Le munizioni dell’Ucraina stanno finendo in fretta: Biden concederà davvero i Patriot?

Le munizioni dell’Ucraina stanno finendo in fretta: Biden concederà davvero i Patriot?

19 Dicembre 2022 0

Le munizioni di Kiev stanno finendo rapidamente, mentre i partner occidentali tardano a consegnare le armi promesse o evitano ormai di promettere troppo. Sta arrivando l’inverno e il conflitto sembra entrare in una fase in cui il dominio dello spazio aereo può rivelarsi determinante. Per averlo servono razzi e sistemi di difesa antimissile. Quanti ne sono rimasti a Zelensky e quanti ne potrà avere a breve termine?

Le munizioni stanno finendo

Kiev sta finendo i proiettili, lo ammette anche il Financial Times, che qualche giorno fa ha parlato dei “ritmi allarmanti” ai quali le Forze ucraine stanno consumando in primo luogo i missili intercettori deputati alla difesa delle infrastrutture attaccate dai russi. Ciò che gli ucraini hanno ricevuto all’inizio pare comunque non bastare in termini di qualità e di quantità.

Ad esempio si sono dovuti accontentare di vecchie batterie antiaeree HAWK, alcune di provenienza spagnola. Dalla Germania sono arrivati i più moderni sistemi a medio raggio Iris-T e poi i NASAMS di fabbricazione norvegese e americana. Il portavoce delle Forze aeree ucraine Yuriy Ignat ha dichiarato che ne servirebbero a centinaia man mano che i sistemi di vecchia produzione vengono consumati o distrutti.

Finora in Occidente si era detto che i russi sarebbero rimasti scoperti per primi, e anche molto presto. Ad oggi  però la situazione appare diversa. Perciò Oleksiy Melnyk, ex tenente colonnello dell’aviazione ucraina e condirettore del Razumkov Centre (think thank non governativo di Kiev che si occupa di vari ambiti), afferma che cercare di prevedere che la Russia un giorno finirà i missili probabilmente non è una buona strategia.

Quei 5mila proiettili al giorno sparati da Kiev 

Il prossimo anno l’Ucraina potrebbe finire le munizioni prima ancora di essere sconfitta sul campo, perché i ritmi di produzione stanno progressivamente rallentando rispetto alle necessità effettive: è ciò che sostiene Mick Ryan, ex maggior generale delle Forze armate australiane ed ex direttore dell’Australian Defence College.

Ryan mette in evidenza il dato dei proiettili sparati dagli ucraini, 5mila al giorno rispetto ai 14mila fabbricati in un mese dagli USA. Pur mancando il dato della produzione degli alleati europei, si può facilmente dedurre come i rifornimenti possano terminare presto. Secondo indiscrezioni provenienti degli stessi ufficiali della NATO almeno una ventina di Stati membri dell’Alleanza avrebbero sostanzialmente finito i soldi per finanziare la produzione militare per Kiev.

I partner occidentali esitano o rifiutano

A novembre una relazione del Royal United Services Institute, think tank di Londra dedicato alla sicurezza, metteva in guardia contro il pericolo di una indifferenza occidentale rispetto alla necessità di rinforzare con urgenza le capacità di difesa antiaerea dell’Ucraina. Esempio recente di questa presunta “noncuranza” può essere il rifiuto della Svizzera ad esportare verso una zona di guerra le proprie munizioni specifiche per i semoventi antiaerei tedeschi Gepard. Ne sono stati consegnati all’Ucraina 30 unità e si sono rivelati piuttosto efficaci, ma che senza i proiettili diventano inutili.

La neutralità di Israele

Poi vi è la caparbietà del governo israeliano nel rifiutare a Kiev gli aiuti strettamente militari nonostante le ripetute esortazioni ucraine. Gerusalemme ha fin da subito mandato assistenza umanitiaria sotto forma di cibo, generatori elettrici e ospedali da campo. Inoltre ha offerto caschi, giubbotti antiproiettile e sistemi di allarme rapido contro gli attacchi aerei. Gli ucraini, però, desiderano il sistema d’arma mobile per la difesa antimissile Kippat Barzel o “cupola di ferro”. Zelensky non nasconde la sua delusione, anzi ad ogni occasione striglia e critica Israele mettendo in atto piccole vendette trasversali come i voti all’ONU favorevoli alla Palestina o il mancato invito agli israeliani per la recente conferenza di Parigi sulla solidarietà internazionale all’Ucraina.

La richiesta dei Patriot

Oggi le autorità di Kiev parlano addirittura dell’87% di missili russi intercettati, diretti alle infrastrutture energetiche. Il dato sembra contrastare con la realtà di un Paese sottoposto a frequenti blackout, la cui rete elettrica è distrutta al 50%, ma un miglioramento deve esserci stao quanto meno a livello qualitativo, perché i sistemi antiaerei di fabbricazione sovietica sono stati modernizzati con gli equipaggiamenti del Patto Atlantico.

Gli ucraini perciò insistono con gli alleati occidentali a mandare altri sistemi terra-aria di standard NATO, anche perché i proiettili per gli S300 e i Buk sovietici stanno davvero finendo: se ne trovano ancora negli arsenali di alcuni Paesi, ad esempio la Slovacchia che ne ha mandato un lotto, ma l’unico fornitore da cui acquistarli sarebbe proprio la Federazione Russa… Così da tempo Kiev sta chiedendo a Washington di concedere finalmente i celebri missili a lungo raggio Patriot, impiegati nella Prima guerra del Golfo.

La paura di una ulteriore escalation

L’amministrazione Biden finora non ha acconsentito, conscia dei rischi insiti in una mossa del genere e dell’escalation che potrebbe derivarne. La Russia infatti ancora qualche giorno fa ha nuovamente avvertito gli Stati Uniti che l’invio di sistemi Patriot all’Ucraina aumenta il rischio di un coinvolgimento diretto di Washington nel conflitto. Qualcosa però sembra essere cambiato nell’atteggiamento americano e si parla di un prossimo annuncio di invio di missili. Zelensky dice che il processo di fornitura sta andando avanti e che lui vi è coinvolto personalmente grazie al suo rapporto privato con Joe Biden.

Per adesso si sa soltanto che la Casa Bianca ha autorizzato altri 275 milioni di dollari in qualità di aiuti militari comprendenti razzi per i sistemi HIMARS. Così, mentre le munizioni di Kiev stanno rapidamente finendo, i partner occidentali tardano a consegnare le armi promesse o evitano ormai di promettere troppo. Stanno arrivando l’inverno e il conflitto sembra entrare nella fase del dominio dello spazio aereo. Per la cui conquista servono missili e sistemi di difesa antimissile.

Redazione Strumenti Politici
Redazione Strumenti Politici

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici