Promuovere un’agenzia di rating europea

Promuovere un’agenzia di rating europea

24 Gennaio 2024 0

Il rating è un metodo utilizzato per valutare sia i titoli obbligazionari di debito, sia le imprese in base al rischio finanziario delle loro attività. Si definisce così il rating di merito creditizio. Esso viene espresso con un voto in lettere in base al quale il mercato stabilisce il premio da richiedere secondo il rischio determinato da una valutazione che troppo spesso è legata a motivi strumentali e non reali.

Il rating dei paesi è diventato nel tempo una prassi usuale per attribuire un giudizio di merito ai debitori sovrani. Con metodologie razionali basate su una logica deterministica quando in economia, scienza sociale, le misurazioni sono sempre di tipo probabilistico. Così troppo spesso l’assegnazione del rating è risultato frutto di manipolazioni funzionali ad interessi esterni e totalmente distorsivo ed opportunistico della realtà giudicata.

I conflitti d’interesse delle agenzie di rating

Le principali agenzie di rating – Standard& Poor’s, Moody’s e Fitch Rating – sono americane e partecipate da grandi multinazionali. E proprio da qui comincia la filiera degli interessi, o meglio dei conflitti d’interesse. Un primo tipo di conflitto riguarda i soggetti che pubblicano i rating e nel contempo svolgono attività di banca di investimento  ed in questo modo il rating potrebbe essere strumentalizzato nell’interesse della banca e dei suoi clienti.

Abbattendo il rating si può forzare un paese o un’azienda a svendere le sue attività. Una situazione che è successa spesso al nostro paese. Di fronte al declassamento di un titolo infatti la comunità finanziaria reagisce con un deprezzamento. Privilegiando le decisioni degli analisti rispetto alle ragioni dell’emittente che si trova sempre in una situazione di debolezza che non risponde invece alla realtà. Si parla di dittatura degli analisti per l’evidente potere che esercitano capace di condizionare il mercato verso i loro interessi.

Le distorsioni provocate dalle agenzie di rating

In questo senso le agenzie americane di rating sono sotto accusa perchè i loro modelli di valutazione si basano su un’analisi razionale e meccanicistica di una realtà sociale che è l’economia e distorcono troppo spesso la verità sottomessa ai loro interessi. La modellistica e la cultura americana si basano sulla logica del mercato e dell’ottimo a breve mentre il modello europeo è fondato sul sistema di welfare inesistente negli Stati Uniti.

I modelli americani si basano sulla cultura finanziaria; la quale ragiona sui flussi di cassa perchè hanno volutamente dimenticato che gli equilibri finanziari dipendono sempre da quelli economici e non viceversa come si insegna al primo anno del corso di economia e ragioneria. Per semplificare al massimo l’analisi dei fatti riducono questa solo  ai fatti misurabili, modello delle scienze esatte.

L’economia invece è una scienza sociale, i dati relativi raccolti sono totalmente limitati e quindi sono insufficienti per essere valutati come assoluti. Una società od un mercato non sono quindi misurabili ma di questi si analizzano solo i fatti misurabili che sono limitati e da soli non servono a nulla se non a sostenere tesi di comodo.

Il caso delle grandi bolle finanziarie

Gli esempi devastanti delle bolle finanziarie sono piene di Istituzioni a cui è stata data la tripla AAA, cioè il massimo della sicurezza. Era così ad esempio la Lemhan il giorno prima del collasso e così i tanti fondi costruiti sul nulla ma solo sull’asseverazione di società di rating che sono sempre tirate come i burattini.

Si è venuta a creare insomma un’associazione tra finanza, politica ed accademia funzionale volta a perseguire di volta in volta le soluzioni a problemi sociali ed economici. In questo senso la finanza è diventata un’arma non usuale di guerra per mettere in difficoltà imprese e Paesi con cambiamenti repentini di giudizio a parità di condizioni strutturali.

La costruzione artificiosa della crisi 2010-2012

A noi è capitato nel corso della campagna d’Europa del 2010-12, quando si è abbattuto su di noi, dopo gli altri paesi più deboli – Grecia,Portogallo, Irlanda, Spagna -l’attacco della finanza di rapina. Un attacco chiaro per fare saltare gli equilibri interni e di rapporto con gli altri Paesi; la Germania e la Francia non sono mai state attaccate ma a loro volta attaccavano gli altri stati europei sotto scacco. E tutto senza che la BCE dicesse nulla.

Proviamo a ripercorrere la storia che ha creato la situazione attuale del debito e della sottovalutazione del paese. La discesa agli inferi dell’Italia si può riassumere con queste date, che segnano l’andamento di un rating opportunistico guidato. Il 19 settembre con un pil in lieve ascesa, un debito a 1820mld/euro il rating è A. Poi lo spread viene fatto salire in un mese di 600 basic point, sempre a parità di dati economici e finanziari. Una evoluzione quindi totalmente fittizia e artificiosa.

Il rating  sempre a parità di condizioni strutturali finisce a BBB+ nel gennaio del 2012, per precipitare a BBB nel luglio del 2013. L’operazione innescata da Standard & Poor’s viene seguita dalle altre agenzie di rating e per noi risalire da un debito creato anche dalla finanza per indebolirci si è tramutato in un problema politico più che economico, con una Finanza perennemente alla guardia.

La fatwa della Corte Suprema Usa all’attacco di Standard&Poor’s

La stessa cosa Standard&Poor’s la fa agli Usa nel luglio del 2012 per indebolire Obama ma viene condannata per manipolazione del rating dalla Corte Suprema. Noi tentiamo la stessa cosa al tribunale di Trani ma la società di rating, guarda caso, viene assolta. Ed i giornali prendono in giro il pm che ha osato il giusto: una situazione paradossale ma questa è l’Italia sempre a vagone ed eterodiretta.

Ora è evidente che l’Europ,a messa alla caccia delle disavventure europee e con la Germania in difficoltà, ha la disperata necessità di istituire una sua agenzia europea di rating.  Una agenzia rispettosa delle sue peculiarità e del senso rafforzativo del welfare, che da sempre la contraddistigue al contrario degli Usa rivolti e comandati solo dal mercato.

Così potremmo aspirare ad una maggiore autonomia ed aspirare a quell’indipendenza di pensiero che da troppo tempo abbiamo perso . Chi avrà il coraggio di proporla ? Perchè no l’Italia.

Fabrizio Pezzani
Fabrizio Pezzani

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