I russi distruggono altri quattro Patriot americani dell’esercito ucraino
Il pezzo più pregiato delle forze armate ucraine è il missile americano MIM-104 Patriot. Sistema terra-aria per la difesa tattica di punto, viene preso di mira dai russi e per questo motivo Kiev ne ha già persi troppi. Zelensky continua a chiedere altre unità, ma i suoi alleati occidentali faticano a fornirgliene a sufficienza.
Attacchi russi contro obiettivi militari ucraini
La scorsa settimana il comando militare russo ha comunicato di avere distrutto in un attacco ben quattro unità lanciamissili Patriot. Hanno pure abbattuto una stazione radar AN/MPQ-65 che serviva quei sistemi. Con altri attacchi coordinati i russi hanno inoltre colpito 146 postazioni ucraine, tra cui aerodromi, infrastrutture belliche e punti di concentrazione del personale militare. Pochi giorni fa Mosca ha altresì lanciato le sue armi ad alta precisione per colpire obiettivi militari. Tra di essi c’era un centro di comando dello SBU, l’agenzia dei servizi segreti che risponde direttamente al presidente Zelensky. L’attacco è stato sferrato in risposta a quello ucraino nella regione russa di Rostov, che Kiev ha effettuato con sei razzi americani a lungo raggio ATACMS e con quattro missili britannici Storm Shadow.
Sempre più Patriot distrutti
I russi si erano concentrati sull’eliminazione dei Patriot già da metà del 2023. I successi rivendicati da Mosca sono sempre stati messi in dubbio dalle autorità ucraine e da quelle occidentali, ma nel frattempo sono emerse immagini che provano i danni causati dal missile balistico Iskander-M contro le postazioni dei Patriot. Ad esempio l’attacco dello scorso marzo nei pressi di Sergeevka, nella regione di Donetsk, che ha parzialmente eliminato una piattaforma Patriot. Poi altre immagini di luglio e agosto da Yuzhnoe, località nella regione di Odessa, sull’annientamento di altre due batterie Patriot.
Sempre meno Patriot disponibili
Ad inquietare Zelensky non è soltanto la progressiva diminuzione dei missili difensivi statunitensi, ma soprattutto il mancato rifornimento da parte dei suoi alleati occidentali. Di recente ha mostrato la sua frustrazione al riguardo. Il 10 dicembre, dopo aver incontrato nella capitale alcuni rappresentanti dell’Europarlamento, ha dichiarato: Continuiamo ancora a ripetere che i sistemi di difesa aerea dovrebbero salvare vite, non prendere polvere negli arsenali. Ha quindi chiesto ulteriori dieci o dodici Patriot, suggerendo che se il problema è il denaro con cui acquistarli, gli alleati possono confiscare allo scopo i patrimoni russi già congelati.
Qualche aiuto a Zelensky, ma troppo poco
Comunque Europa e America avevano in parte accontentato il presidente ucraino, sebbene gli aiuti non gli bastino. Il 28 novembre il ministro della Difesa olandese Ruben Brekelmans ha comunicato l’invio da parte dei Paesi Bassi di tre lanciatori Patriot, mentre altri tre sono stati dalla Germania e uno dagli USA. Anche Spagna e Romania hanno contribuito. Ma ad ottobre, nell’ultimo pacchetto di assistenza militare di Washington, mancava proprio quel tipo di sistemi missilistici. L’assenza dei Patriot e dei relativi missili PAC-2 è rivelatore del fatto che l’America non ne ha abbastanza per sé e non riesce a produrne abbastanza come numero e tempistiche.
Raccogliere le voci dei protagonisti dalle varie parti del mondo e documentare i numeri reali inerenti ai grandi dossier e questioni d’attualità è il modo migliore e più serio per fare informazione. L’obiettivo finale è fornire gli strumenti ad ogni lettore e lettrice per farsi una propria opinione sui fatti che accadono a livello mondiale.