Italia, adozioni internazionali in calo nel 2023 dopo la ripresa dell’anno scorso
CAI, Commissione per le Adozioni Internazionali ha reso noto il nuovo rapporto “Dati e prospettive sulle adozioni internazionali“. Nel 2022, secondo lo studio, si è registrata una lieve ripresa in Italia per le adozioni internazionali rispetto al periodo pandemico. Sono stati infatti 698 i bambini stranieri adottati da coppie italiane (erano stati 680 del 2021 e 669 del 2020). Resta comunque ancora molto lontano il dato di 1.205 del 2019 registrato prima del Covid. Lo scorso anno si è verificato anche un aumento di sei mesi del tempo medio complessivo per giungere all’adozione: ora ci vogliono 52 mesi.
La situazione
Circa uno su due dei minori giunti in Italia (il 55,4%) è portatore di special needs (era il 62,5% nel 2021). I Paesi europei restano al primo posto come paesi di origine dei bambini adottati (36%) pur avendo perso molti punti percentuali; al secondo posto l’America Latina (33,1%); segue l’Asia (23,5%) e l’Africa (6,6%9. Sull’andamento generale delle adozioni nel 2022, per la Cai pesa ancora il blocco delle procedure in Cina come anche il conflitto russo-ucraino che ha prodotto un “progressivo rallentamento” nel corso del 2022 in entrambi i Paesi dove, comunque, sono state portati a conclusione positivamente i casi pendenti.
Il calo del 2023
Dai dati resi noti ieri dalla CAI, Commissione per le Adozioni Internazionali, risultano in calo invece le adozioni concluse tra gennaio e giugno 2023. Il primo semestre vede 248 adozioni realizzate contro le 273 dello scorso anno e le prospettive per il secondo semestre non fanno presagire un recupero.
«Esprimiamo profonda preoccupazione rispetto al drastico calo delle adozioni ormai scese a picco negli ultimi anni», dichiara Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. «Sono molte le cause indicate per spiegare questo dramma – prosegue il presidente – sicuramente la pandemia e la situazione politica internazionale hanno segnato, e continuano a farlo anche senza oggettivo motivo, la realizzazione delle adozioni. Prendendo atto di questo, il Forum auspica che comunque l’intero sistema venga valutato e reso efficace per assicurare ai bambini che aspettano negli istituti del mondo una famiglia, ma anche per realizzare il sogno di molte coppie e dare un relativo contributo alla natalità nel nostro Paese».
Costi eccessivi e tempi eterni per una adozione
«A fronte delle migliaia di famiglie in attesa, probabilmente anche delle migliaia di coppie che non affrontano il percorso adottivo a causa delle difficoltà, delle lungaggini (5 anni la durata media) e dei costi dell’iter, si rende necessario un intervento a supporto a partire proprio dal contenimento dei tempi dell’iter per l’idoneità, che devono essere perentori, e dalla gratuità dell’adozione internazionale al pari di quella nazionale.
Occorre ristabilire sul fronte estero un’intensa attività per il rinnovo degli accordi bilaterali e attivare presso le ambasciate un funzionario esperto che possa seguire con efficacia gli iter adottivi. Il Forum auspica che i ministeri competenti colgano l’urgenza di intervenire perché l’adozione internazionale, fiore all’occhiello del nostro Paese per decenni grazie alla disponibilità all’accoglienza delle famiglie italiane, ritrovi vigore e prospettiva», conclude Bordignon.

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