Norvegia, cittadini infuriati per il caro-bollette. Si pensa a fermare l’export di elettricità verso l’Europa
Il caro-bollette e la crisi energetica si fanno sentire anche nella prospera Norvegia. I cittadini si sentono delusi e traditi dalle autorità. Si sta diffondendo l’idea di proteggere le risorse nazionali impedendone l’esportazione verso la Gran Bretagna e l’Europa continentale.
Cittadini arrabbiati
Lo scorso dicembre il prezzo dell’elettricità ha raggiunto picchi inediti da almeno quindici anni. I cittadini ritengono che il costo sia sproporzionatamente alto ed eccessivamente imprevedibile. La loro percezione estremamente negativa deriva anche dal fatto che le esportazioni dell’elettricità prodotta dagli impianti nazionali permettono ad alcuni Paesi europei di mantenere le bollette a livello più bassi. Mímir Kristjánsson, deputato del partito Rødt, spiega che la gente è arrabbiata e si sente presa in giro. Aggiunge che non è tanto una questione di soldi, ma di una condizione che viene vissuta come sbagliata e ingiusta. Il leader del Partito Centrista Trygve Slagsvold Vedum, annunciando la sua uscita dal governo, ha dichiarato: quando è troppo è troppo. Ora il suo obiettivo è cambiare la politica energetica del Paese e fare in modo di garantire alle famiglie prezzi dell’elettricità che siano stabili e bassi.
Tagliare i fili
Oslo è il terzo maggiore esportatore di elettricità nel continente. La Norvegia non è membro dell’Unione Europea e potrebbe essere autosufficiente a livello energetico. Con queste premesse è chiaro come nel Paese cresca la tentazione di ridurre le esportazioni e di prioritarizzare la domanda interna. Alcuni tendono però a incolpare gli acquirenti stranieri. Anche nel panorama politica vi è chi non vorrebbe più vendere elettricità alla Danimarca, non rinnovando le connessioni nel 2026. Altri invocano direttamente il “taglio dei fili” con la Germania e con il Regno Unito. Secondo gli esperti, sarebbe proprio Londra a soffrirne maggiormente.
Timori inglesi
La Gran Bretagna è collegata energeticamente da cavi sottomarini non soltanto con la Norvegia, ma anche con la Danimarca, la Francia e il Belgio. Se i norvegesi dovessero tagliarli davvero, le bollette inglesi aumenterebbero improvvisamente di 100 volte. I clienti delle aziende fornitrici di energia elettrica e degli operatori come British Gas, OVO, EDF, EON e Octopus sono avvertiti del problema. Lo afferma Tom Edwards, specialista della società di consulenza energetica Cornwall Insight. Soprattutto nei mesi freddi con poca luce si arriverebbe al costo di 6mila sterline per megawattora. Sarebbe un vero disastro, spiega Kathryn Porter della società di consulenza Watt Logic.

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