Macron fallisce la missione di convincimento di Trump sull’importanza dell’Europa nella questione ucraina

Macron fallisce la missione di convincimento di Trump sull’importanza dell’Europa nella questione ucraina

27 Febbraio 2025 0

Forse Trump non avrà proprio umiliato Macron, come si legge su alcuni media, ma l’Europa sì. E anche l’Ucraina, poiché entrambe sono rimaste fuori dal primo round di negoziati USA-Russia. Il presidente francese era partito baldanzoso per Washington, tuttavia è tornato con le pive nel sacco: ha fallito la sua missione per convincere Trump che l’Europa è fondamentale e deve essere coinvolta al massimo.

Partito con le migliori intenzioni

Macron era partito in fretta e furia per Washington con ambizioni elevate. Aveva dichiarato che avrebbe ammonito Trump dal mostrarsi troppo accondiscendente – quindi debole – nei confronti di Putin. Inoltre voleva parlare a nome di tutta l’Europa mostrandogli della convergenza di interessi e di indirizzi sull’Ucraina. Intendeva convincendolo della bravura dell’Europa di difendersi da sola anche senza l’appoggio del grande fratello americano, che a breve potrebbe defilarsi. Gli avrebbe rivelato l’importanza dei Paesi europei nella questione ucraina, anzitutto per la capacità di implementare una soluzione di “pace attraverso la forza”, una pace fra Mosca e Kiev sostenibile e indipendente dai soldi e dai soldati americani. A maggior ragione, le garanzie di sicurezza all’Ucraina verrebbe fornite proprio da Parigi, da Londra e dalle altre potenze continentali, come ha scritto pure l’ex ambasciatore francese negli USA Gérard Araud, che commentava in maniera piuttosto tetra: Questa potrebbe essere l’ultima chance per l’Europa.

Messo subito in difficoltà

I media francesi hanno cercato di presentare il rapporto Macron-Trump come un’amicizia ritrovata, avente la stessa atmosfera di simpatia che c’era con l’amministrazione Biden, soprattutto con la portavoce presidenziale Karine Jean-Pierre, francofona. Ma la realtà è un’altra. Macron è stato accolto da un funzionario e non dal presidente, che ha dovuto aspettare con pazienza, seduto di lato, mentre terminava una videoconferenza coi leader G7. Gesti del genere non sono soltanto apparenza. Per la natura stessa dei rapporti diplomatici costituiscono azioni di sostanza, quella di un Macron snobbato e tenuto in secondo piano, ridotto nelle occasioni di prevalere sul piano dialettico. Una chance comunque se l’è creata quando di fronte alle telecamere ha interrotto Trump correggendolo sul tema dei soldi europei elargiti all’Ucraina. Purtroppo che Macron, Trump ne è uscito con disinvoltura senza dare grosso peso all’inconveniente.

Interazioni imbarazzanti

Nel corso dell’incontro vi sono stati diversi momenti di imbarazzo e di ilarità, di sorrisi forzati e di gesti po’ fuori luogo, come le varie strette di mano imbranate, aggressive o eccessivamente lunghe. Le foto di rito mostrano i due leader spesso a disagio l’uno accanto all’altro, sebbene il britannico Spectator scriva: non vi è alcun dubbio su chi sia il maschio alfa. E non si riferisce certo a Macron. In realtà, fra i due leader l’intesa non è mai sbocciata, per lo meno da parte di Trump. Anzi, l’anno scorso durante un discorso della sua campagna elettorale ha preso in giro Macron quando ha raccontato di una loro trattativa commerciale avvenuta qualche anno prima. Ha imitato il suo pesante accento francese e ha ridicolizzato il suo atteggiamento cedevole e impaurito lo ha minacciato dell’imposizione da parte degli USA di dazi altissimi sullo champagne.

Alla fine accetta tutto

Le parole di Macron non hanno avuto alcun effetto, perché Trump non ha preso impegni né fatto promesse. Ciò che interessa a Washington adesso è di chiudere l’accordo sui minerali ucraini. Le richieste e le pretese europee saranno prese in considerazione dopo, molto dopo. D’altro canto, Trump aveva accusato i leader di Francia e Regno Unito di essersi svegliati tardi, perché in tre anni non hanno saputo (o voluto) trovare la maniera di mettere fine al conflitto. Così Macron non è riuscito a imporre un posto per l’Europa al centro del tavolo dei negoziati, ma ha potuto soltanto constatare le intenzioni di Trump di perseguire la linea impostata insieme a Putin. USA e Russia non sono contrarie in linea di principio al dispiegamento di truppe europee sul territorio ucraino in funzione di peacekeeping e come clausola dell’accordo sulla conclusione del conflitto. Insomma, se ne potrà parlare, ma nulla è garantito.

Piccoli telegrafisti

Il viaggio di Macron si è così risolto quindi in una infruttuosa questua. Peggio ancora, è stata l’ennesima ripetizione del suo ruolo di “piccolo telegrafista” riferisce all’Europa le istruzioni ricevute in America. L’etichetta gli era stata affibbiata Marine Le Pen nel febbraio 2022, quando si era recato a Mosca e aveva di fatto solamente riportato a Putin le volontà della NATO e dell’Unione Europea senza poter imporre o ottenere nulla. Altri oggi stanno facendo lo stesso, come titola il portale Euronews: I leader UE visitano Trump dopo la sua inversione a U sull’Ucraina. Toccherà al premier britannico Keir Starmer, che annuncerà le nuove sanzioni antirusse proprio ora che Trump apre scenari di affari colossali con Mosca. Ci era andato il presidente polacco Andrzej Duda, che ha poi riportato a Zelensky l’importanza del supporto americano per mettere fine al conflitto.

Guai in politica interna

Macron è in difficoltà anche in patria. La sua fragilità sul fronte interno è evidente, con un governo della minoranza sotto costante minaccia di mozione di sfiducia. Le elezioni anticipate, indette dal presidente per tentare di mascherare i problemi e risollevare le sorti del suo partito, sono state quasi un disastro per Macron. Voleva creare un grande centro per attirare i moderati delle coalizioni di destra e sinistra e isolare le fazioni estreme e temibili come il Rassemblement National della Le Pen. Ma non ha funzionato. Da quel momento il governo francese è traballante.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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