internazionali ed europei – avrà un ruolo di primaria importanza anche nel medio termine. Sebbene le aspettative delle Conferenze di Berlino non siano state ancora completamente soddisfatte, l’assenza di una ripresa del conflitto più volte sfiorato tra Tripolitania e Cirenaica è già di per sé un successo e il trend di lungo periodo è a mio avviso positivo per l’Europa e per il popolo libico.

La presenza dell’Europa nel Mediterraneo, o meglio la consapevolezza di essere una “Europa mediterranea”, è fondamentale e lo sarà sempre di più in futuro con forti interessi sia di tipo commerciale, di approvvigionamento energetico, ma anche, in coordinamento con la NATO, in termini di sicurezza regionale e difesa. L’operazione EUNAVFOR MED IRINI è un vincente esempio di applicazione della Common Security and Defense Policy dell’Europa di sempre maggiore interesse tra i Paesi Membri”.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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